Non sei lontano dal regno di Dio

La porta del regno di Dio non è la morale. È invece la verità. Gesù non dice allo scriba: “Non sei lontano dal regno di Dio”, perché lo vede onesto nelle sue conclusioni. Glielo dice perché lo vede in un giusto rapporto con la verità. Quando si è in un giusto rapporto con una verità, si può avanzare, progredire, crescere fino a giungere ad un giusto rapporto con la pienezza della verità. Se lo scriba sa, non è lontano dalla verità che comanda di “amare il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con la tua mente e con tutta la tua forza”, di certo si aprirà al mistero di Gesù Signore, perché Gesù Signore è il dono di Dio all’uomo e nessuno potrà amare Dio, se non ama le decisioni di Dio, i giudizi di Dio, i decreti di Dio, ciò che Lui stabilisce di volta in volta per l’uomo. Dio non si ama per sentimento, ma per obbedienza. Se escludiamo l’obbedienza dall’amore, semplicemente non amiamo il Signore.

Cristo Gesù è il dono che Dio, il vero Dio fa all’uomo. Glielo fa come dono di vera salvezza, vera redenzione, vera giustificazione, vera vita nuova. La salvezza di Dio, l’amore di Dio, la verità di Dio, la giustizia di Dio, la santità di Dio è in Gesù. Cristo Gesù è la volontà redentrice e salvatrice del Padre. Ora come si può amare il Padre se si rifiuta Cristo? Come si potrà obbedire a Lui, se non si accoglie la sua volontà su Cristo? Se il Padre ha stabilito che solo Cristo sia la sua redenzione, potrà mai sperare l’uomo di giungere fino a Dio se non si lascia redimere da Lui? Ma attraverso chi ci redime il Padre? Attraverso Gesù Signore. Se la verità è la porta del regno, allora dobbiamo confessare che tutti i sostenitori dell’unico Dio, senza Cristo, non amano Dio. Non lo amano perché Cristo è la volontà di salvezza di Dio. Poiché l’amore è obbedienza perfetta, si può amare un Dio al quale non si obbedisce?

E ancora: si potrà mai amare un Dio che addirittura viene privato dello stesso Figlio e dello Spirito Santo, rinnegando e sconfessando il suo mistero trinitario? La stessa Chiesa può dire di amare Dio, se salta continuamente Cristo, la sua redenzione, la sua vita, il suo stesso corpo, come unica via per andare al Padre? La Chiesa non è forse il Corpo di Cristo, la via attraverso la quale l’uomo giunge fino a Cristo? Può la Chiesa essere esclusa dal percorso per giungere fino a Dio, se il Padre dei cieli, l’unico Dio, l’ha costituita sacramento attraverso la quale gli uomini vanno a Cristo e Cristo alla Chiesa. I problemi sono più grande di quanto noi neanche sospettiamo. La teoria dell’unico Dio non solo è distruttrice di Cristo, lo è anche della Chiesa. Non solo è distruttrice della Chiesa, lo è anche del mistero di Dio. Non solo è distruttrice del mistero del vero Dio, lo è anche dell’uomo, perché solo in Cristo l’uomo potrà divenire uomo.

Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo (Mc 12,28-34).

Quella Chiesa che vende Cristo ai sommi sacerdoti e agli scribi, costruttori della teoria dell’unico Dio, è un tutto simile a giuda: è suicida di se stessa. Dichiara la sua inutilità. Si riduce ad una pura voce che indica all’uomo una filantropia nuova, ma che mai potrà realizzare perché solo in Cristo l’uomo potrà amare Dio secondo verità e solo in Cristo potrà amare l’uomo secondo verità, perché solo Cristo è l’amore vero del Padre e dell’uomo. Solo in Cristo, per Cristo, con Cristo, attingendo e nutrendosi di Lui, amore eterno del Padre, l’uomo potrà osservare i due comandamenti della carità. Come Cristo è la verità piena del Padre, così la Chiesa dovrà essere la verità piena di Cristo. Come Cristo si rapporta al Padre, così la Chiesa deve rapportarsi a Cristo. Senza un rapporto di purissima verità con Cristo, la Chiesa mai potrà avere un rapporto di purissima verità con l’uomo. Le manca il principio della sua verità che è uno solo: Gesù Signore. O la Chiesa si cristifica giorno dopo giorno, o diviene sale insipido. Gesù lo dice nel suo Vangelo: “Se il sale diviene insipido con che cosa lo si potrà rendere salato?”. Queste parole sono rivolte alla Chiesa, appartengono ad essa. La storia attesta che ogni qualvolta la Chiesa nei suoi figli è divenuta insipida, il mondo intero ha perso il sapore di Cristo. Oggi è uno di questi momenti storici. Il mondo sta perdendo il sapore di Cristo, perché i figli della Chiesa si sono ridotti a divenire sale insipido. Possiamo anche annunziare principi altissimi di morale, saremo sempre lontano dal regno di Dio, perché la nostra unica e sola morale è Cristo Signore. È Lui il nostro amore, la nostra verità, la nostra legge, il nostro presente, il nostro futuro.