Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello
Il Signore a custodia del matrimonio ha messo tre porte di bronzo massiccio: la prima porta è il Nono Comandamento, la seconda porta è il Sesto, la terza porta è il Quarto. Tutto però inizia dal Nono Comandamento: “Non desiderare la donna d’altri”. Gesù nel Discorso della Montagna rafforza queste due porte, rendendo ancora più invalicabili.
Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio (Mt 5,27-32).
Nessun matrimonio potrà mai sussistere se queste due porte non vengono ogni giorno verificate, riparate, saldate, rivestite, se necessario, con più bronzo e più ghisa, in modo che realmente risultino non attraversabili dal di dentro per andare fuori, dal di fuori per andare dentro. Oggi la nostra società non vuole regole morali. Purché un uomo e una donna liberamente si desirano e si vogliono, si possono rovinare tutti i matrimonio di questo mondo. Anzi gli stessi Stati hanno decretato la morte di questa istituzione di natura con la legge del divorzio. Una società che distrugge la cellula prima sulla quale si fonda, dichiara e decreta la sua stessa morte. Non ha futuro quella società che distrugge la famiglia. L’umanesimo nuovo Gesù lo costruisce partendo dalla famiglia, ridonando ad essa il suo statuto naturale, originario.
Erodìade lascia il marito. Se ne va con il fratello di lui. Giovanni il Battista dice ad Erode che non gli è lecito tenere in moglie la moglie di suo fratello. Non è sua moglie. Erodìade, donna dal grande odio non perdona il profeta del Signore per questo suo ardire e giura nel suo cuore vendetta eterna. Non avrà pace finché il Battista resterà in vita. Come ci sia riuscita nella sua vendetta il Vangelo secondo Marco ne dona ampia notizia.
Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro (Mc 6,13-29).
All’inizio della morte di quasi tutti i matrimoni vi è un desiderio cattivo. È il desiderio di cogliere il frutto proibito che per legge divina mai potrà appartenere a chi è già sposato. Questo desiderio abbraccia ogni altra relazione fuori del matrimonio. La donna deve essere di un solo uomo per tutta la vita e così vale anche per l’uomo. Questo implica, richiede che nessun rapporto prematrimoniale sia consentito, finché il matrimonio non sia stato celebrato. Si diviene una sola carne nel matrimonio, non prima. Se non si è una sola carne, neanche bisogna vivere come se si fosse una sola carne. La legge di Dio è perfetta. Solo il matrimonio fa di un uomo e di una donna una sola carne e solo nel matrimonio si può vivere come sola carne. Oggi il Nono ed anche il Sesto sono cancellati dall’elenco dei Comandamenti. Vi è oggi la liberalizzazione della carne. Anzi la fiera della carne. Ognuno prende e lascia a suo piacimento e gusto.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci trovare la verità del matrimonio.