Ogni albero si riconosce dal suo frutto
In ogni religione, politica, scienza, economia, finanza, antropologia, filosofia, ideologia, sport, è sempre l’uomo il principale soggetto agente. Le cose in sé possono essere anche santissime, l’uomo però le può trasformare in cose sporche, immonde, diaboliche, come sta succedendo ai nostri giorni, non solo nella scienza e nell’economia, ma anche nella religione e nella politica e ogni altro campo dove l’uomo è chiamato ad operare. Gesù dona una regola infallibile per conoscere la verità e la falsità, la bontà e la cattiveria, la santità e la malvagità, la sapienza o la stoltezza di un uomo. Basta osservare i frutti che produce. Il frutto rivela la natura dell’uomo.
È l’uomo il soggetto agente di ogni cosa. L’uomo corrotto, cattivo, malvagio, disonesto, dissoluto può esistere in ogni luogo, ogni struttura, ogni forma di vita o di convivenza che è sulla nostra terra. Sapendo questo, ognuno è obbligato ad osservare sempre i frutti che l’altro uomo produce. Saranno i frutti prodotti a rivelare la bontà o la cattiveria, la falsità o la verità di chi li produce. Se un uomo ama, produce frutti di amore, crea vita più buona attorno a sé. Se invece un uomo odia, genera morte, semina stragi, opera devastazioni. Dove si fruttifica morte, mai si potrà parlare di bontà del cuore. Si deve dire che ci si trova dinanzi alla malvagità e alla cattiveria. Se un uomo, pur vedendo le opere malvage, dice che sono buone, allora è il suo cuore che è malvagio, crudele, cattivo. Chi dinanzi alle stragi che si commettono ai nostri giorni, esulta e giustifica queste azioni di vera criminalità, attesta che il suo cuore è cattivo.
Gesù chiede ad ogni suo discepolo un amore grande. Esso consiste in una piccolissima regola da applicare per tutti i giorni della nostra permanenza sulla terra. Ognuno è chiamato a mettere ogni cura, ogni impegno, ogni zelo a liberare il suo corpo, il suo spirito, la sua anima da ogni peccato, vizio, pensiero non santo e non buono. Ogni suo discepolo deve pensare seriamente a migliorare se stesso in ogni cosa, secondo l’esempio che Lui ci ha lasciato. La perfetta esemplarità è già correzione fraterna, perché si mostra all’altro come si vive seguendo le orme di Gesù. Man mano che ci si purifica da ogni male che è in noi, si può sempre dire una parola dolce, delicata, piena di amore al fratello perché anche lui segua le orme del Signore.
Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande» (Lc 6,39-49).
Altra cosa che Gesù ci chiede è di valutare seriamente l’adesione a Lui, prima di scegliere di seguirlo. Non è una cosa buona iniziare e poi non finire, cominciare e poi smettere, intraprendere il cammino dietro di Lui e poi abbandonare la sequela per correre dietro a falsità, menzogne, dicerie, immaginazioni. Chi ha incontrato Cristo Gesù e poi lo lascia e in tutto simile a chi, abitando in un giardino dell’Eden, lo lascia per andare a vivere in un deserto pieno di serpenti velenosi e scorpioni. Gesù vuole che i suoi discepoli siano gente seria, fortemente attenta, prudente, grandemente prudente, saggia oltre misura, intelligente, accorta. Di sicuro è uno stolto chi comincia con il paradiso di Cristo e poi finisce con l’inferno di Satana. Sarà deriso per l’eternità. Tutti i dannati non cristiani si prenderanno gioco di lui. Tu hai conosciuto Cristo e non hai perseverato. Sei dannato per stoltezza e insipienza. Noi almeno siamo dannati per non conoscenza. La pena di un dannato cristiano è tremendamente dura. Lui si morderà l’anima per l’eternità. Aveva conosciuto Cristo, aveva scelto Cristo, non ha perseverato dietro di Lui. Quella del dannato cristiano sarà una pena insopportabile. Sa il bene che ha perduto per stoltezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci alberi buoni per Cristo Gesù.