Novena in onore della B.V. Maria Immacolata – NONO GIORNO
NULLA È IMPOSSIBILE A DIO
Nella Scrittura Antica troviamo che spesso il Signore stesso, per aiutare l’uomo perché creda nella sua Parola, gli dona un segno. Anche a Maria il Signore dona un segno, perché la sua fede sia immediata, istantanea, senza alcun indugio: “Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Se il Signore stesso dona un segno a Colei che Lui ha scelto per essere la Madre del Figlio Suo Unigenito e l’ha creata senza macchia di peccato, l’ha ricolmata di grazia, questo deve convincere ogni discepolo di Gesù, che sempre, all’uomo, al quale porta la Parola di vita, è giusto che attesti la verità della Parola, la renda credibile con la sua stessa vita, oltre che con i segni che Dio vorrà aggiungere Lui direttamente.
Il Vangelo secondo Giovanni ci dice che Gesù ha posto come segno di credibilità per i suoi discepoli l’amore vicendevole. Questo amore dovrà essere vissuto imitando Lui. Dovrà essere cioè un amore capace di salire sulla Croce per la salvezza di ogni uomo. È questo l’amore intrinseco, del cuore, della mente, della volontà, dei desideri. Questo amore intrinseco, attinto sempre nel cuore di Cristo, dovrà essere trasformato in opera di amore, allo stesso modo che l’albero trasforma in frutto tutta la vita intrinseca della sua natura.
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,1-11).
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte (Gv 13,1-38).
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15,1-17).
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome (Gv 21,30-31).
Gesù fonda la sua credibilità sull’amore intrinseco e su quello estrinseco. L’amore intrinseco è quello che nasce dalla sua purissima obbedienza al Padre. Lui ama secondo il comando del Padre. Questo suo amore lo conduce sulla croce. Ma in Lui vi è anche l’amore estrinseco, sono i potenti segni operati sull’uomo. Questi segni potenti sono anche il frutto del suo amore intrinseco per l’uomo, trasformato in preghiera. Così come è avvenuto alle Nozze di Cana. La Vergine Maria trasforma il suo amore intrinseco in preghiera, che rivolge a Cristo Gesù. Cristo Gesù trasforma il suo amore intrinseco in preghiera rivolta al Padre. Il miracolo si compie. Nasce la fede nel cuore dei suoi discepoli.
Sappiamo che come Dio ha accreditato Mosè con segni di credibilità estrinseca, frutto dell’onnipotenza del Signore operante in lui su comando del suo Signore, così anche Cristo Gesù dona ai suoi discepoli il potere compiere segni e prodigi, per rendersi credibili in ogni loro parola. I segni esterni devono però essere in essi sempre frutto del loro amore, così come erano frutto in Dio Padre nell’Antico Testamento e in Cristo Gesù. È questo amore, attinto in Dio, in Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo che distingue il discepolo di Gesù da ogni altro che compie atti di superstizione. Qui non c’è amore per l’uomo, perché c’è disobbedienza totale alla Legge del Signore. Nei discepoli invece è il loro amore, frutto della loro obbedienza a Dio, che li spinge a chiedere interventi diretti del Signore per portare sollievo ai molti cuori affranti e ai corpi spenti. È questo amore che diviene segno e che rende l’impossibile possibile a colui che crede. Ma senza l’amore intrinseco, frutto di purissima obbedienza, precipitiamo nella magia e non siamo più nel miracolo. Il miracolo fa nascere la fede, dalla magia mai nascerà vera fede.
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi (Mt 10,1-20).
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,16-20).
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,14-20).
Nella Scrittura Santa i due segni, l’amore intrinseco e l’amore estrinseco, sempre camminano insieme. Potrà mancare l’amore estrinseco del segno, frutto di miracoli e prodigi, mai però deve mancare l’amore intrinseco, che è il frutto della più pura e più santa obbedienza al Padre Celeste, mettendo in pratica. con assoluta fedeltà e perseveranza sino alla fine, la Parola di Cristo Gesù, compresa nella verità sempre attuale dello Spirito Santo. Tutto il Vangelo secondo Giovanni è “elaborato” sulla potenza dei segni esterni che attestano che Gesù è dal Padre. Più grande è il mistero di una persona e più forti sono i segni che lui dovrà compiere per attestare la verità della sua missione e della sua Parola. Gesù è il più grande tra tutti gli inviati da parte del Signore e più grande dovranno essere i suoi segni. Infatti nessuno mai ha operato i segni compiuti da Gesù: “Mai nessuno ha fatto i segni che Lui ha fatto”. La Scrittrura Santa è fatto e Parola, Parola e segno intimamente connessi.
