Novena in onore della B.V. Maria Immacolata – QUARTO GIORNO

novena immacolata 2016

HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO

Maria sa che si trova dinanzi alla presenza di un messaggero del cielo, venuto, perché mandato dal suo Dio e Signore. Non solo rimane turbata, si chiede anche sul significato di un tale saluto. Quando Dio scende nella vita di una persona, sempre viene per chiedere qualcosa. La risposta dell’Angelo è immediata: “L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. La Vergine Maria nulla chiede all’Angelo. Lei si interroga nel suo spirito. L’Angelo le risponde, rassicurandola. La sua venuta è per manifestarle qualcosa di grande. Lo si deduce dalle parole: “Hai trovato grazia presso Dio”.

Dio si compiace di Lei. Lei è nelle grazie del suo Dio. Il cuore di Dio è nel suo cuore e il suo cuore nel cuore di Dio. C’è una perfetta comunione di amore. Dio ama Maria. Ancora non è rivelato il motivo. Ma le parole lo rivelano con infinita chiarezza: “Maria è amata da Dio. Maria è nel cuore di Dio. Maria è pensata con grande benevolenza da parte del suo Signore”. Il Signore sta pensando a Lei perché le deve chiede un “grande favore”. È un favore che solo Lei le può fare, perché Lei è stata pensata per questo favore e solo per questo. Lei non ha altre vocazioni da seguire e ogni altra vocazione è il frutto di questa.

NON TEMERE

Perché Maria è invitata a non temere? Perché il Signore è con Lei. Se il Signore è con Lei, è anche per Lei. Mai potrà essere contro di Lei. Una persona deve temere quando il Signore con è con essa, non è per essa. Quando invece il Signore è con essa e per essa, non ci sono potenze sulla terra, né nei cieli, che possono infrangere la volontà di Dio. Per questo la Vergine Maria deve conservare il suo cuore nella pace. Dio è con Lei, in Lei, per Lei.

Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram in visione questa parola del Signore: “Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande” (Gen 15, 1). Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: “Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova (Gen 21, 17). E in quella notte gli apparve il Signore e disse: “Io sono il Dio di Abramo, tuo padre; non temere perché io sono con te. Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza per amore di Abramo, mio servo” (Gen 26, 24). Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: “Non temere: anche questo è un figlio!” (Gen 35, 17). Ma quegli disse: “State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro è pervenuto a me”. E portò loro Simeone (Gen 43, 23). Riprese: “Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo (Gen 46, 3).

Ma Giuseppe disse loro: “Non temete. Sono io forse al posto di Dio? (Gen 50, 19). Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini”. Così li consolò e fece loro coraggio (Gen 50, 21). Ma quanto a te e ai tuoi ministri, io so che ancora non temerete il Signore Dio” (Es 9, 30). Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, darete ascolto al piccolo come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio; le cause troppo difficili per voi le presenterete a me e io le ascolterò (Dt 1, 17). Ecco il Signore tuo Dio ti ha posto il paese dinanzi; entra, prendine possesso, come il Signore Dio dei tuoi padri ti ha detto; non temere e non ti scoraggiare! (Dt 1, 21).

Non temerle! Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece al faraone e a tutti gli Egiziani (Dt 7, 18). E gli dirà: Ascolta, Israele! Voi oggi siete prossimi a dar battaglia ai vostri nemici; il vostro cuore non venga meno; non temete, non vi smarrite e non vi spaventate dinanzi a loro (Dt 20, 3). Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà” (Dt 31, 6). Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d’animo!” (Dt 31, 8). Se non temessi l’arroganza del nemico, l’abbaglio dei loro avversari; non dicano: La nostra mano ha vinto, non è il Signore che ha operato tutto questo! (Dt 32, 27).

