Nulla è impossibile a Dio – Ecco la serva del Signore

07 Maggio
Nulla è impossibile a Dio

In Maria si dovrà compiere un’opera mai realizzata prima. È un’opera oltre la stessa creazione di Dio, oltre tutte le sue leggi, oltre lo stesso uomo e la stessa donna, perché è oltre la natura umana. È oltre lo stesso miracolo ed anche oltre la stessa onnipotenza con la quale ha creato l’universo dal nulla. In Maria Dio stesso si farà uomo. L’Angelo aiuta la sapienza, l’intelligenza, la fede di Maria nel suo Dio e Signore, aggiungendovi un segno: “Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Essendo l’atto di fede sempre razionale e mai irrazionale, l’Angelo rassicura Maria che il suo sì è ben fondato. Esso poggia sull’onnipotenza del suo Signore cui nulla è impossibile. A Zaccaria invece l’Angelo non dona alcun segno perché a lui bastava il segno di Sara, la moglie di Abramo. Per questo lui resta muto.

Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo» (Lc 1,8-20).

Per Elisabetta e Zaccaria non vi è alcuna differenza con Sara e Abramo. L’unica differenza è nella missione del figlio. Isacco ha una missione, Giovanni un’altra. La nascita è però uguale. Zaccaria avrebbe dovuto credere senza alcun segno, invece non crede e rimane muto.

Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”? C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio». Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma egli disse: «Sì, hai proprio riso» (Gen 18,9-15).

Maria non è vecchia, non è sterile. A Lei è chiesto di concepire e dare alla luce un Bambino, rimanendo vergine in eterno. Lei deve concepire per opera dello Spirito Santo. Lei deve dare al mondo il Figlio di Dio, l’Unigenito del Padre. È un’opera che sorpassa infinitamente l’intero creato del Signore, sia quello visibile che quello invisibile. È un’opera unica. Si compirà una sola volta e solo in Lei. L’Angelo le dona come principio di fede la stessa verità di Dio. A Lui nulla è impossibile. Come non è stato impossibile far concepire Elisabetta, donna ormai vecchia e da sempre sterile, così non sarà impossibile che concepisca tu, Maria, vergine da sempre e per sempre. Dio è ben oltre ogni legge della natura, perché è la sua onnipotenza la sola legge esistente. Questa rassicurazione non è per Maria, ma è per ogni uomo. Dio, in Maria, vuole rassicurare tutti noi. Lui ci vuole insegnare che ogni sua Parola, ogni suo comando, desiderio, ma anche ogni vocazione, chiamata, ministero, hanno un solo fondamento di verità: la sua onnipotenza. In Maria, Dio ci sta dicendo che possiamo credere. Quanto Lui dice, si compie.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci nella nostra debole fede.

Ecco la serva del Signore

a risposta di Abramo è stata immediata all’inizio. Ebbe un turbamento del suo svolgersi e una errata interpretazione della parola del Signore. Fu perfetta alla fine.

Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore (Gen 12,1-4). Fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia (Gen 15,1-6). Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,1-3.15-18).

La risposta di Mosè iniziò con il rifiuto all’inizio. Poiché gli veniva richiesta una fede sempre nuova, un dubbio del suo cuore lo privò dal raggiungere la Terra Promessa. Morì sul monte.

Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!» (Num 11,10-15). Mosè e Aronne radunarono l’assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?». Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame. Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest’assemblea nella terra che io le do». Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove egli si dimostrò santo in mezzo a loro (Num 20,10-13).

La risposta di Maria è immediata dall’inizio alla fine: “Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»”. Oggi Lei si dichiara la serva del Signore. Oggi si consegna alla volontà di Dio. In questa volontà rimane per tutti i giorni della sua vita. Lei vive per compiere la volontà del suo Signore. Anche ai piedi della Croce Lei è la serva fedele che offre al Padre, più che Abramo, il suo Figlio Unigenito, in sacrificio, in olocausto, per la redenzione dell’umanità. Tra Lei e il Padre, nello Spirito Santo, vi è una comunione di perfetta obbedienza. Mai un dubbio, mai un errore, mai una semplice trasgressione di un piccolissimo peccato veniale. Lei è Vergine e Vergine rimane in eterno, incontaminata, immacolata.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci perfetti nell’obbedienza.