Novena in onore della B.V. Maria Immacolata – QUINTO GIORNO

novena immacolata 2016

CONCEPIRAI UN FIGLIO

Ora l’Angelo spiega alla Vergine Maria qual è il fine della sua venuta. Lui è dinanzi a Lei per annunziarle il grande mistero che si compirà in Lei. Lei sarà madre: ““Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”. Maria concepirà un figlio. Fin qui nulla di straordinario. Lo chiamerà Gesù. Di per sé neanche qui nulla di straordinario. Ogni bambino porta un nome e questo nome gli viene dato. Lo straordinario è nel fatto che non sarà il padre ha dare il nome. Ma Lei stessa. È come se il figlio che nascerà da Lei fosse senza padre umano, dal momento che è Lei a dare il nome al figlio che nascerà da Lei. Ma può la Vergine avere un figlio senza padre umano?

Ancora più sorprendente e più straordinario è il fatto che il figlio che nascerà da Lei e che Lei chiamerà Gesù – potestà esercitata dal padre secondo la carne – sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo. Per comprendere la vera grandezza del figlio che nascerà da Lei dobbiamo necessariamente partire dall’ultima rivelazione: “Verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”. Nella Scrittura “Figlio dell’Altissimo” è il “Messia del Signore”. È il Re promesso da Dio a Davide. È colui che il popolo attende per la sua liberazione.

Attraverso tutta la Scrittura, troviamo che l’Altissimo è il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè. È il Dio d’Israele. È il Dio di Davide. Del Dio Altissimo, figlio è Israele, figlio è il Messia, figlio è il popolo dell’alleanza. La Scrittura ci rivela anche un mistero molto più profondo. Essa ci parla di un figlio dell’Altissimo per generazione eterna. Attualmente dalle parole dell’Angelo ci interessa mettere in evidenza che questo figlio della Vergine di Nazaret è senza padre umano, secondo la carne. Ha un padre, ma di certo non è alcun uomo per la via della carne.

DIO ALTISSIMO

Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo (Gen 14, 18). E benedisse Abram con queste parole: “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra (Gen 14, 19). E benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”. Abram gli diede la decima di tutto (Gen 14, 20). Ma Abram disse al re di Sòdoma: “Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra (Gen 14, 22). Oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell’Altissimo, di chi vede la visione dell’Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi (Nm 24, 4).

Oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell’Altissimo, di chi vede la visione dell’Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi (Nm 24, 16). Quando l’Altissimo divideva i popoli, quando disperdeva i figli dell’uomo, egli stabilì i confini delle genti secondo il numero degli Israeliti (Dt 32, 8). Il Signore… saranno abbattuti i suoi avversari! L’Altissimo tuonerà dal cielo. Il Signore giudicherà gli estremi confini della terra; darà forza al suo re ed eleverà la potenza del suo Messia” (1Sam 2, 10). Il Signore tuonò nei cieli, l’Altissimo emise la sua voce (2Sam 22, 14). Queste sono le ultime parole di Davide: “Oracolo di Davide, figlio di Iesse, oracolo dell’uomo che l’Altissimo ha innalzato, del consacrato del Dio di Giacobbe, del soave cantore d’Israele (2Sam 23, 1).

L’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari (Tb 1, 13). Per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo (Tb 4, 11). Ozia a sua volta le disse: “Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici (Gdt 13, 18). Sono figli del Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno nella migliore floridezza (Est 8, 12q). Subito alcuni compagni di Eliodòro pregarono Onia che supplicasse l’Altissimo e impetrasse la grazia della vita a costui che stava irrimediabilmente esalando l’ultimo respiro (2Mac 3, 31). Il Signore decide la causa dei popoli: giudicami, Signore, secondo la mia giustizia, secondo la mia innocenza, o Altissimo (Sal 7, 9). Loderò il Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo (Sal 7, 18). Gioisco in te ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo (Sal 9, 3). Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti (Sal 17, 14). Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso (Sal 20, 8).

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la santa dimora dell’Altissimo (Sal 45, 5). Perché terribile è il Signore, l’Altissimo, re grande su tutta la terra (Sal 46, 3). I capi dei popoli si sono raccolti con il popolo del Dio di Abramo, perché di Dio sono i potenti della terra: egli è l’Altissimo (Sal 46, 10). Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti (Sal 49, 14). Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che mi fa il bene (Sal 56, 3). Dicono: “Come può saperlo Dio? C’è forse conoscenza nell’Altissimo?” (Sal 72, 11).