Non ti ho io comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada” (Gs 1, 9). Il Signore disse a Giosuè: “Non temere e non abbatterti. Prendi con te tutti i guerrieri. Su, va’ contro Ai. Vedi, io ti metto in mano il re di Ai, il suo popolo, la sua città e il suo territorio (Gs 8, 1). Disse loro Giosuè: “Non temete e non spaventatevi! Siate forti e coraggiosi, perché così farà il Signore a tutti i nemici, contro cui dovrete combattere” (Gs 10, 25). Allora il Signore disse a Giosuè: “Non temerli, perché domani a quest’ora io li mostrerò tutti trafitti davanti ad Israele. Taglierai i garretti ai loro cavalli e appiccherai il fuoco ai loro carri” (Gs 11, 6).

Giaele uscì incontro a Sisara e gli disse: “Fermati, mio signore, fermati da me: non temere”. Egli entrò da lei nella sua tenda ed essa lo nascose con una coperta (Gdc 4, 18). Il Signore gli disse: “La pace sia con te, non temere, non morirai!” (Gdc 6, 23). Ora non temere, figlia mia; io farò per te quanto dici, perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna virtuosa (Rt 3, 11). Mentre era sul punto di morire, le dicevano quelle che le stavano attorno: “Non temere, hai partorito un figlio”. Ma essa non rispose e non ne fece caso (1Sam 4, 20). Samuele rispose al popolo: “Non temete: voi avete fatto tutto questo male, ma almeno in seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il Signore, con tutto il cuore (1Sam 12, 20).

Rimani con me e non temere: chiunque vorrà la tua vita, vorrà la mia, perché tu starai presso di me come un deposito da custodire” (1Sam 22, 23). Poi gli disse: “Non temere: la mano di Saul mio padre non potrà raggiungerti e tu regnerai su Israele mentre io sarò a te secondo. Anche Saul mio padre lo sa bene” (1Sam 23, 17). “Ecco il tuo servo!”. Davide gli disse: “Non temere, perché voglio trattarti con bontà per amore di Giònata tuo padre e ti restituisco tutti i campi di Saul tuo avo e tu mangerai sempre alla mia tavola” (2Sam 9, 7). Elia le disse: “Non temere; su, fa’ come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio (1Re 17, 13). Quegli rispose: “Non temere, perché i nostri sono più numerosi dei loro” (2Re 6, 16). All’inizio del loro insediamento non temevano il Signore ed Egli inviò contro di loro dei leoni, che ne fecero strage (2Re 17, 25). Disse loro Isaia: “Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere le cose che hai udite e con le quali i servitori del re d’Assiria mi hanno ingiuriato (2Re 19, 6).

Godolia giurò a loro e ai loro uomini: “Non temete da parte degli ufficiali dei Caldei; rimanete nel paese e servite il re di Babilonia; sarà per il vostro meglio” (2Re 25, 24). Certo riuscirai, se cercherai di praticare gli statuti e i decreti che il Signore ha prescritti a Mosè per Israele. Sii forte, coraggio; non temere e non abbatterti (1Cr 22, 13). Davide disse a Salomone suo figlio: “Sii forte, coraggio; mettiti al lavoro, non temere e non abbatterti, perché il Signore Dio, mio Dio, è con te. Non ti lascerà e non ti abbandonerà finché tu non abbia terminato tutto il lavoro per il tempio (1Cr 28, 20). Egli disse: “Porgete l’orecchio, voi tutti di Giuda, abitanti di Gerusalemme e tu, re Giòsafat. Vi dice il Signore: Non temete e non spaventatevi davanti a questa moltitudine immensa perché la guerra non è diretta contro di voi, ma contro Dio (2Cr 20, 15).

Non toccherà a voi combattere in tale momento; fermatevi bene ordinati e vedrete la salvezza che il Signore opererà per voi, o Giuda e Gerusalemme. Non temete e non abbattetevi. Domani, uscite loro incontro; il Signore sarà con voi” (2Cr 20, 17). “Siate forti e coraggiosi! Non temete e non abbattetevi davanti al re d’Assiria e davanti a tutta la moltitudine che l’accompagna, perché con noi c’è uno più grande di chi è con lui (2Cr 32, 7). Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timor di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo” (Tb 4, 21). Gli disse: “Farò il viaggio con lui. Non temere; partiremo sani e sani ritorneremo, perché la strada è sicura” (Tb 5, 16).

