Per evitare di scandalizzarli
8 AGOSTO (Mt 17,22-27)
Sullo scandalo le parole di Gesù sono forti, taglienti. Esso è ammaestramento, insegnamento, induzione al male non in forma diretta, ma indiretta. La tentazione è sempre in forma diretta. Lo scandalo è azione cattiva o parola immorale che viene proferita che spinge e attrae a compiere la stessa azione o a vivere quanto visto e ascoltato. Un solo scandalo e un’anima è dannata per sempre. Questa la sua forza. Un solo scandalo può anche compromettere per sempre una grande missione di salvezza.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna (Mt 5,29-30). Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco (Mt 18,6-9).
Il missionario del Padre celeste tutto deve dare per la salvezza di un’anima, compreso il suo corpo, i suoi pensieri, la sua volontà, la sua anima, il suo spirito. Se deve dare tutto di sé, della sua persona, potrà tirarsi indietro dinanzi alle misere e meschine cose della terra e del tempo? Anche se dovesse spogliarsi di ogni sua ricchezza, è giusto che lo faccia. Così come è giusto rinunciare ad ogni diritto pur di salvare un’anima. San Paolo traduce questa verità con un’altra ancora più potente. Posso io mandare in perdizione un’anima con la mia scienza se Cristo per la sua salvezza ha dato la vita?
D’ora in poi non giudichiamoci più gli uni gli altri; piuttosto fate in modo di non essere causa di inciampo o di scandalo per il fratello. Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è impuro in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come impuro, per lui è impuro. Ora se per un cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Non mandare in rovina con il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto! Non divenga motivo di rimprovero il bene di cui godete! Il regno di Dio infatti non è cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi si fa servitore di Cristo in queste cose è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole. Non distruggere l’opera di Dio per una questione di cibo! Tutte le cose sono pure; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. Perciò è bene non mangiare carne né bere vino né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi. La convinzione che tu hai, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non condanna se stesso a causa di ciò che approva. Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce secondo coscienza; tutto ciò, infatti, che non viene dalla coscienza è peccato (Rm 14,13-23).
Gesù è Dio. È il Figlio Eterno del Padre. Non ha alcun obbligo di pagare la tassa per il tempio. Il mondo però potrebbe scandalizzarsi. La sua missione potrebbe risultare compromessa. Per la salvezza di un’anima, si paga anche una tassa non dovuta.
Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Gesù è consacrato alla salvezza delle anime. Dinanzi alla salvezza, non vi sono diritti.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci operatori di salvezza.