SEGNO
Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato (Gen 4, 15). Dio disse: Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne (Gen 9, 12). Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra (Gen 9, 13). Disse Dio a Noè: Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra (Gen 9, 17).
Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi (Gen 17, 11). Rispose: “Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte” (Es 3, 12). Dunque se non ti credono e non ascoltano la voce del primo segno, crederanno alla voce del secondo! (Es 4, 8). Così farò distinzione tra il mio popolo e il tuo popolo. Domani avverrà questo segno” (Es 8, 19). Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d’Egitto (Es 12, 13).
Sarà per te segno sulla tua mano e ricordo fra i tuoi occhi, perché la legge del Signore sia sulla tua bocca. Con mano potente infatti il Signore ti ha fatto uscire dall’Egitto (Es 13, 9). Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall’Egitto” (Es 13, 16). Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica (Es 31, 13). Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato” (Es 31, 17).
Si trattasse anche di suo padre, di sua madre, di suo fratello e di sua sorella, non si contaminerà per loro alla loro morte, perché porta sul capo il segno della sua consacrazione a Dio (Nm 6, 7). Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi (Dt 6, 8). Porrete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi (Dt 11, 18). Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio (Dt 13, 2). E il segno e il prodigio annunciato succeda ed egli ti dica: Seguiamo dei stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro un culto (Dt 13, 3).
Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio (Dt 28, 46). Ora giuratemi per il Signore che, come io ho usato benevolenza, anche voi userete benevolenza alla casa di mio padre; datemi dunque un segno certo (Gs 2, 12). Perché diventino un segno in mezzo a voi. Quando domani i vostri figli vi chiederanno: Che significano per voi queste pietre? (Gs 4, 6). Gli disse allora: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli (Gdc 6, 17). Sarà per te un segno quello che avverrà ai tuoi due figli, a Ofni e Finees: nello stesso giorno moriranno tutti e due (1Sam 2, 34).
Samuele prese allora l’ampolla dell’olio e gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: “Ecco: il Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno. Questo sarà per te il segno che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa (1Sam 10, 1). Se invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno” (1Sam 14, 10). L’altare si spaccò e si sparse la cenere dell’altare secondo il segno dato dall’uomo di Dio per comando del Signore (1Re 13, 5). Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione (1Re 18, 29).
Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stato un gemito né altro segno di vita. Egli tornò verso Eliseo e gli riferì: “Il ragazzo non si è svegliato” (2Re 4, 31). Questo ti serva come segno: si mangi quest’anno il frutto dei semi caduti, nell’anno prossimo ciò che nasce da sé, nel terzo anno semineranno e mieteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto (2Re 19, 29). Ezechia disse a Isaia: “Qual è il segno che il Signore mi guarirà e che, il terzo giorno, salirò al tempio?” (2Re 20, 8). Isaia rispose: “Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà la promessa, fatta a te: Vuoi che l’ombra avanzi di dieci gradi oppure che retroceda di dieci gradi?” (2Re 20, 9).
Ma come potrò riprendere la somma, dal momento che lui non conosce me, né io conosco lui? Che segno posso dargli, perché mi riconosca, mi creda e mi consegni il denaro? Inoltre non sono pratico delle strade della Media per andarvi” (Tb 5, 2). E afferrò con empie mani gli arredi sacri; quanto dagli altri re era stato deposto per l’abbellimento e lo splendore del luogo e per segno d’onore, egli lo saccheggiò con le sue mani sacrileghe (2Mac 5, 16). E veramente il fatto che agli empi è data libertà per poco tempo, e subito incappano nei castighi, è segno di grande benevolenza (2Mac 6, 13). Non avendo però portato a segno il colpo per la fretta della lotta, mentre la folla premeva fuori delle porte, salì coraggiosamente sulle mura e si gettò a precipizio sulla folla con gesto da prode (2Mac 14, 43).
Fece poi appendere la testa di Nicànore all’Acra alla vista di tutti, perché fosse segno manifesto dell’aiuto di Dio (2Mac 15, 35). Le manda o per castigo della terra o in segno di bontà (Gb 37, 13). Dammi un segno di benevolenza; vedano e siano confusi i miei nemici, perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato (Sal 85, 17). oppure come un uccello che vola per l’aria e non si trova alcun segno della sua corsa, poiché l’aria leggera, percossa dal tocco delle penne e divisa dall’impeto vigoroso, è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio (Sap 5, 11). Così anche noi, appena nati, siamo già scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità” (Sap 5, 13).
“Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto” (Is 7, 11). Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7, 14). Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace (Is 9, 5). Sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d’Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà (Is 19, 20).
Il Signore poi disse: “Come il mio servo Isaia è andato spoglio e scalzo per tre anni, come segno e simbolo per l’Egitto e per l’Etiopia (Is 20, 3). Questo ti serva da segno: si mangerà quest’anno ciò che nascerà dai semi caduti, nell’anno prossimo quanto crescerà da sé, ma nel terzo anno seminerete e mieterete, pianterete vigne e ne mangerete il frutto (Is 37, 30). Da parte del Signore questo ti sia come segno che egli manterrà la promessa che ti ha fatto (
Is 38, 7). Ezechia disse: “Qual è il segno per cui io entrerò nel tempio?” (Is 38, 22). Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà (Is 55, 13).
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni (Is 66, 19). Questo sarà per voi il segno – dice il Signore – che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia (Ger 44, 29). Poi prendi una teglia di ferro e mettila come muro di ferro fra te e la città, e tieni fisso lo sguardo su di essa, che sarà assediata, anzi tu la assedierai! Questo sarà un segno per gli Israeliti (Ez 4, 3). Diedi loro anche i miei sabati come un segno fra me e loro, perché sapessero che sono io, il Signore, che li santifico (Ez 20, 12). Santificate i miei sabati e siano un segno fra me e voi, perché si sappia che sono io, il Signore vostro Dio (Ez 20, 20).
Ezechiele sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete in tutto come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore (Ez 24, 24). In quel giorno la tua bocca si aprirà per parlare con il profugo, parlerai e non sarai più muto e sarai per loro un segno: essi sapranno che io sono il Signore” (Ez 24, 27). Domandai: “Che cosa vengono a fare costoro?”. Mi rispose: “Le corna hanno disperso Giuda a tal segno che nessuno osa più alzare la testa e costoro vengono a demolire e abbattere le corna delle nazioni che cozzano contro il paese di Giuda per disperderlo” (Zc 2, 4). In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto (Mt 5, 18).
Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: “Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno”. Ed egli rispose (Mt 12, 38). “Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta (Mt 12, 39). I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo (Mt 16, 1). Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona”. E lasciatili, se ne andò (Mt 16, 4).
Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: “Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo” (Mt 24, 3). Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria (Mt 24, 30). Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova (Mc 8, 11). Ma egli, con un profondo sospiro, disse: “Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione” (Mc 8, 12).
“Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?” (Mc 13, 4). Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta” (Mc 14, 44). Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2, 12). Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione (Lc 2, 34).
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo (Lc 11, 16). Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona (Lc 11, 29). Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione (Lc 11, 30). Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” (Lc 21, 7). Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” (Gv 2, 18).
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!” (Gv 6, 14). Allora gli dissero: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? (Gv 6, 30). Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero” (Gv 10, 41). Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno (Gv 12, 18). Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20, 25).
Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: “Riferite questo a Giacomo e ai fratelli”. Poi uscì e s’incamminò verso un altro luogo (At 12, 17). Infatti egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non era ancora circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia (Rm 4, 11). Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli Angeli (1Cor 11, 10). Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma per i credenti (1Cor 14, 22).
E riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi (Gal 2, 9). Questo è un segno del giusto giudizio di Dio, che vi proclamerà degni di quel regno di Dio, per il quale ora soffrite (2Ts 1, 5). Questo saluto è di mia mano, di Paolo; ciò serve come segno di autenticazione per ogni lettera; io scrivo così (2Ts 3, 17). Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle (Ap 12, 1). Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi (Ap 12, 3). Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l’ira di Dio (Ap 15, 1).
SEGNI
Dio disse: “Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni (Gen 1, 14). Se non credono neppure a questi due segni e non ascolteranno la tua voce, allora prenderai acqua del Nilo e la verserai sulla terra asciutta: l’acqua che avrai presa dal Nilo diventerà sangue sulla terra asciutta” (Es 4, 9). Mosè riferì ad Aronne tutte le parole con le quali il Signore lo aveva inviato e tutti i segni con i quali l’aveva accreditato (Es 4, 28). Aronne parlò al popolo, riferendo tutte le parole che il Signore aveva dette a Mosè, e compì i segni davanti agli occhi del popolo (Es 4, 30).
Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto (Es 7, 3). E perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio e di tuo nipote come io ho trattato gli Egiziani e i segni che ho compiuti in mezzo a loro e così saprete che io sono il Signore!” (Es 10, 2). Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore (Lv 19, 28). O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi? (Dt 4, 34). Il Signore operò sotto i nostri occhi segni e prodigi grandi e terribili contro l’Egitto, contro il faraone e contro tutta la sua casa (Dt 6, 22).
Ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a tutti i popoli, dei quali hai timore (Dt 7, 19). Il padre e la madre della giovane prenderanno i segni della verginità della giovane e li presenteranno agli anziani della città, alla porta (Dt 22, 15). Ed ecco le attribuisce azioni scandalose, dicendo: Non ho trovato tua figlia in stato di verginità; ebbene, questi sono i segni della verginità di mia figlia, e spiegheranno il panno davanti agli anziani della città (Dt 22, 17). il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi (Dt 26, 8).
Le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi prodigi (Dt 29, 2). Per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a compiere nel paese di Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri e contro tutto il suo paese (Dt 34, 11). Quando questi segni che ti riguardano saranno accaduti, farai quanto vorrai, perché Dio sarà con te (1Sam 10, 7). Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le spalle per partire da Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti quei segni si verificarono il giorno stesso (1Sam 10, 9).
Allora cominciò a fare il pazzo ai loro occhi, a fare il folle tra le loro mani; tracciava segni sui battenti delle porte e lasciava colare la saliva sulla barba (1Sam 21, 14). hai operato segni e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con durezza; ti sei fatto un nome fino ad oggi (Ne 9, 10). La mia nazione è Israele, quelli cioè che avevano gridato a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberato da tutti questi mali e Dio ha operato segni e prodigi grandi quali mai erano avvenuti tra le nazioni (Est 10, 3f).
E cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male (1Mac 1, 15). Venne da Giuda e si salutarono a vicenda con segni di pace: ma i nemici stavano pronti per metter le mani su Giuda (1Mac 7, 29). Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore (1Mac 14, 40). Quando seppero della venuta di Nicànore e dell’aggressione dei pagani, i Giudei cosparsi di polvere, elevarono suppliche a colui che ha stabilito il suo popolo per i secoli e che con segni palesi sempre protegge la sua porzione (2Mac 14, 15). Tu metti i miei piedi in ceppi, spii tutti i miei passi e ti segni le orme dei miei piedi (Gb 13, 27). Compì per mezzo loro i segni promessi e nel paese di Cam i suoi prodigi (Sal 104, 27). Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, contro il faraone e tutti i suoi ministri (Sal 134, 9). Nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza. Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia perché questo ci spetta, questa è la nostra parte (Sap 2, 9). Se uno desidera anche un’esperienza molteplice, essa conosce le cose passate e intravede le future, conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi, pronostica segni e portenti, come anche le vicende dei tempi e delle epoche (Sap 8, 8).
Entro nell’anima di un servo del Signore e si oppose con prodigi e con segni a terribili re (Sap 10, 16). Sui peccatori invece caddero i castighi non senza segni premonitori di fulmini fragorosi; essi soffrirono giustamente per la loro malvagità, avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero (Sap 19, 13). Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro (Sir 36, 5). Egli scruta l’abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti. L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi (Sir 42, 18).
L’ornò con una veste sacra, d’oro, violetto e porpora, capolavoro di ricamo; con il pettorale del giudizio, con i segni della verità, e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista (Sir 45, 10). Egli si dedicò alla riforma del popolo e sradicò i segni abominevoli dell’empietà (Sir 49, 2). Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion (Is 8, 18). Così dice il Signore: “Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi (Ger 10, 2). Tu hai operato segni e miracoli nel paese di Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli uomini e ti sei fatto un nome come appare oggi (Ger 32, 20).
Tu hai fatto uscire dall’Egitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e con braccio possente e incutendo grande spavento (Ger 32, 21). Ora, Signore Dio d’Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo dall’Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo possiedi (Bar 2, 11). Non mostrano alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la luna (Bar 6, 66). Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più mia moglie e io non sono più suo marito! Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto (Os 2, 4). E al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? (Mt 16, 3).
Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti (Mc 13, 22). E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove (Mc 16, 17). E vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo (Lc 21, 11). Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti (Lc 21, 25).
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome (Gv 2, 23). Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui” (Gv 3, 2). Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv 4, 48). E una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi (Gv 6, 2). Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati (Gv 6, 26).
Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: “Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?” (Gv 7, 31). Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni (Gv 11, 47). Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui (Gv 12, 37). Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro (Gv 20, 30).
Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo (At 2, 19). Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete – (At 2, 22). Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli (At 2, 43). Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più da Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano (At 8, 13). Rimasero tuttavia colà per un certo tempo e parlavano fiduciosi nel Signore, che rendeva testimonianza alla predicazione della sua grazia e concedeva che per mano loro si operassero segni e prodigi (At 14, 3).
Con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da Gerusalemme e dintorni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo (Rm 15, 19). Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli (2Cor 12, 12). La cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri (2Ts 2, 9). Mentre Dio convalidava la loro testimoniava con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà (Eb 2, 4).
Per amore dell’uomo, tutto ciò che è fisicamente e metafisicamente possibile, il Signore lo compie. Se Lui ha creato dal nulla l’intero universo e lo stesso uomo, può sempre trarre un uomo dal seno di una donna, anche se sterile per natura e per età. Per questa ragione nulla è impossibile al Signore. Lui è l’Onnipotente. La sua Onnipotenza non finisce mai di stupire l’uomo. Le cose passate sono passate. Le nuove sono sempre nuove. Dio mai ripete i segni. Con Mosè ogni giorno vi era un segno nuovo. Così anche con Gesù. Ogni segno è nuovo. Attraverso i segni sempre nuovi Lui attesta che nulla, ma veramente nulla è impossibile al Signore. Questa onnipotenza e novità di manifestazione è sempre affermata e confermata sia dall’Antico che dal Nuovo Testamento. Dio può tutto, sempre, senza alcun limite.
Per amore, nell’amore, sempre il Signore concede la sua onnipotenza ai suoi amici. Essi possono cose che nessuna creatura mai potrà. Non perché è nella loro natura una tale onnipotenza – se fosse nella natura ci troveremmo dinanzi a doni preternaturali – mentre i miracoli sono realmente opere soprannaturali, opere dell’onnipotenza divina, concessa ad un uomo. Questa distinzione tra doni naturali, preternaturali, soprannaturali mai dovrà essere ignorata. Essa va sempre tenuta presente per discernere e separare l’azione dell’uomo dall’azione di Dio o, se si preferisce, l’azione dell’uomo dall’azione dell’uomo di Dio.
IMPOSSIBILE
Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile (Gen 11, 6). C’è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio” (Gen 18, 14). Amnon ne ebbe una tal passione, da cadere malato a causa di Tamar sua sorella; poiché essa era vergine pareva impossibile ad Amnon di poterle fare qualcosa (2Sam 13, 2). Giuda rispose: “Non è impossibile che molti cadano in mano a pochi e non c’è differenza per il Cielo tra il salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi (1Mac 3, 18). Ora quelli dell’Acra in Gerusalemme, messi nell’impossibilità di uscire e venire nel paese a comprare e vendere, erano terribilmente affamati e buon numero di essi moriva di fame (1Mac 13, 49).
che era assolutamente impossibile permettere che fossero ingannati coloro che si erano fidati della santità del luogo e del carattere sacro e inviolabile di un tempio venerato in tutto il mondo (2Mac 3, 12). Vedeva infatti che senza un provvedimento del re era impossibile ristabilire la pace nella vita pubblica e che Simone non avrebbe messo freno alla sua pazzia (2Mac 4, 6). Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te (Gb 42, 2). E’ impossibile sfuggire alla tua mano (Sap 16, 15). Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città; gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare (Sir 38, 32).
“Ah, Signore Dio, tu hai fatto il cielo e la terra con grande potenza e con braccio forte; nulla ti è impossibile (Ger 32, 17). “Ecco, io sono il Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per me? (Ger 32, 27). Dice il Signore degli eserciti: “Se questo sembra impossibile agli occhi del resto di questo popolo in quei giorni, sarà forse impossibile anche ai miei occhi?” – dice il Signore degli eserciti – (Zc 8, 6). Ed egli rispose: “Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile (Mt 17, 20).
E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” (Mt 19, 26). Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio” (Mc 10, 27). Nulla è impossibile a Dio ” (Lc 1, 37). Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio” (Lc 18, 27). Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un’altra. Nell’impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza (At 21, 34).
Impossibile! Resti invece fermo che Dio è verace e ogni uomo mentitore, come sta scritto: Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato. (Rm 3, 4). Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo? (Rm 3, 6). Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne (Rm 8, 3). Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch’io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino (Rm 11, 1).
Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! (Gal 2, 17).La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge (Gal 3, 21). tuttavia sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia (Eb 6, 6).
Perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell’afferrarci saldamente alla speranza che ci è stata offerta (Eb 6, 18). poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri (Eb 10, 4). Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s’accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano (Eb 11, 6).
