Non durante la festa
I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riuniscono nel palazzo del sommo sacerdote. L’ordine del giorno – se così possiamo dire – consiste in un solo punto da trattare. Gesù va catturato. Ma come catturarlo? Quale strategia usare? Pensare di tendergli qualche trappola su qualche argomento o materia di Scrittura è impossibile. La sua sapienza è oltremodo superiore alla loro. Tante volte lo hanno messo alla prova e ogni volta tornavano a mani vuote. La trappola veniva armata invano, scattava a vuoto. Anche se per catturare Gesù vi era solo l’arma dell’inganno, non viene manifestato di quale inganno si tratta. Forse ancora non era neanche stabilito di quale inganno ci si dovesse servire. Una cosa però è certa: loro studiano, analizzano, mettono a confronto tutte le possibili vie. Pur dovendo constatare che in questo momento non viene svelata nessuna modalità pratica di sicura efficienza, una verità storica però viene detta. I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo decidono che Gesù non debba essere catturato durante la festa di Pasqua. Non in virtù della solennità della ricorrenza, ma per non far sorgere una qualche rivolta fra il popolo. Capi dei sacerdoti, farisei, scribi, sadducei temono che il popolo si possa schierare in favore di Gesù. Sarebbe per loro la sconfitta della loro politica religiosa. La rivolta andava rigorosamente evitata. Il pensiero è dell’uomo. La decisione è di Dio. Questa verità nessuno la vuole accogliere nel suo cuore, nessuno la elegge a regola della sua vita. Dice il Libro dei Proverbi che i cavalli sono pronti per la battaglia, la vittoria però la decide il Signore. Se quanti non credono in Cristo non possiedono questa luce e questa verità, il cristiano è obbligato a possederla. Sempre lui deve sapere che non è in suo potere dirigere i propri passi. Anche in gergo si dice che l’uomo propone e Dio dispone. Al cristiano è chiesto di entrare in una visione vera della storia, degli eventi. Avendo una visione secondo divina verità, può sempre controllare la storia con la preghiera, perché può sempre chiedere al Signore, al solo Signore di ogni storia, che custodisca la sua vita nella sua divina volontà. E anche gli eventi della terra li guidi secondo il suo volere. Senza questa visione di fede, la storia rimane un libro ermetico. La si fa consistere in un insieme di eventi senza senso. Invece è sufficiente leggere il Libro dell’Apocalisse e si conosce che dietro ogni pagina del libro che si sfoglia, c’è sempre Cristo Gesù che ne scioglie il sigillo. Loro decidono che Gesù non debba morire durante la festa. Gesù muore proprio durante la festa e nel giorno della solenne preparazione. Disegno degli uomini, disegno di Dio! Decisione degli uomini bocciata da Dio!
Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo». Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola. I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!». Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto» (Mt 26,1-13).
La stessa verità dovrà essere affermata per il secondo evento del brano evangelico sul quale stiamo meditando. La donna che viene da Gesù con il vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versa sul capo, mentre lui era a tavola, viene giudicata e condannata per aver sprecato un patrimonio, con il quale si sarebbe potuto fare molto bene ai poveri. Anche questa è visione miope, carente di ogni luce di trascendenza nel cuore e di ogni soprannaturale sapienza o divina ispirazione nella mente. Gesù difende la donna. Vede nella sua azione un vero gesto di profezia: Lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. Ancora una volta Dio non fa suoi i pensieri dell’uomo, neanche quando si tratta di pensieri di carità, elemosina, bene da fare. Il bene, ogni bene, mai dovrà nascere dal cuore dell’uomo. Ogni bene, tutto il bene, che ogni uomo fa, deve nascere dal cuore del Padre, deve essere per purissima ispirazione del suo Santo Spirito. Ogni discepolo di Gesù è così avvisato. Allora è giusto che ognuno sempre si chieda: il bene che io sto facendo, viene dal mio cuore o viene dallo Spirito Santo? Se viene dal mio cuore, non amo dal cuore del Padre, non amo coloro che il Padre vuole amare in questo istante. Il cristiano diviene così la mano, il piede, il braccio, la bocca di Dio. Il cuore però che ama non deve essere il cristiano, ma il Padre. Il cuore del Padre è manifestato al cristiano per mezzo dello Spirito Santo. Quando il cristiano lascia la volontà dello Spirito, che è volontà del Padre, volontà conosciuta, per dedicarsi ad opere di amore provenienti dal suo cuore, ama con le sue mani, ma non con il cuore del Padre. Cammina con i suoi piedi, ma non va dove lo dirige il Padre. È senza il cuore del Padre. Ma anche Dio non può amare perché privo di mani e piedi.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci mani e piedi perché il nostro Dio possa amare oggi e sempre.