Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto
In questo brano del Vangelo vi sono ben quattro dialoghi: il primo è tra Maria e Gesù. Il secondo tra Maria è i servi. Il terzo tra Gesù e i servi. Il quarto tra colui che dirige il banchetto e lo sposo. La verità piena è il frutto finale che questi dialoghi producono: la fede dei discepoli in Gesù Signore. Se un dialogo è senza il frutto finale, esso è vano, inutile, perdita di tempo. Chi governa ogni cosa perché si giunga al frutto finale è sempre lo Spirito Santo.
La Vergine Maria è piena di Spirito Santo. Di Lei si serve perché veda che il vino è finito e sempre di Lei si serve perché vada da Cristo Gesù per chiedere un suo intervento immediato. Dopo aver dialogato con il Figlio suo, ancora una volta lo Spirito si serve di Lei perché dia ai servi un comando ben preciso: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. La Vergine Maria è docilissima serva nella mani dello Spirito Santo. La sua obbedienza è immediata, senza intervalli.
Anche Gesù è pieno di Spirito Santo. Lo Spirito lo muove perché compia il suo primo miracolo. Lui chiede ai servi che riempiano le anfore di acqua e questi subito obbediscono. Poi chiede ancora che attingano acqua dalle anfore e la portino a colui che dirige il banchetto. In questo dialogo vi è un ordine e un’obbedienza, un altro ordine e un’altra obbedienza. I servi attingono acqua e portano acqua. Non portano vino. Chi deve constatare il miracolo non sono i servi, ma colui che dirige il banchetto. È lui l’intenditore e il verificatore della bontà di quanto viene servito ed è lui che lo deve attestare. A chi lo attesta? Allo sposo. Lo attesta complimentandosi con lui per non aver seguito le regole convenzionali: prima il vino buono e poi quello meno buono. Lui ha dato prima il vino buono e poi quello ottimo.
Lo Spirito Santo non ha guidato la Vergine Maria, Cristo Gesù, i servi, colui che dirige il banchetto, lo sposo a constatare un miracolo per un miracolo. Gesù non fa miracoli perché gli uomini hanno bisogno delle cose della terra. Gesù deve fare un solo miracolo in questo mondo ed esso durerà fino alla fine della storia. Il miracolo di Cristo è dare il vero Dio ad ogni cuore. Ogni cuore si deve nutrire, dissetare del vero Dio che è il Padre suo. Poi sarà il Padre suo che darà ogni cosa ai suoi figli. È questo il grande peccato della Chiesa di ogni tempo. Si è fermata al miracolo, ma non al fine del miracolo. Fermandosi al miracolo, anch’essa compie miracoli, ma senza il fine vero che è quello di generare la verità del vero Padre in ogni cuore.
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto scese a Cafàrnao, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. Là rimasero pochi giorni (Gv 2,1-12).
Allora è giusto che ci chiediamo: qual è il fine di tutti i miracoli che sono nel Vangelo? Diciamo subito che essi non sono opera di pura misericordia per la pura misericordia. Il fine di tutti i miracoli è prima di tutto quello di creare una fede vera, pura, santa nel cuore dei discepoli sulla Persona di Gesù e sulla sua missione. Senza una fede perfetta nei discepoli, la verità di Cristo si smarrisce, non viene data. È quanto sta succedendo oggi nella Chiesa.
Tutti sono intenti a fare ognuno i suoi propri miracoli, ognuno seguendo le sue vie, buone, non buone, lecite, non lecite, legali e illegali, evangeliche e non evangeliche, proprie e improprie. Però sono miracoli fine a se stessi. Non servono a creare la verità della Chiesa, unico e solo vero sacramento di redenzione e di salvezza. Non portano alla vera fede in Cristo Gesù e di conseguenza non danno il vero Dio ai cuori e alle menti. Questi miracoli sono inutili. Mancano della vera finalità. Non sono mossi dallo Spirito Santo. Vengono dal cuore dell’uomo. Il vero miracolo crea vera fede. Crea vera fede nella Chiesa, vera fede in Cristo, vera fede nel Padre, vera fede nell’uomo, vera fede nella storia. I miracoli per i miracoli, veri o falsi che siano, senza questa finalità sono semplicemente opera vana. Non nasce nei cristiani una fede più convinta e più vera. Anzi oggi Cristo Gesù ha perso la sua verità, la sua identicità, la sua unicità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a vivere di vera finalità.