E ho detto: “Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo” (Sal 76, 11). Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo nel deserto (Sal 77, 17). Ricordavano che Dio è loro rupe, e Dio, l’Altissimo, il loro salvatore (Sal 77, 35). Ma ancora lo tentarono, si ribellarono a Dio, l’Altissimo, non obbedirono ai suoi comandi (Sal 77, 56). Io ho detto: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Sal 81, 6). Sappiano che tu hai nome “Signore”, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra (Sal 82, 19). Si dirà di Sion: “L’uno e l’altro è nato in essa e l’Altissimo la tiene salda” (Sal 86, 5).

Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente (Sal 90, 1). Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora (Sal 90, 9). E’ bello dar lode al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo (Sal 91, 2). Perché tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, tu sei eccelso sopra tutti gli dei (Sal 96, 9). Perché si erano ribellati alla parola di Dio e avevano disprezzato il disegno dell’Altissimo (Sal 106, 11). I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e l’Altissimo ha cura di loro (Sap 5, 15).

La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall’Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi (Sap 6, 3). Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre (Sir 4, 10). Non dire: “Egli guarderà all’abbondanza dei miei doni, e quando farò l’offerta al Dio altissimo egli l’accetterà” (Sir 7, 9). Non disprezzare il lavoro faticoso, neppure l’agricoltura creata dall’Altissimo (Sir 7, 15). Conversa con uomini assennati e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell’Altissimo (Sir 9, 15).

Fa’ il bene al pio e ne avrai il contraccambio, se non da lui, certo dall’Altissimo (Sir 12, 2). Poiché anche l’Altissimo odia i peccatori e farà giustizia degli empi (Sir 12, 6). Fa’ ritorno all’Altissimo e volta le spalle all’ingiustizia; detesta interamente l’iniquità (Sir 17, 21). Negli inferi infatti chi loderà l’Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode? (Sir 17, 22). Interroga il tuo prossimo, prima di minacciarlo; fa’ intervenire la legge dell’Altissimo (Sir 19, 17). L’uomo infedele al proprio letto dice fra sé: “Chi mi vede? Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, che devo temere? Dei miei peccati non si ricorderà l’Altissimo” (Sir 23, 18). Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell’Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha introdotto in casa figli di un estraneo (Sir 23, 23).

Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, si glorifica davanti alla sua potenza (Sir 24, 2). “Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra (Sir 24, 3). Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo, la legge che ci ha imposto Mosè, l’eredità delle assemblee di Giacobbe (Sir 24, 22). Ricòrdati dei comandamenti e non aver rancore verso il prossimo, dell’alleanza con l’Altissimo e non far conto dell’offesa subìta (Sir 28, 7). Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell’Altissimo; ti saranno più utili dell’oro (Sir 29, 11). Considera perciò tutte le opere dell’Altissimo; due a due, una di fronte all’altra (Sir 33, 15). Se non sono inviati dall’Altissimo in una sua visita, non permettere che se ne occupi la tua mente (Sir 34, 6).

L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi, e per la moltitudine delle vittime non perdona i peccati (Sir 34, 19). L’offerta del giusto arricchisce l’altare, il suo profumo sale davanti all’Altissimo (Sir 35, 5). Dá all’Altissimo in base al dono da lui ricevuto, dá di buon animo secondo la tua possibilità (Sir 35, 9). Non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto, rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l’equità (Sir 35, 18).

Al di sopra di tutto questo prega l’Altissimo perché guidi la tua condotta secondo verità (Sir 37, 15). Dall’Altissimo viene la guarigione, anche dal re egli riceve doni (Sir 38, 2). Differente è il caso di chi si applica e medita la legge dell’Altissimo. Egli indaga la sapienza di tutti gli antichi, si dedica allo studio delle profezie (Sir 39, 1). Di buon mattino rivolge il cuore al Signore, che lo ha creato, prega davanti all’Altissimo, apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati (Sir 39, 5). Questo è il decreto del Signore per ogni uomo; perché ribellarsi al volere dell’Altissimo? Siano dieci, cento, mille anni; negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita (Sir 41, 4). Guai a voi, uomini empi, che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! (Sir 41, 8).

Della legge dell’Altissimo né dell’alleanza, della sentenza per assolvere l’empio (Sir 42, 2). Egli scruta l’abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti. L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi (Sir 42, 18). Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!” (Sir 43, 2). Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, l’hanno teso le mani dell’Altissimo (Sir 43, 12). Egli custodì la legge dell’Altissimo, con lui entrò in alleanza. Stabilì questa alleanza nella propria carne e nella prova fu trovato fedele (Sir 44, 20).