Non stare in pensiero, non temere per loro, o sorella. Un buon angelo infatti lo accompagnerà, riuscirà bene il suo viaggio e tornerà sano e salvo” (Tb 5, 22). Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero” (Tb 6, 18). Ma l’angelo disse loro: “Non temete; la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli (Tb 12, 17). Sarà lui a stritolarli davanti a noi. Voi dunque non temeteli” (1Mac 3, 22).

Ma Giuda disse ai suoi uomini: “Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti (1Mac 4, 8). Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia” (2Mac 7, 29). Esortava i suoi uomini a non temere l’attacco dei pagani, ma a tener impressi nella mente gli aiuti che in passato erano venuti loro dal Cielo e ad aspettare ora la vittoria che sarebbe stata loro concessa dall’Onnipotente (2Mac 15, 8). Sprezza la paura, non teme, né retrocede davanti alla spada (Gb 39, 22).

Non temo la moltitudine di genti che contro di me si accampano (Sal 3, 7). Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza (Sal 22, 4). Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia (Sal 26, 3). Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare (Sal 45, 3). Se vedi un uomo arricchirsi, non temere, se aumenta la gloria della sua casa (Sal 48, 17). Dio mi ascolta e li umilia, egli che domina da sempre. Per essi non c’è conversione e non temono Dio (Sal 54, 20). La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno (Sal 90, 5).

Non temerà annunzio di sventura, saldo è il suo cuore, confida nel Signore (Sal 111, 7). Sicuro è il suo cuore, non teme, finché trionferà dei suoi nemici (Sal 111, 8). Non temerai per uno spavento improvviso, né per la rovina degli empi quando verrà (Pr 3, 25). Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste (Pr 31, 21). e non sarà felice l’empio e non allungherà come un’ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio (Qo 8, 13). Se hai aperto la bocca contro un amico, non temere, può esserci riconciliazione, tranne il caso di insulto e di arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi ogni amico scomparirà (Sir 22, 22). Chi teme il Signore non ha paura di nulla, e non teme perché egli è la sua speranza (Sir 34, 14).

Non temere la sentenza della morte, ricòrdati dei tuoi predecessori e successori (Sir 41, 3). Tu gli dirai: Fa’ attenzione e sta’ tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia (Is 7, 4). “Non chiamate congiura ciò che questo popolo chiama congiura, non temete ciò che esso teme e non abbiate paura” (Is 8, 12). Pertanto così dice il Signore, Dio degli eserciti: “Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l’Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come già l’Egitto (Is 10, 24). Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò, non temerò mai, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza (Is 12, 2).

Poiché così mi ha parlato il Signore: “Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina (Is 31, 4). Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi” (Is 35, 4). Disse loro Isaia: “Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le parole che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno ingiuriato (Is 37, 6). Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio! (Is 40, 9).

Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa (Is 41, 10). Poiché io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico: “Non temere, io ti vengo in aiuto” (Is 41, 13). Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore- tuo redentore è il Santo di Israele (Is 41, 14). Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni (Is 43, 1). Non temere, perché io sono con te; dall’oriente farò venire la tua stirpe, dall’occidente io ti radunerò (Is 43, 5).

Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta: “Non temere, Giacobbe mio servo, Iesurùn da me eletto (Is 44, 2). Non siate ansiosi e non temete: non forse già da molto tempo te l’ho fatto intendere e rivelato? Voi siete miei testimoni: C’è forse un dio fuori di me o una roccia che io non conosca?” (Is 44, 8). Ascoltatemi, esperti della giustizia, popolo che porti nel cuore la mia legge. Non temete l’insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni(Is 51, 7). Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza (Is 54, 4).