Ora quelli dell’Acra in Gerusalemme, messi nell’impossibilità di uscire e venire nel paese a comprare e vendere, erano terribilmente affamati e buon numero di essi moriva di fame (1Mac 13, 49). Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un’altra. Nell’impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza (At 21, 34).
POSSIBILE – POSSIBILITÀ
Gli uomini di Ai si voltarono indietro ed ecco videro che il fumo della città si alzava verso il cielo. Allora non ci fu più possibilità per loro di fuggire in alcuna direzione, mentre il popolo che fuggiva verso il deserto si rivolgeva contro quelli che lo inseguivano (Gs 8, 20). Rispose: “Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!” (1Sam 20, 2). Le disse: “Su, chiedi in prestito vasi da tutti i tuoi vicini, il maggior numero possibile di vasi vuoti (2Re 4, 3).
Secondo tutta la mia possibilità ho fatto preparativi per il tempio del mio Dio; ho preparato oro su oro, argento su argento, bronzo su bronzo, ferro su ferro, legname su legname, ònici, brillanti, topàzi, pietre di vario valore e pietre preziose e marmo bianco in quantità (1Cr 29, 2). Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all’aperto. D’altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia (Esd 10, 13). E dissi loro: “Noi, secondo la nostra possibilità, abbiamo riscattato i nostri fratelli Giudei che si erano venduti agli stranieri e voi stessi vendereste i vostri fratelli ed essi si venderebbero a noi?”. Allora quelli tacquero e non seppero che rispondere (Ne 5, 8).
Ozia rispose loro: “Coraggio, fratelli, resistiamo ancora cinque giorni e in questo tempo il Signore Dio nostro rivolgerà di nuovo la misericordia su di noi; non è possibile che egli ci abbandoni fino all’ultimo (Gdt 7, 30). E ridussero Israele a nascondersi in ogni possibile rifugio (1Mac 1, 53). Arrivarono a Efron, città posta sul percorso, grande e particolarmente forte, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo (1Mac 5, 46). Giuda vide che il suo esercito si disgregava mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi (1Mac 9, 7). Ecco abbiamo i nemici di fronte a noi e alle spalle, dall’uno e dall’altro lato l’acqua del Giordano o la palude o la boscaglia, non c’è possibilità di sfuggire (1Mac 9, 45).
Mandò un’ambasciata a dire al re Demetrio: “Su, concludiamo un’alleanza fra noi: io ti darò mia figlia, che Alessandro ha in moglie, e la possibilità di rientrare nel regno di tuo padre (1Mac 11, 9). Antioco dunque teneva il campo contro Dora da due giorni, lanciando continuamente contro di essa le schiere e costruendo macchine; aveva precluso a Trifone ogni possibilità di uscire ed entrare (1Mac 15, 25). E gli riferì che il tesoro di Gerusalemme era colmo di ricchezze immense tanto che l’ammontare del capitale era incalcolabile e non serviva per le spese dei sacrifici; era quindi ben possibile ridurre tutto in potere del re (2Mac 3, 6). Non era più possibile né osservare il sabato, né celebrare le feste tradizionali, né fare aperta professione di giudaismo (2Mac 6, 6).
Ma, poiché non gli era possibile agire contro la volontà del re, cercava l’occasione per effettuare la cosa con qualche stratagemma (2Mac 14, 29). il Maccabeo dopo aver osservato le moltitudini presenti e la svariata attrezzatura delle armi e la ferocia delle bestie, alzò le mani al cielo e invocò il Signore che compie prodigi, convinto che non è possibile vincere con le armi, ma che egli concede la vittoria a coloro che ne sono degni, secondo il suo giudizio (2Mac 15, 21). Prevalere con la forza ti è sempre possibile; chi potrà opporsi al potere del tuo braccio? (Sap 11, 21). Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi (Sap 12, 19).
Non garantire oltre la tua possibilità; se hai garantito, preòccupati di soddisfare (Sir 8, 13). Non litigare con un irascibile e non traversare con lui un luogo solitario, perché ai suoi occhi il sangue è come nulla, dove non c’è possibilità di aiuto ti assalirà (Sir 8, 16). Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene e presenta al Signore le offerte dovute (Sir 14, 11). Prima di morire fa’ del bene all’amico, secondo le tue possibilità sii con lui generoso (Sir 14, 13). A nessuno è possibile svelare le sue opere e chi può indagare le sue grandezze? (Sir 18, 3).
