Per questo sono stato mandato

La prima grande opera di misericordia che è chiesta ad ogni uomo è non commettere mai il peccato, vincendo ogni tentazione. Il peccato è un veleno di morte che distrugge non solo il corpo dell’uomo, ma anche il suo spirito e la sua anima. Distrugge non solo la persona che lo commette, ma l’intera umanità. Distrugge non solo l’umanità ma anche il suo habitat, la terra e l’intero universo. Un solo peccato è più che l’oscuramento del sole, più che il collasso di tutte le galassie. Il peccato produce morte eterna e distruzione infinita. La terra è distrutta dal peccato dell’uomo e il peccato uno solo lo toglie: Cristo Gesù. Non lo toglie né Dio Padre, né lo Spirito Santo, né altra creatura angelica o umana. Ogni ecologia che non diviene ecologia cristica fallisce già sul nascere. Il peccato che distrugge, solo uno lo può togliere: Cristo Signore e il cristiano che diviene in Cristo un solo amore, una sola croce.

Nessuna ecologia potrà mai prescindere da questa verità e unicità di Cristo Gesù, altrimenti Cristo sarebbe un salvatore parziale, salverebbe una parte, ma non tutto. Invece Dio lo ha costituito il Salvatore e il Redentore universale: dell’uomo e delle cose, dello spirito e della materia, del tempo e dell’eternità. Lui è il Medico di ogni male. Anche la terra ammalata dovrà essere sanata e guarita per Lui, per il mistero della sua croce. Vergognarsi di Cristo, metterlo da parte, ignorarlo, far finta che Lui non esista, cestinarlo anche per un attimo, o porlo nel frigo dello spirito e del cuore, per poter parlare a tutti, è grave offesa verso di Lui e la sua missione, verso Dio e le sue decisioni eterne. È falsità di approccio e di metodologia. Dio ha stabilito che solo Cristo tolga il peccato e io, contro Dio, stabilisco che sia Dio o l’uomo a togliere il peccato, che sia Dio o l’uomo che debba guarire e sanare la terra. È offesa al decreto eterno di Dio.

La seconda grande opera di misericordia è portare Cristo Gesù nella nostra casa. Lui va portato nella casa del cuore, dello spirito, della volontà, dei desideri, dell’anima, del corpo. Va portato nella casa della Chiesa, della pastorale, della teologia, della morale, dell’ascetica. Va portato nella casa della politica, della scienza, della sociologia, della psicologia, della democrazia, della regalità, di ogni ideologia. Va portato nella casa dei sindacati, delle aziende, degli operai, dei datori di lavoro. Va portato nello sport e nel tempo libero. Va portato nella casa della terra e in ogni suo luogo: mari, monti, valli, pianure, laghi, fiumi, ruscelli, alberi, piante, fiori, animali. Se Cristo Gesù rimane fuori da una sola di queste case, lì vi è febbre di male, peccato, disordine, caos, distruzione. Solo Lui è il Medico, il Taumaturgo, il Redentore, il Salvatore, il Riparatore di ogni casa. Lasciare Cristo fuori da un solo problema, è non dare soluzione ad esso in eterno.

Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone.

La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea (Lc 4,31-44).

È questa la seconda, vitale, necessaria, sempre attuale opera di misericordia dalla quale nascono e fioriscono tutte le altre opere di misericordia: portare Cristo dove il Padre vuole che Cristo sia portato. Poiché Cristo e il cristiano sono un solo corpo, una sola vita, il cristiano ovunque lui si trova per necessità, per obbligo, per volontà, per scelta, per imposizione, deve sapere che sempre deve portare Cristo con sé, allo stesso modo che Cristo portava il Padre. Anche sulla croce Cristo Gesù portò il Padre e la croce la visse secondo la divina volontà. È questo oggi l’errore di fondo del cristiano: Cristo Gesù per lui è meno che un cane al guinzaglio. Lo lascia sempre nel suo canile. Poi quando si ricorda, lo prende e lo porta con sé per qualche istante per poi subito riporlo nel suo canile. O il cristiano e Cristo diventano realmente, spiritualmente, temporalmente una cosa sola, o il nostro cristianesimo è falso.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci con Cristo una cosa sola sempre.