Oggi abbiamo visto cose prodigiose

Ad ogni discepolo di Gesù è chiesto di essere strumento di salvezza mettendosi a servizio dell’uomo, ma sempre avendo con esso una vera relazione da uomo. Ogni uomo giunge alla conoscenza della realtà esterna a lui attraverso i suoi cinque sensi: vista, udito, odorato, tatto, gusto. Ognuno di questi cinque sensi è via perché l’uomo giunga alla vera fede. Nella Scrittura il gusto è essenza della fede. “Gustate e vedete quanto è buono il Signore”. Uno può anche descrivere un cibo succulento. Può stimolare la sua immaginazione e fantasia, la sua scienza e intelligenza. Ma nessuna descrizione produrrà frutti quanto il gusto. Questo vale per ogni altro senso. Ecco perché sempre è necessario aggiungere all’udito la vista, alla vista il tatto, al tatto il gusto, al gusto l’odorato. Chi vuole annunziare il Vangelo deve procedere per queste cinque vie. Gesù, subito dopo aver annunziato le beatitudini, mette in primo piano la vista: “Vedano le vostre opere buone e glorificano il Padre vostro che è nei cieli”. L’Apostolo Giovanni, nella sua Prima Lettera, mette a servizio del dono dell’annunzio, ogni facoltà dell’uomo: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1,1-4). .Ridurre l’annunzio a sola Parola da riferire è somma povertà. Ridurre poi la Parola di Cristo Gesù a pensiero umano, è peccato di alto tradimento. Meglio astenersi dal dire la Parola che dirla travisandola, modificandola, trasformandola, privandola della sua verità.

È obbligo di ogni discepolo di Gesù non solo dire la sua fede nella Parola del suo Maestro e Signore, ma anche mostrarla. Come fa oggi il cristiano a mostrare la sua fede se il giorno del Signore neanche si accosta all’Eucaristia? La fede non è solo del cuore, della mente, dell’anima. È anche del corpo. Come fa oggi il cristiano a far vedere la sua fede, se vive nella trasgressione di tutti i comandamenti? Poiché i comandamenti vengono commessi con il corpo, dobbiamo affermare che il corpo mai potrà manifestare, rivelare, far vedere la fede. Nessun uomo attraverso il corpo del cristiano potrà giungere la vera fede in Cristo. Gli manca la fede veduta. Ma oggi c’è una sola Parola del Vangelo che fa vedere attraverso il corpo la nostra fede in Cristo Signore? Neanche quando andiamo nella casa del Signore il nostro corpo manifesta la fede in Cristo Gesù. Lo attesta il nostro abbigliamento. Spesso si va in chiesa come si fa sulla spiaggia o nelle discoteche. Manca quel minimo rispetto verso il Signore che fa vedere la nostra fede in Lui. Poi non parliamo della fede che giunge all’udito attraverso la nostra parola. Spesso la parola è vana, stolta, insipiente, superba, arrogante, invidiosa, gelosa. È una parola che mormora, critica, condanna, disprezza, giudica. È anche una parola volgare, lascia, impura, sporca, lercia. Mai un uomo attraverso l’udito potrà pervenire alla fede. Poi se andiamo più in profondità dobbiamo confessare che la Parola del Vangelo che noi diciamo è totalmente modificata e trasformata. Si dona il pensiero della terra come vera Parola di Gesù. .

Un giorno stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose» (Lc 5,17-26).

Gesù vede la fede di coloro che portano il paralitico e dal tetto lo calano dinanzi a Lui. Per la loro fede dona al paralitico il perdono dei peccati e poi lo guarisce. La folla vede l’opera di Gesù e si apre alla grande fede in Lui. Dona gloria al Signore. Gesù è confessato come suo vero inviato, un suo profeta, un suo ministro. La fede dei portatori suscita l’opera di Gesù. L’opera di Gesù suscita la fede in tutti i presenti. Chi non si apre alla fede sono scribi e farisei. Loro non sono lì per vedere, contemplare, lodare Dio per le opere compiute attraverso Gesù. Il loro scopo è un altro. Essi sono presenti per studiare, analizzare, passare al microscopio della loro falsa santità e teologia le parole di Gesù al fine di trovare in esse anche un solo minuscolo errore, così da poterlo accusare di violazione della Legge, condannarlo, ucciderlo. Essi sono omicidi.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la fede dei discepoli sia vista da ogni uomo sulla terra.