NON HO NESSUNO ALL’INFUORI DI TE
GIOVEDÌ 5 MARZO (Est 4,17k-u)
Il Signore, attraverso la storia, conduce ogni suo figlio a porre la fiducia solo in Lui. Dalla tristezza, crudeltà. malvagità, durezza, disperazione create dalla storia solo il Signore può salvare. Ecco quanto annunzia il profeta Isaia a Gerusalemme, perché impari a confidare nel Signore: “Ti disprezza, ti deride la vergine figlia di Sion. Dietro a te scuote il capo la figlia di Gerusalemme. Chi hai insultato e ingiuriato? Contro chi hai alzato la voce e hai levato in alto i tuoi occhi? Contro il Santo d’Israele! Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il mio Signore e hai detto: Con la moltitudine dei miei carri sono salito in cima ai monti, sugli estremi gioghi del Libano: ne ho reciso i cedri più alti, i suoi cipressi migliori, sono penetrato nel suo angolo più remoto, nella sua foresta lussureggiante. Io ho scavato e bevuto le acque, ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi tutti i fiumi d’Egitto. Non l’hai forse udito? Da tempo ho preparato questo, da giorni remoti io l’ho progettato; ora lo eseguo. E sarai tu a ridurre in mucchi di rovine le città fortificate. I loro abitanti, stremati di forza, erano atterriti e confusi, erano erba del campo, foglie verdi d’erbetta, erba di tetti, grano riarso prima di diventare messe. Che tu ti sieda, esca o rientri, io lo so. Poiché il tuo infuriarti contro di me e il tuo fare arrogante è salito ai miei orecchi, porrò il mio anello alle tue narici e il mio morso alle tue labbra; ti farò tornare per la strada per la quale sei venuto”.
Questo sarà per te il segno: mangiate quest’anno il frutto dei semi caduti, nel secondo anno ciò che nasce da sé, nel terzo anno seminate e mietete, piantate vigne e mangiatene il frutto. Il residuo superstite della casa di Giuda continuerà a mettere radici in basso e a fruttificare in alto. Poiché da Gerusalemme uscirà un resto, dal monte Sion un residuo. Lo zelo del Signore degli eserciti farà questo. Pertanto così dice il Signore riguardo al re d’Assiria: “Non entrerà in questa città né vi lancerà una freccia, non l’affronterà con scudi e contro di essa non costruirà terrapieno. Ritornerà per la strada per cui è venuto; non entrerà in questa città. Oracolo del Signore: Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo”»” (Is 37,22.35). Ma quando si può confidare nel Signore? Solo quando si è nell’obbedienza alla sua Parola. Gesù, fedelissimo nell’obbedienza, confida da Crocifisso nel Padre suo. Il Signore lo libererà. Non libererà però dalla morte, ma nella morte. Lo libererà con la gloriosa risurrezione. Il popolo del Signore sta per essere cancellato dalla storia. C’è speranza di vita per esso? La speranza è tutta posta nella regina Ester. Ester pone tutta la speranza nel suo Signore. È il Signore la salvezza del suo popolo. Ma il Signore vuole salvare Israele per mezzo della regina, per la sua opera, la sua preghiera, la sua intercessione presso il re. L’opera dell’uomo è duplice nell’opera della salvezza di Dio. Essa è di obbedienza e di preghiera, di fedeltà alla Parola e di invocazione del nome del Signore.
In quei giorni, la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta. Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all’ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà. Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all’infuori di te. Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui. Volgi il suo cuore all’odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d’accordo con lui. Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza».
Se per la salvezza del popolo o per la conversione dell’uomo è necessario esporre la nostra vita alla morte, essa va data. Ester espone la sua vita alla morte. Dalla morte viene liberata. Gesù espone la sua vita alla crocifissione. Viene liberato dopo la morte. A Lui la vita è ridonata, non risparmiata. Questa regola è universale. Vale per ogni discepolo di Gesù. Chi vuole partecipare alla salvezza dell’uomo, anche lui deve esporre la sua vita alla morte. Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo. Se invece muore, produce molto frutto. Ester muore dinanzi al re. Produce frutto.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano esponga la sua vita per la salvezza.