Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata
La nostra fede sempre è esposta a tentazione. Quando si cade dalla fede, la vita precipita in un baratro dal quale difficilmente si viene fuori. Qual è allora la più grande misericordia? Quella di aiutare quanti sono fragili nella fede a rimanere ancorati ad essa, anzi facendo sì che essi crescano di fede in fede e camminino di verità in verità. Tutta la vita di Gesù, apparentemente è stata consegnata alla carità, invece essa è stata interamente vissuta per creare, purificare, rinnovare, innovare, aggiornare la fede nel cuore dei molti. Tutte le sue opere di carità servivano a questo: a rendersi credibile nella sua missione di vero profeta del Dio vivente, venuto nel mondo per riaccendere la luce più pura della verità del Padre suo. La carità è ordinata alla fede. Creata la fede nei cuori, la carità per i credenti è la vita secondo la Parola purissima e verissima, che Cristo Gesù è venuto a portare sulla nostra terra.
Il grande miracolo che oggi Gesù compie non è quello della risurrezione di colei che è morta. Questo miracolo a Lui non costa nulla. A Lui è sufficiente che dica una sola parola: “Fanciulla, àlzati!”. Lui dice la parola, dona il comando, e la vita ritorna a splendere. Il vero miracolo è la creazione della vera fede nel cuore di Giàiro. Lui era andato da Gesù per chiedere la guarigione dalla malattia. Può Gesù risuscitare dalla morte? Qualcuno gli suggerisce di rimandare Gesù, perché ormai la sua presenza è inutile. Gesù subito prende in mano la situazione e rassicura Giàiro. Lui deve avere fede. Sua figlia sarà salvata. Osserviamo con attenzione: su cosa Gesù fonda il suo intervento sul padre afflitto per la morte della figlia? Non certo sull’onnipotenza di Dio. Lo fonda sulla sua stessa fede. Io, Gesù, salverò tua figlia. Io Gesù, credo nel Padre mio e Lui mi darà la parola onnipotente che ridarà vita a colei che è morta.
Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire.
Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».
Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù, avendo udito, rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». La vita ritornò in lei e si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto (Lc 8,40-56).
Nessuna opera di misericordia sarà mai possibile se non la si fonda sulla parola onnipotente e creatrice, vivificatrice e rinnovatrice del nostro Dio. Chi esercita la vera misericordia deve essere persona dalla fede purissima in questa parola eterna del Dio vivente. Senza la vera fede mai potrà esistere la vera misericordia, perché quest’ultima è lo strumento, la via visibile per creare la vera fede nel cuore dell’uomo. Una volta che la vera fede è stata creata nel cuore, allora ogni uomo sa stare bene nella vita e nella morte, nella salute e nella malattia, nella gloria e nel disonore, nell’abbondanza e nella miseria, nella giustizia e nell’ingiustizia, sulla croce e ai piedi di essa. La fede vera, pura, creata nel cuore dei fratelli attraverso la nostra fede, li aiuta a vivere senza bisogno di misericordia da parte degli altri. Essa li rende capaci di vivere santamente ogni momento della loro vita, rimanendo nella condizione in cui si trovano.
Gesù nell’orto degli ulivi fu tentato nella fede. Pregò intensamente. Vinse la tentazione. Andò in croce e visse la croce da vero Crocifisso. Con la sua purissima fede e il suo amore senza macchia verso il Padre, rimase sulla croce, manifestando la più alta santità. Da Crocifisso si è offerto al Padre per la redenzione dell’umanità. Ha fatto del Legno un albero di vita per ogni uomo. Nessuno lenì le sue ferite. Per Lazzaro vi furono i cani, per Gesù nessuno. Dalle sue piaghe e per esse noi tutti siamo stati guariti. La sua fede ha prodotto la più alta misericordia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci persone dalla fede vera.