Perché a loro parli con parabole?
Gesù è pieno, colmo di Spirito Santo. A Lui si può applicare il Salmo: “Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –, se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra (Sal 124 (123) 1-8).
Il Vangelo è la narrazione della battaglia tra Cristo e il principe del mondo che ha messo in campo un esercito poderoso, schierando per il combattimento tutti i diavoli dell’inferno e tutti i suoi conquistati nell’anima, nello spirito, nel corpo. Se Gesù non fosse stato custodito, protetto dallo Spirito Santo, veramente sarebbe stato travolto già fin dal momento della sua nascita. La battaglia contro di Lui è iniziata al momento del concepimento ed è finita nel sepolcro. Lui però è stato sempre vincitore. Lo Spirito del Signore sempre lo ha custodito nella sua sapienza, intelligenza, fortezza, conoscenza. Con lo Spirito che gli faceva da corazza, non è stato mai ferito. Mai è caduto in una qualche leggerezza di parola o in qualche altra cosa di non altamente santo. Gesù sempre è stato perfettissimo nella lingua. Sapeva come parlare, come raccontare, come rispondere, come dialogare. Lui conosceva ogni mossa astuta di Satana.
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno» (Mt 13,1-23).
Gesù parla in parabole perché le immagini da Lui usate sono sempre vive, reali, parlano ad ogni uomo di ogni tempo, senza mai sbiadirsi, offuscarsi, cambiare significato, modificare la loro interiore ed esteriore verità. Inoltre l’immagine non lo espone ad attacchi immediati, perché essa non afferma una verità contro un’altra verità, ma esprime una verità in sé. Il seminatore esce per seminare. È verità che non offende nessun’altra verità. Dice la realtà del quotidiano. Seminatore è Dio. Ma anche Satana. Seminatore è Gesù. Ma anche scribi, farisei, sadducei, erodiani, sommi sacerdoti, capi del popolo sono seminatori. Ogni uomo è seminatore, perché ogni uomo parla, parla, parla, sempre parla. Nella verità universale Gesù aggiunge una verità particolare. Poiché il regno di Dio nasce con l’accoglienza della Parola di Dio nei cuori, chi vuole edificare il regno di Dio, deve seminare la Parola di Dio. Ognuno raccoglie secondo il seme che ha seminato. Altra verità particolare aggiunta: non tutti i cuori sono terreno buono. Quelli che sono terreno buono per Satana non sono terreno buono per il Signore. Quelli che sono terreno buono per il Signore non sono terreno buono per Satana. Così parlando, nessuno potrà accusare Cristo Gesù di voler introdurre una nuova fede, una nuova religione, una nuova via per andare a Dio. Però la verità è messa nella storia. Il regno nasce seminando la Parola.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, custoditici nello Spirito Santo.