Per quelli che crederanno in me mediante la loro parola
La salvezza dell’uomo, quella vera, è data dal Padre, nello Spirito Santo, per Cristo, in Cristo, con Cristo. È data per la fede in Lui, fede nella sua Persona, nella sua Parola, nella sua Mediazione universale, fede nella sua verità, grazia, vita eterna, giustizia, fede nella sua Croce e fede nella sua gloriosa Risurrezione, fede nella sua Ascensione al Cielo e fede nell’essere Lui il Signore del cielo e della terra, del tempo e dell’eternità. Fede cioè in tutto il Vangelo, cui conduce tutto l’Antico Testamento e verso il quale guarda tutto il Nuovo. Questo mistero di Cristo, mistero totale e non parziale, universale e non particolare, è stato consegnato agli Apostoli, i quali devono farlo risuonare in ogni orecchio, su tutta la terra, per tutto il tempo, fino alla Parusia. Ma come gli Apostoli dovranno far risuonare il Vangelo? Divenendo Vangelo vivente in mezzo ai loro fratelli. Alla loro vita tutta intessuta di Vangelo, dovranno sempre aggiungere il Vangelo, la Parola. Vita e Parola devono essere in loro una sola missione. Mai due cose separate. La vita senza il Vangelo. Il Vangelo senza la vita. Per gli Apostoli e i loro successori Cristo è conosciuto, ma anche per loro Cristo non è conosciuto. Per la loro vigilanza sarà conosciuto secondo verità. Per la loro poca o scarsa attenzione sarà conosciuto o in modo parziale o lacunoso o addirittura totalmente privo del suo mistero e della sua verità.
Se oggi c’è crisi profonda nella vita della Chiesa, essa non è crisi di morale. È crisi fortemente cristologica. Essendo crisi cristologica, necessariamente sarà crisi antropologica. Poiché crisi antropologia all’istante si trasforma in crisi morale. La verità dell’uomo è Cristo. Si toglie Cristo dalla storia, si scardina l’uomo dalla sua verità. Se si vuole che l’uomo ritorni uomo, è necessario che Cristo ritorni Cristo. Finché Cristo non ritorna Cristo, non ci sono speranze di salvezza per nessuno. Manca all’uomo la sua verità nella quale lui diviene verità. Gli manca la luce nella quale lui diviene luce. Gli manca la vita nella quale diviene vita. Gli manca la santità nella quale solamente ogni peccato è vinto e ogni vizio estirpato. Questa crisi non è però una crisi spontanea. Essa ha una causa ben precisa. Quanti avrebbero dovuto sorvegliare, per molto tempo hanno permesso, senza intervenire, che alcuni figli della Chiesa, preposti alla formazione della dottrina cristiana, spargessero nella mente e cuore di tutti la radice velenosa della falsità su Cristo, sulla fede, sulla Chiesa, sul Vangelo, sulla Divina Rivelazione, sulla Parola di Dio. Con un simile permesso tacito, la stessa opera della Chiesa è stata trasformata in pura filantropia. Questo è accaduto, accade, accadrà, perché ormai tutte le menti sono convinte che non c’è alcuna dannazione, la salvezza è data a tutti indistintamente, la Chiesa non è più sacramento di salvezza, luce del mondo in Cristo, e neanche gli apostoli sono più necessari per essere Chiesa di Dio. Queste radici velenose ormai si sono così radicate nei cuori dei credenti che è divenuto impossibile poterle sradicare. La non vigilanza non solo ha permesso che Cristo fosse ridotto ad un puro e semplice uomo, tutta la Chiesa è stata travolta dalla stessa radice velenosa. I Successori degli Apostoli, che nel cuore di Cristo sono la creazione più nobile per ridare vita alla creazione antica distrutta e lacerata dal peccato e dalla morte, si trovano ad essere pensati da questa eresia simili agli altri uomini, solo uomini. Cristo muore. Essi muoiono.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17,20-36).
O Cristo Gesù, nella sua verità eterna, divina, umana, così come Lui è nel cuore del Padre e nella sapienza e intelligenza, conoscenza e scienza dello Spirito Santo, viene rimesso prima di tutto nel cuore dei figli della Chiesa, in ogni suo figlio, nessuno escluso, e poi da essi nel cuore di ogni altro uomo, attraverso l’annunzio e il ricordo della Parola integra e pura, senza nulla aggiungere e nulla togliere, o non potrà esserci alcuna salvezza sulla nostra terra. La salvezza del mondo il Padre l’ha posta in Cristo, Cristo l’ha posta nel cuore della Chiesa, secondo precise regole e leggi da osservare. Senza la specifica, personale obbedienza di ciascuno alle regole e leggi che sono della sua persona – parlo di leggi che derivano dal sacramento ricevuto e dalla missione assunta – mai vi potrà essere salvezza. Come nella natura ogni albero produce frutti obbedendo alla legge della sua natura, così nella Chiesa si potranno produrre frutti di salvezza e di redenzione, se ogni discepolo di Gesù rimane nell’obbedienza al sacramento ricevuto. Vi sono mille motivi per disobbedire al propria sacramento. Ve n’è uno solo perché siamo obbedienti fino alla morte di croce. Questo motivo non è sulla terra, ma nel cuore di Cristo. La sua salvezza si diffonde solo dall’obbedienza personale di ciascuno.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutate ogni discepolo di Gesù ad una obbedienza pura e santa.