Non c’è nulla da togliere e nulla da aggiungere; non è possibile indagare le meraviglie del Signore (Sir 18, 5). Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità e bada a te stesso per non cadere (Sir 29, 20). Dá all’Altissimo in base al dono da lui ricevuto, dá di buon animo secondo la tua possibilità (Sir 35, 9). Offri incenso e un memoriale di fior di farina e sacrifici pingui secondo le tue possibilità (Sir 38, 11). Ogni azione umana è davanti a lui, non è possibile nascondersi ai suoi occhi (Sir 39, 19). Come dunque è possibile non comprendere che non sono dei coloro che non possono salvare se stessi né dalla guerra né dai mali? (Bar 6, 49).
E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” (Mt 19, 26). Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti (Mt 24, 24). E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26, 39). Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9, 23). Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio” (Mc 10, 27).
perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti (Mc 13, 22). Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora (Mc 14, 35). E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 36). Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34). Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme (Lc 13, 33).
Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio” (Lc 18, 27). Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere (At 2, 24). e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè (At 13, 39). Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso per evitare di subire ritardi nella provincia d’Asia: gli premeva di essere a Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste (At 20, 16). Fattosi giorno non riuscivano a riconoscere quella terra, ma notarono un’insenatura con spiaggia e decisero, se possibile, di spingere la nave verso di essa (At 27, 39).
Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne (Rm 8, 3). Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti (Rm 12, 18). E trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato d’aggravio a nessuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire (2Cor 11, 9).
Dove sono dunque le vostre felicitazioni? Vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darmeli (Gal 4, 15). Or dunque, se la perfezione ci fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico – sotto di esso infatti il popolo ha ricevuto la legge – che bisogno c’era che sorgesse un sacerdote differente, alla maniera di Melchìsedek, e che non venisse detto sacerdote invece alla maniera di Aronne? (Eb 7, 11). Per fede anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso (Eb 11, 11). Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi (Eb 11, 15).
L’Angelo Gabriele dona alla Vergine Maria il segno della verità di ciò che lui sta dicendo, rivelandole, ciò che la cugina Elisabetta teneva nascosto nel suo seno senza rivelarlo ad alcuno. La Vergine di Nazaret di certo non aveva bisogno di questo segno. Lei è tutta piena di grazia e di Spirito Santo. Il segno le è dato per attestarle che siamo nella più pura storia della salvezza. Non siamo fuori dell’agire del Signore. Vi è però una divina differenza nel contenuto.
Ciò che avviene in Elisabetta lo possiamo definire un “miracolo” ordinario di Dio, cioè è un’azione che sempre è avvenuta per il passato. Questo “miracolo” ha un fine preciso: attestare all’uomo la sua non umana possibilità. L’uomo deve capire che si trova dinanzi a Dio che agisce per lui, in lui, con lui. È Dio che governa la loro storia. Senza la sua opera, la storia si incammina su una via di nullità, inefficienza, vanità, morte. Se Dio non fosse intervenuto con potenza nella vita di Sara, quale idea avrebbe avuto Abramo del suo Dio? Di certo assai limitata. Il suo sarebbe stato un Dio senza alcun governo sulla sua creazione. La creazione cammina da una parte, mentre il Signore cammina dall’altra, in modo autonomo e senza contatto o governo. Invece Abramo sa che la creazione è nelle mani del suo Dio, perché a Lui nulla è impossibile. Tutto ciò che Lui promette lo compie anche.
Questo vale anche per Mosè. Senza la manifestazione della sua onnipotenza, Mosè avrebbe pensato che nel suo Dio vi fosse un qualche limite. Invece in quaranta anni di cammino con Lui, Mosè imparò che Dio realmente tutto può, anche spaccare il mare in due, far piovere manna dal cielo, far scaturire acqua da una durissima roccia, far vivere in un deserto di morte un intero popolo, governare tutta la natura. Nessun elemento potrà mai sottrarsi al suo volere.
Quale fede in Dio avremmo noi cristiani oggi, se Gesù fosse rimasto nella tomba, nel sepolcro? Avremmo di certo pensato che Dio è potente fino alla morte. Dopo la morte non ha più potere. Invece il Signore scende nel sepolcro e porta via il Figlio suo, non così come in esso era entrato, con un corpo di carne. Lo porta fuori con un corpo di spirito, di luce, immortale, spirituale, incorruttibile, glorioso. Ogni segno dato da Dio all’uomo, rivela in pienezza la sua verità. Ogni miracolo di Gesù rivela chi Lui è realmente dinanzi al Padre suo.