Non temerli, perché io sono con te per proteggerti”. Oracolo del Signore (Ger 1, 8). Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocòmeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare il bene” (Ger 10, 5). Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti (Ger 17, 8). Forse Ezechia re di Giuda e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non temettero piuttosto il Signore e non placarono il volto del Signore e così il Signore disdisse il male che aveva loro annunziato? Noi, invece, stiamo per commettere una grave iniquità a nostro danno” (Ger 26, 19).

Tu, poi, non temere, Giacobbe, mio servo. Oracolo del Signore. Non abbatterti, Israele, poiché io libererò te dal paese lontano, la tua discendenza dal paese del suo esilio. Giacobbe ritornerà e godrà la pace, vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà (Ger 30, 10). Godolia figlio di Achikam, figlio di Safan, giurò a loro e ai loro uomini: “Non temete i funzionari caldei; rimanete nel paese e state soggetti al re di Babilonia e vi troverete bene (Ger 40, 9). Non temete il re di Babilonia, che vi incute timore; Non temetelo – dice il Signore – perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano (Ger 42, 11).

“Ma tu non temere, Giacobbe mio servo, non abbatterti, Israele; poiché ecco, io ti libererò da un paese lontano e la tua discendenza dal paese del suo esilio. Giacobbe ritornerà e godrà in pace, tranquillo e nessuno lo molesterà (Ger 46, 27). Tu non temere, Giacobbe mio servo, – dice il Signore – perché io sono con te. Annienterò tutte le nazioni tra le quali ti ho disperso, ma di te non farò sterminio; ti castigherò secondo equità, ma non ti lascerò del tutto impunito” (Ger 46, 28). Non si avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia diffusa nel paese; un anno giunge una notizia e l’anno dopo un’altra. La violenza è nel paese, un tiranno contro un tiranno (Ger 51, 46). Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere!” (Lam 3, 57).

Per questo è evidente che non sono dei; non temeteli, dunque! (Bar 6, 14). Di qui potete conoscere che non sono dei; non temeteli, dunque! (Bar 6, 22). Conoscendo dunque da questo che non sono dei, non temeteli! (Bar 6, 28). Conoscendo dunque che non sono dei, non temeteli! (Bar 6, 64). Dunque, in nessuna maniera è chiaro per noi che essi sono dei; per questo non temeteli! (Bar 6, 68). Ma tu, figlio dell’uomo non li temere, non aver paura delle loro parole; saranno per te come cardi e spine e ti troverai in mezzo a scorpioni; ma tu non temere le loro parole, non t’impressionino le loro facce, sono una genìa di ribelli (Ez 2, 6).

Egli mi disse: “Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole (Dn 10, 12). E mi disse: “Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancati”. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: “Parli il mio signore perché tu mi hai ridato forza” (Dn 10, 19). Allora diranno: “Non abbiamo più re, perché non temiamo il Signore. Ma anche il re che potrebbe fare per noi?” (Os 10, 3). Non temere, terra, ma rallegrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore (Gl 2, 21).

Non temete, animali della campagna, perché i pascoli del deserto hanno germogliato, perché gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno il loro vigore (Gl 2, 22). In quel giorno si dirà a Gerusalemme: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! (Sof 3, 16). Secondo la parola dell’alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall’Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete (Ag 2, 5). Come foste oggetto di maledizione fra le genti, o casa di Giuda e d’Israele, così quando vi avrò salvati, diverrete una benedizione. Non temete dunque: riprendano forza le vostre mani” (Zc 8, 13). così invece mi darò premura in questi giorni di fare del bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda; non temete (Zc 8, 15).

Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo (Mt 1, 20). Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete” (Mt 17, 7). Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28, 10). Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, continua solo ad aver fede!” (Mc 5, 36). perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: “Coraggio, sono io, non temete!” (Mc 6, 50).

Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni (Lc 1, 13). L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio (Lc 1, 30). ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo (Lc 2, 10). così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5, 10). Ma Gesù che aveva udito rispose: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata” (Lc 8, 50).

