vangelo del giorno

Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato

22 MARZO (Gv 13,21-33.36-38)

La passione di Gesù letta dal basso, cioè dal peccato degli uomini, ci mostra tutta la crudeltà dei cuori, quando essi sono governati dalla superbia, dall’invidia, dalla stoltezza posta in essi dal principe di questo mondo. L’uomo è visto nella sua onnipotenza di male che giunge fino ad uccidere Dio, il suo Creatore, il suo Signore. Questa è la grande astuzia di Satana, trasformare nell’uomo la forza di bene posta da Dio nelle sue mani in forza di male. Veramente Satana dona all’uomo una così grande forza verso il male, da risultare inarrestabile, invincibile. Lo stesso Dio da questa onnipotenza è stato portato sul patibolo e inchiodato sulla croce.

Quando si medita la passione di Gesù o si riflette sul suo cammino doloroso verso il Golgota sotto il pesante legno della croce, quasi sempre si parte da questa lettura dal basso. Si evidenziano tutte le lacune dell’umanità, tutti i suoi vizi, i suoi peccati, le sue malvagità e cattiverie, la sua onnipotenza di male, l’inarrestabilità di questa onnipotenza. Gesù è visto come vittima, solo come vittima di essa. Quali sono i frutti di questo procedere dal basso? Lo stesso che fu delle donne di Gerusalemme: un lamento su Gesù, un piangere su di Lui, uno strappare qualche lacrima, la nascita di qualche proposito di bene su quanti meditano e riflettono. Carnefici in fondo siamo tutti.

Diversa invece è la lettura che viene fatta partendo dall’alto. In essa si vede l’infinito, eterno, divino amore di Dio per l’uomo, che pensa di operare la redenzione della sua creatura già dall’eternità, prima ancora dell’inizio del tempo, con l’Incarnazione del suo Figlio Unigenito. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chi crede in Lui non muoia, ma abbia la vita nel suo nome. È questa un’altra visione. Essa parte dal cuore del Padre. Questa visione è del Vangelo secondo Giovanni, ma anche di Paolo nella Lettera ai Romani. Dio ha amato noi nel Figlio suo quando noi eravamo empi, idolatri, nemici, peccatori. Dio ama i peccatori. Dona il Figlio per loro.

Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.

Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Se leggiamo gli stessi eventi dal cuore di Gesù, vediamo il suo immenso, eterno, divino ed umano amore per il Padre. È come se il peccato dell’uomo passasse in secondo piano. Ciò che emerge, che risplende, che brilla è la potenza, anzi l’onnipotenza dell’amore di Gesù che sa vincere l’onnipotenza di odio e di male dell’uomo. La vince sottoponendosi ad essa per amore, per carità, per desiderio di salvezza, per compassione di redenzione. Dal cuore di Cristo viene messa in luce quanto grande sia la potenza del suo amore. Questa potenza non vince l’onnipotenza di male, opponendosi con il male, ma con il più grande bene, con il dono della vita, con l’immolazione del proprio corpo, offerto a Dio, per la redenzione dell’umanità. Le conclusioni sono differenti. Nasce nel cuore il desiderio di immolarsi in Cristo, per Lui.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci olocausto in Cristo.