Qual è la differenza di contenuto, e non solo di modalità, tra la maternità di Elisabetta e quella della Vergine Maria? In Elisabetta Dio rende fecondo solo il suo seno, sterile anche per età. Il concepimento di Giovanni il Battista avviene secondo e nel rispetto delle leggi della natura, e cioè dall’unione di un uomo con la donna. Nella Vergine Maria, saltano sia le leggi della natura che il soggetto del concepimento assieme alla sue modalità.
Nella Vergine Maria il concepimento è senza il concorso dell’uomo. Giuseppe ne è stato tenuto fuori. Questo si compie per l’azione onnipotente dello Spirito Santo. È un frutto della sua potenza eterna e divina. Chi nasce non è un uomo. È il Figlio dell’Altissimo che si fa carne, si fa vero uomo, assume la nostra umanità. È questo il nuovo assoluto di Dio e anche ciò che è impossibile ripetere nella storia. Ciò che avviene in Sara, avviene in Anna, la madre di Samuele, avviene in Elisabetta, è avvenuto in molte altre donne. Ciò che avviene in Maria, avviene solo in Lei e mai più si ripeterà nella storia e nell’eternità. Dopo che Maria dice il suo sì cambia anche la “teologia” di Dio. Non si può dire più: “Nulla è impossibile a Dio”, perché una cosa gli è impossibile: una nuova incarnazione del Figlio Suo.
È nell’onnipotenza del Signore far concepire in modo verginale tutte le donne di questo mondo per sua azione diretta. Lo ha fatto già con Adamo, anche se non per concepimento, ma per estrazione di una parte di lui e per azione di vera creazione. Mai potrà far divenire nuovamente una Vergine Madre di Dio. Questo gli è veramente impossibile. Per questo è cambiata la “teologia” di Dio. Essa è arrivata al sommo, del sommo, del sommo, irripetibile.
Possiamo dire allora che l’Angelo aiuta, sostiene l’atto di fede della Vergine Maria. Se questo è vero – personalmente ritengo che sia così dal momento che anche Gesù chiese di essere sostenuto nell’Orto degli Ulivi nell’atto di fede da porre nella volontà del Padre – nasce per noi l’obbligo non solo di suscitare, ma anche si sostenere l’atto di fede di ogni nostro fratello. Gesù ci ha insegnato che quest’atto di fede va sostenuto con il nostro amore vicendevole che è purissima obbedienza alla Parola del Vangelo, letta e compresa secondo la verità attuale dello Spirito Santo. Ma Gesù ci insegna che la fede va anche sostenuta con segni esterni, anch’essi frutto del nostro amore, trasformato in preghiera. Senza questo sostegno, la fede potrebbe anche nascere, ma poi verrebbe meno lungo il percorso, manca del sostegno iniziale, ma anche del sostegno lungo il suo cammino. Il sostegno è vita per ogni fede.
In quest’ultimo giorno della Novena in onore della Beata Vergine Maria Immacolata diviene allora giusto e doveroso chiedersi, interrogarsi, facendo un serio esame di coscienza: “La mia obbedienza alla Parola è perfetta? Quanto tempo passa tra l’ascolto di una parola e la trasformazione in mia personale storia? Ma credo nella Parola del Signore? Quanto della mia vita è nella Parola di Gesù e quanto è fuori di essa? Che significato hanno oggi i comandamenti per me? Sono convinto che solo nella loro osservanza è la vita del mondo? Sono pronto, se il Signore me lo chiedesse, a rinunciare ai progetti da me pensati per consegnarmi ai disegni di Dio sulla mia vita? Ma soprattutto, offro i segni interiori ed esteriori di credibilità nella Parola del Signore che io annunzio? Oppure offro i segni contrari che sono di trasgressione, scandalo, vizio, evidente attestazione di una vita fuori, senza, contro la Parola?. So che è dai segni di credibilità che offro che nasce la fede in un cuore?”. Rispondendo con onestà a queste domande, saprai se per te nasce la fede nei cuori oppure se per te essa muore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, tu che sempre hai dato sia i segni interiori che esteriori della tua fede nella Parola del Signore, aiuta ogni discepolo di Gesù perché si convinca che senza l’offerta dei segni interiori ed esteriori della fede, la sua parola non sarà credibile e sciuperà il tempo senza portare a Cristo alcun nuovo discepolo, ma soprattutto perdendo anche coloro che già sono suoi discepoli. La fede degli altri sempre va sostenuta dalla sua fede. Angeli e Santi, aiutateci ad essere sempre di fede forte, per essere veri sostenitori e anche creatori della vera fede nella Parola di Cristo Gesù in ogni cuore che ancora non crede.