Egli invocò l’Altissimo sovrano, mentre i nemici lo premevano da ogni parte; lo esaudì il Signore onnipotente scagliando chicchi di grandine di grande potenza (Sir 46, 5). Poiché aveva invocato il Signore altissimo, egli concesse alla sua destra la forza di eliminare un potente guerriero e riaffermare la potenza del suo popolo (Sir 47, 5). In ogni sua opera glorificò il Santo altissimo con parole di lode; cantò inni a lui con tutto il cuore e amò colui che l’aveva creato (Sir 47, 8). Risvegliasti un defunto dalla morte e dagli inferi, per comando dell’Altissimo (Sir 48, 5). Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, tutti commisero peccati; poiché avevano abbandonato la legge dell’Altissimo, i re di Giuda scomparvero (Sir 49, 4). Come il sole sfolgorante sul tempio dell’Altissimo, come l’arcobaleno splendente fra nubi di gloria (Sir 50, 7).

Egli compiva il rito liturgico sugli altari, preparando l’offerta all’Altissimo onnipotente (Sir 50, 14). Egli stendeva la mano sulla coppa e versava succo di uva, lo spargeva alle basi dell’altare come profumo soave all’Altissimo, re di tutte le cose (Sir 50, 15). Allora i figli di Aronne alzavano la voce, suonavano le trombe di metallo lavorato e facevano udire un suono potente come richiamo davanti all’Altissimo (Sir 50, 16). E subito tutto il popolo insieme si prostrava con la faccia a terra, per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo (Sir 50, 17). Il popolo supplicava il Signore altissimo in preghiera davanti al Misericordioso, finché fosse compiuto il servizio del Signore e terminasse la funzione liturgica (Sir 50, 19).

Tutti si prostravano di nuovo per ricevere la benedizione dell’Altissimo (Sir 50, 21). Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo (Is 14, 14). Quando falsano i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo (Lam 3, 35). Dalla bocca dell’Altissimo non procedono forse le sventure e il bene? (Lam 3, 38). Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese a dire: “Sadrach, Mesach, Abdenego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori”. Allora Sadrach, Mesach e Abdenego uscirono dal fuoco (Dn 3, 93). M’è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me (Dn 3, 99).

Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Così i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini” (Dn 4, 14). Questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell’Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore (Dn 4, 21). Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dá a chi vuole (Dn 4, 22).

Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dá a chi vuole” (Dn 4, 29). “Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l’Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno, la cui potenza è potenza eterna e il cui regno è di generazione in generazione (Dn 4, 31). O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza (Dn 5, 18).

Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l’erba come i buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace (Dn 5, 21). Ma i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli” (Dn 7, 18). Finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno (Dn 7, 22). E proferirà insulti contro l’Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo (Dn 7, 25).

Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno” (Dn 7, 27). Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? (Mi 6, 6). E urlando a gran voce disse: “Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!” (Mc 5, 7). Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre (Lc 1, 32).

Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio (Lc 1, 35). E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade (Lc 1, 76). Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi (Lc 6, 35). Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!” (Lc 8, 28). Ma l’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, come dice il Profeta (At 7, 48). Essa seguiva Paolo e noi gridando: “Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza” (At 16, 17). Questo Melchìsedek, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, è colui che andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse (Eb 7, 1).

MIO FIGLIO

Allora tu dirai al faraone: Dice il Signore: Israele è il mio figlio primogenito (Es 4, 22). Io ti avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva! Ma tu hai rifiutato di lasciarlo partire. Ecco io faccio morire il tuo figlio primogenito!” (Es 4, 23). Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato (Sal 2, 7). Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio (Os 11, 1). Dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio (Mt 2, 15).

Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! (Mt 21, 37). Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! (Mc 12, 6). E scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3, 22). Poiché Dio l’ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato (At 13, 33).

Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? (Eb 1, 5). Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato (Eb 5, 5). Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio (Ap 21, 7).

FIGLIO PER GENERAZIONE ETERNA

Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano? Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato: «Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!». Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro. Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera: «Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna». Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane. Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai». E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra; servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore. Imparate la disciplina, perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia (Sal 2,1-12).

Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira, sarà giudice fra le genti, ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra; lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa (Sal 110 (109) 1-7).

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, al Figlio invece dice: Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli; e: Lo scettro del tuo regno è scettro di equità; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di esultanza, a preferenza dei tuoi compagni.

E ancora: In principio tu, Signore, hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. Essi periranno, ma tu rimani; tutti si logoreranno come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un vestito anch’essi saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso e i tuoi anni non avranno fine. E a quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia messo i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza? (Eb 1,1-14).

IL PADRE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Èfeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra.

In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.

Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose (Ef 1,1-25).

Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.

Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.

Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito (Ef 2.1-22).

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,1-18).

IL CORPO DELLA REDENZIONE

Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno.

Dégnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare (Sal 40 (39), 1-18).

La Legge infatti, poiché possiede soltanto un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici – sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno – coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –per fare, o Dio, la tua volontà».

Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:

Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente,

dice: e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.

Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.

Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

Richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi. Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.

Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore.

Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima (Eb 10,1-39).

Chi nasce dalla Vergine Maria? Il Figlio dell’Altissimo. Questo Figlio è detto Figlio dell’Altissimo perché sarà il Messia del Signore, il Re dal regno eterno, oppure vi è qualcosa di infinitamente più grande e anche di unico in questa figliolanza? Come si è potuto constatare, nei Salmi si parla di vera generazione. Questa generazione potrebbe essere anche considerata come adozione, elevazione, scelta fin dai tempi remoti, fin dall’eternità.

Sarebbe anche possibile attraverso tutta la Scrittura, sia dell’Antico che del Nuovo testamento, pensare ad una generazione spirituale, morale, di elezione, elevazione, adozione. Dio ti eleva all’altissima dignità di considerarti, pensarti come un suo figlio, come il suo figlio unigenito, come la “cosa” più cara, più santa, più bella, più sacra per Lui.

Vi sono però due verità che vanno messe in evidenza e che escludono a priori qualsiasi interpretazione in senso morale, o spirituale, o di elezione di Gesù Signore. La prima verità è nelle parole dell’Angelo. In queste parole manca l’uomo. Non è neanche considerato, pensato, presupposto, immaginato. L’uomo è assente. In questo concepimento vi è solo la Madre. Vi è già uno stravolgimento della natura. La donna è fatta madre dall’uomo e l’uomo è fatto padre dalla donna. La donna non è madre senza l’uomo. L’uomo non è padre senza la donna. Qui vi è una donna che diviene madre senza alcun uomo, anzi è come se l’uomo fosse escluso dalla maternità. Non è l’uomo che renderà madre la donna, perché se fosse un uomo, non potrebbe essere escluso dall’esercizio della sua paternità, che è proprio nel conferire il nome al figlio che nasce dall’unione della donna con l’uomo e dell’uomo con la donna.

La seconda verità è tratta dal Vangelo secondo Giovanni. Nel suo Prologo è detto con chiarezza divina, di Spirito Santo, che colui che nasce, anzi colui che si fa carne è Il Verbo Eterno, il Figlio Unigenito. Questo Verbo che si fa carne è il Dio per mezzo del Quale il Padre ha creato l’intero universo. È il Verbo che è prima della creazione, che è in principio, che è Dio dinanzi a Dio, rivolto verso Dio, persona però distinta dal Padre, perché è il suo Figlio Unigenito Eterno. Quanto il Salmo ha profetizzato, rivelato, manifestato, ora trova la pienezza della verità nelle parole del Prologo. “In principio era il Verbo e il Verbo era Dio e il Verbo era presso Dio. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il Figlio Unigenito, che è nessuno del Padre, ce lo ha rivelato”. Scompare ogni “figliolanza adottiva, legale, spirituale, mistica, di elezione, per vocazione, per ogni altra ragione di qualsiasi modalità o essenza.

La figliolanza di Cristo è di “luce da luce, Dio vero da Dio vero”. “Il Verbo è generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. È la stessa, unica sostanza del Padre. Nasce dal Padre la Persona Divina, il suo Figlio Eterno, non la natura che è una, una sola, nella quale sussistono e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Dopo il Prologo dell’Apostolo Giovanni, il Figlio dell’Altissimo, non è il popolo dell’Alleanza, non è il Messia che viene elevato alla dignità di essere Figlio dell’Altissimo. È invece il Figlio dell’Altissimo che viene investito dal Padre della missione della salvezza, attraverso l’incarnazione nel seno della Vergine Maria. È ora il Figlio dell’Altissimo, che nella sua umanità, riceve il ministero della mediazione universale in ordine alla redenzione di tutto il creato di Dio.

In questo quinto giorno della Novena è giusto che ognuno si ponga qualche domanda, al fine di crescere nella sua verità: “So che in Cristo anche me il Padre ha fatto suo vero figlio? So che in Cristo, nelle acque del Battesimo per opera dello Spirito Santo, anch’io sono nato dal seno verginale della Madre di Dio? Come vivo la mia duplice figliolanza? Vivo da vero figlio di Dio e da vero figlio di Maria? So che la verità della mia duplice figliolanza è dall’ascolto? Quanto ascolto in Cristo per lo Spirito Santo la Madre mia e il Padre mio?”.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, in te il Verbo Eterno si è fatto carne per la tua obbedienza. Fa’ che anche nel nostro corpo, per la nostra obbedienza, possa divenire vita, oggi, per la salvezza e la redenzione del mondo. Angeli e Santi fateci dono al Padre, in Cristo, nello Spirito Santo, perché il Padre ci scelga come strumenti in Cristo di salvezza e redenzione.