A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla (Lc 12, 4). Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri (Lc 12, 7). Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno (Lc 12, 32). “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno (Lc 18, 2). Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno (Lc 18, 4).

Ma egli disse loro: “Sono io, non temete” (Gv 6, 20). Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina (Gv 12, 15). dicendomi: Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione (At 27, 24). Così possiamo dire con fiducia: Il Signore è il mio aiuto, non temerò. Che mi potrà fare l’uomo? (Eb 13, 6). Soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore. Temerari, arroganti, non temono d’insultare gli esseri gloriosi decaduti (2Pt 2, 10). Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo (Ap 1, 17).

Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita (Ap 2, 10). Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati” (Ap 15, 4).

HAI TROVATA GRAZIA

Trovare grazia presso Dio ha un duplice significato. Che si è già graditi al Signore, o si è già nelle sue grazie per la bontà, la sincerità, la verità, l’amore, la giustizia che noi viviamo già dinanzi a Lui, verso di Lui. È questo il caso della Vergine di Nazaret. Maria è piena di grazia. Piena di Dio. Essendo piena di Dio, Dio vede stesso, contempla se stesso, si specchia in Lei. Lei trova grazia. Dio di Lei si compiace. Lei ama. Lei vede con occhio di verità.

Ma si può trovare grazia anche a causa della nostra volontà di tornare con Dio. Il figlio che lascia la casa del Padre e poi torna da lui, trova grazia, compassione, misericordia, pietà. Viene accolto dal Padre e rimesso nella sua condizione di vero figlio. Questa verità mai va dimenticata. Essa è essenza della conversione e della riconciliazione. Nel pentimento, Dio vede sempre la sua immagine nell’uomo ed è per questa immagine che noi troviamo grazia di perdono, misericordia, pace, nella nostra buona volontà.

È anche perché Dio ha giurato a se stesso di amare l’uomo di un amore eterno, che l’uomo in ogni istante trova grazia agli occhi del Signore. C’è un giuramento, un oracolo che Dio ha rivolto a se stesso che obbliga Dio a mostrare all’uomo sempre la sua volontà di perdono e di riconciliazione. Solo l’uomo può escludersi dall’amore del Signore. Mai Dio escluderà una sola persona dal suo amore. Ma l’uomo si può escludere anche in modo definitivo, eterno. Non solamente dopo la morte, ma anche in vita con il peccato contro lo Spirito Santo.

Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore (Gen 6, 8). dicendo: “Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo (Gen 18, 3). Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia (Gen 19, 19). Gli disse Labano: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi… Per divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua” (Gen 30, 27).

Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e schiave. Ho mandato ad informarne il mio signore, per trovare grazia ai suoi occhi” (Gen 32, 6). Domandò ancora: “Che è tutta questa carovana che ho incontrata?”. Rispose: “E’ per trovar grazia agli occhi del mio signore” (Gen 33, 8). Ma Giacobbe disse: “No, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché appunto per questo io sono venuto alla tua presenza, come si viene alla presenza di Dio, e tu mi hai gradito (Gen 33, 10).

Disse allora Esaù: “Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!”. Rispose: “Ma perché? Possa io solo trovare grazia agli occhi del mio signore!” (Gen 33, 15). Sichem disse ancora al padre e ai fratelli di lei: “Possa io trovare grazia agli occhi vostri; vi darò quel che mi direte (Gen 34, 11). Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi (Gen 39, 4). Ma il Signore fu con Giuseppe, gli conciliò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione (Gen 39, 21).

Gli risposero: “Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!” (Gen 47, 25). Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto! (Gen 47, 29). Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: “Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole (Gen 50, 4). Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote (Es 3, 21). Mosè disse al Signore: “Vedi, tu mi ordini: Fa’ salire questo popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: Ti ho conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi (Es 33, 12).

Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa gente è il tuo popolo” (Es 33, 13). Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla terra” (Es 33, 16). Disse il Signore a Mosè: “Anche quanto hai detto io farò, perché hai trovato grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per nome” (Es 33, 17). Disse: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità” (Es 34, 9).

