O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi?
Gesù sa che ogni richiesta dell’uomo è potente tentazione contro la missione di salvezza che il Padre gli ha affidato. Lui sa di trovarsi sempre dinanzi “ad una generazione incredula”. Se cade nella sua tentazione, viene meno nell’obbedienza, fallisce nel mistero della redenzione. Satana si serve di ogni uomo per tentarlo, per farlo cadere. Si serve dei dotti e dei semplici, dei sani e degli ammalati, dei padri e dei figli, Anche di Pietro si è servito per tentare Gesù.
Gesù potrà salvarsi? Potrà non cadere nella tentazione che si presenta a Lui anche come opera di misericordia, di pietà, di compassione? Potrà rimanere sempre nella volontà del Padre suo? Qual è la via sicura perché non esca fuori strada, deviando o a destra o a sinistra, peccando o per eccesso o per difetto? Perché Lui non cada in tentazione vi è una sola modalità: alzare sempre gli occhi al Cielo, vedere ciò che il Padre desidera operare in ogni particolare circostanza, vivere di purissima imitazione di Lui. Se il Padre sta per compiere il miracolo, Lui compirà il miracolo. Se il Padre sta partendo per recarsi altrove Lui si recherà altrove. Cristo Gesù si salva perché sempre segue l’ombra del Padre. Gesù è Colui che cammina all’ombra del Padre, per questo mai sbaglia e mai cade in tentazione.
La generazione è adultera. Non può chiedere da generazione fedele. Gesù è fedele al Padre. Non può rispondere da generazione disobbediente. Non può Lui scegliere cosa fare. È il Padre che glielo deve suggerire all’istante. Lui chiede allo Spirito, lo Spirito subito gli rivela la volontà del Padre suo. La volontà del Padre che accoglie il grido della generazione incredula fa sì che la richiesta e l’esaudimento non sia peccato, caduta. La volontà del Padre che non accoglie il grido fa anche sì che il non miracolo non sia peccato contro la misericordia, contro la pietà, contro la compassione. Gesù cade in tentazione se fa il miracolo contro la volontà del Padre. Cade in tentazione se non fa il miracolo mentre il Padre vuole che si faccia. Ciò che Gesù deve fare è sempre il Padre che lo decide. Gesù non cade in tentazione perché ogni richiesta, nello Spirito Santo, la presenta al Padre, e sempre nello Spirito, riceve la risposta del Padre.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui». E arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera» (Mc 9,11-29).
Noi tutti pensiamo che la tentazione sia solo contro la trasgressione dei comandamenti. Questa è una tentazione. La tentazione è invito ad agire contro la particolare volontà che il Signore ha sopra ogni persona. È tentazione uscire anche di una sola parola dalla volontà del nostro Dio e Signore. Non solo il male, ma anche il bene può essere tentazione. Anche fare un miracolo può essere tentazione. Anche la più grande opera di carità può essere tentazione, se quest’opera non è stata stabilita da Dio perché noi la facciamo. È Dio, il Padre celeste, che decide, vuole, sceglie per noi chi amare e come amarlo, chi servire e come servirlo. Non vi è autonomia nell’amore. Dio vuole che noi diamo il suo amore a chi Lui decide che il suo amore venga donato. Così dicasi anche dei miracoli. Gesù chiede al Padre. Il Padre gli indica la via. Lui la percorre. Non cade in tentazione. Se compie il miracolo è per volontà del Padre. Se non lo compie è sempre per volontà del Padre. Se si reca in Samaria è per volontà del Padre, Se va in territorio pagano è sempre per volontà del Padre. È il Padre che governa la sua vita.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi fateci sempre dalla volontà del Padre.