Mosè disse al Signore: “Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, tanto che tu mi hai messo addosso il carico di tutto questo popolo? (Nm 11, 11). Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; io non veda più la mia sventura!” (Nm 11, 15). Aggiunsero: “Se abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi, sia concesso ai tuoi servi il possesso di questo paese: non ci far passare il Giordano” (Nm 32, 5). Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa (Dt 24, 1).

Infatti era per disegno del Signore che il loro cuore si ostinasse nella guerra contro Israele, per votarli allo sterminio, senza che trovassero grazia, e per annientarli, come aveva comandato il Signore a Mosè (Gs 11, 20). Gli disse allora: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli (Gdc 6, 17). Rut, la Moabita, disse a Noemi: “Lasciami andare per la campagna a spigolare dietro a qualcuno agli occhi del quale avrò trovato grazia”. Le rispose: “Và, figlia mia” (Rt 2, 2). Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: “Per qual motivo ho trovato grazia ai tuoi occhi, così che tu ti interessi di me che sono una straniera?” (Rt 2, 10).

Essa gli disse: “Possa io trovar grazia ai tuoi occhi, o mio signore! Poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave” (Rt 2, 13). Essa replicò: “Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi”. Poi la donna se ne andò per la sua via e il suo volto non fu più come prima (1Sam 1, 18). E Saul mandò a dire a Iesse: “Rimanga Davide con me, perché ha trovato grazia ai miei occhi” (1Sam 16, 22). Ma Davide giurò ancora: “Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c’è un sol passo tra me e la morte” (1Sam 20, 3).

Mi ha detto: Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto alla tavola del re” (1Sam 20, 29). Interroga i tuoi uomini e ti informeranno. Questi giovani trovino grazia ai tuoi occhi, perché siamo giunti in un giorno lieto. D , ti prego, quanto puoi dare ai tuoi servi e al tuo figlio Davide” (1Sam 25, 8). Davide disse ad Achis: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mi sia concesso un luogo in una città del tuo territorio dove io possa abitare. Perché dovrà stare il tuo servo presso di te nella tua città reale?” (1Sam 27, 5). Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: “Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, re mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto” (2Sam 14, 22).

Il re disse a Zadok: “Riporta in città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi farà tornare e me la farà rivedere insieme con la sua Dimora (2Sam 15, 25). Il re disse a Ziba: “Quanto appartiene a Merib-Baal è tuo”. Ziba rispose: “Mi prostro! Possa io trovar grazia ai tuoi occhi, re mio signore!” (2Sam 16, 4). Adad trovò grazia agli occhi del faraone, che gli diede in moglie una sua cognata, la sorella della regina Tafni (1Re 11, 19). e poi risposi al re: “Se piace al re e se il tuo servo ha trovato grazia ai suoi occhi, mandami in Giudea, nella città dove sono i sepolcri dei miei padri, perché io possa ricostruirla” (Ne 2, 5).

Il re amò Ester più di tutte le altre donne ed essa trovò grazia e favore agli occhi di lui più di tutte le altre vergini. Egli le pose in testa la corona regale e la fece regina al posto di Vasti (Est 2, 17). Se ho trovato grazia agli occhi del re e se piace al re di concedermi quello che chiedo e di soddisfare il mio desiderio, venga il re con Amàn anche domani al banchetto che io preparerò loro e io risponderò alla domanda del re” (Est 5, 8). Allora la regina Ester rispose: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio desiderio è che sia risparmiato il mio popolo (Est 7, 3).

E disse: “Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l’Agaghita, in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del re (Est 8, 5). Fece loro trovare grazia presso quanti li avevano deportati (Sal 105, 46). Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore (Sir 3, 18). Allora sarai veramente pudico e troverai grazia presso chiunque (Sir 41, 27).

Così dice il Signore: “Ha trovato grazia nel deserto un popolo di scampati alla spada; Israele si avvia a una quieta dimora” (Ger 31, 2). Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si possa vivere all’ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all’ombra del figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi (Bar 1, 12). Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno deportati (Bar 2, 14). L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio (Lc 1, 30). Questi trovò grazia innanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per il Dio di Giacobbe (At 7, 46).

Una domanda è giusto che la poniamo al nostro spirito: “Perché nel Nuovo Testamento questa espressione – trovare grazia – scompare? Perché non viene riferita a nessun uomo?”. Perché il Nuovo Testamento è offerta di grazia ad ogni uomo. Il Padre ha mandato Cristo per “produrre” dalla Croce la grazia di salvezza per ogni uomo. Questa grazia dovrà essere offerta, data, annunziata, proclamata. Essa è per tutti. Nessuno potrà essere escluso. Questa verità la troviamo nella parabola del seminatore, della rete gettata nel mare, nella missione data da Gesù agli Apostoli. La troviamo anche in una pagina della Seconda Lettera ai Corinzi di Paolo.

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!

Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno» (Mt 13,1-23).

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti (Mt 13,41-50).

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,16-20).

Non si va nel mondo per trovare persone “gradite” al Signore, ma per offrire ad ogni uomo la grazia della riconciliazione e della salvezza in Cristo Gesù. San Paolo è il grande maestro. Lui non solo offre la grazia, chiede, anzi supplica gli uomini perché si lascino riconciliare con Dio. È questa la “bellezza” della Chiesa: essa è voce che mai si stanca di invitare alla riconciliazione, nell’offerta della grazia di Gesù Signore. La “bellezza” della Chiesa mai potrà essere quella dell’offerta della grazia senza la riconciliazione. Non sarebbe grazia.

Cosa è infatti la grazia? È quella potenza di amore, verità, giustizia, santità, luce che è data per ricreare l’uomo nuovo. La grazia è amore, verità, giustizia, santità, luce, misericordia che deve trasformare l’uomo in amore, verità, giustizia, santità, luce, misericordia, pietà, compassione. Senza la riconciliazione, cioè senza la volontà da parte dell’uomo di uscire dalle tenebre, la grazia è data vanamente. Essa è data ma non produce frutti. Non cambia l’uomo. A che serve una grazia se essa no trasforma l’uomo in grazia di verità e giustizia presso Dio e gli uomini?

Una Chiesa che mostrasse la sua “bellezza” solamente offrendo la grazia, ma non chiedendo la riconciliazione, sarebbe come il seminatore che getta il seme sulle pietre, sapendo che dalle pietre mai spunterà un solo filo d’erba. Come il contadino prima ara e poi semina, così è la Chiesa, prima ara i cuori con la Parola di Gesù, i cuori accolgono la Parola, si lasciano riconciliare con Dio in essa e per essa e subito dopo viene l’abbondanza della grazia.

L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,14-6,2).

La Vergine Maria ha trovato grazia presso Dio. Dio vede se stesso tutto in Lei. Sa che di Lei si può fidare. Sa a che Lei può chiedere tutto. Sa che la sua opera in Lei e per Lei non è stata vana, non sarà vana. Lei potrà compiere l’altissima missione che l’angelo sta per rivelargli.

Ora è giusto che ognuno di noi si chieda: “Quanto Dio, il Signore si può fidare di me? Quanto Cristo Gesù mi potrà chiedere? Quanto lo Spirito Santo mi potrà muovere? Quanto la Vergine Maria potrà contare su di me?”. Ma prima ancora: “Quanto Dio è in me e quanto io sono in Dio, per Cristo, per opera dello Spirito Santo? Quanto rispondo alla sua grazia? Quanto mi lascio illuminare dalla divina verità? Se il Signore mandasse in questo momento il suo Angelo, come mi troverebbe? Sarei “pieno di grazia e di Spirito Santo”, oppure mi troverebbe nudo, povero e spoglio, come certi Angeli della sua Chiesa d’Asia?”. In questo quarto giorno della Novena sarebbe giusto che ognuno di noi rimettesse nella verità spirito, anima, corpo.