Non abbiamo che cinque pani e due pesci
Vi è una differenza sostanziale, essenziale tra Cristo Gesù e i suoi discepoli. Essa non consiste nell’onnipotenza che è essenza eterna della Persona del Figlio di Dio. Neanche nella relazione che il Figlio vive con il Padre. Nemmeno è nella preghiera efficace. La differenza è nel cuore. Gesù ha un cuore di carne. I discepoli hanno un cuore di pietra. Lo Spirito Santo ancora non ha tolto dal loro petto il cuore di pietra e al suo posto non ha ancora messo il cuore di carne. Gesù ancora non è morto, non è stato trafitto, non ha versato dal suo costato il sangue e l’acqua. I discepoli sono ancora figli del vecchio mondo. Non sono figli del nuovo mondo. Lo diverranno il giorno della Pasqua quando Cristo li ricolmerà del suo Santo Spirito.
È il cuore che fa la differenza tra una persona ed un’altra. I discepoli, vedendo ogni cosa con il cuore di pietra, vedono cinque pani e due pesci. Con così poca roba nulla si potrà fare. Basta per uno. Non basta per molti. Gesù invece vede la folla con il cuore di carne. A causa del suo cuore sa che basta amare, è sufficiente volere amare, perché l’amore si trasformi in preghiera e la preghiera in onnipotenza. Ma questo ragionamento o deduzione logica è fatta solo dal cuore di carne. Un cuore di pietra non deduce, non argomenta, non opera. Per il cuore di pietra ciò che è, è. Ciò che non è, non è. Non può essere ciò che è poco, molto. Il poco per il cuore di pietra mai diverrà assai. Rimarrà sempre poco. Poco è e poco resta. Per il cuore di carne invece il poco diviene molto, diviene abbondanza da sfamare il mondo intero, se necessario.
Nessun problema del mondo potrà essere risolto, se l’uomo rimane con il cuore di pietra. Chi potrà dare all’uomo il cuore di carne è solo lo Spirito del Signore. Ma lo Spirito lo dona Cristo Gesù. Cristo Gesù lo dona per la mediazione della sua Chiesa. Sono gli Apostoli che devono dare da mangiare alla gente, ma come? Donando ad ogni uomo un cuore di carne con il quale il poco potrà sempre essere trasformato in molto. Se la Chiesa darà lo Spirito santo a molte persone, le possibilità di bene si moltiplicano sulla terra. Se invece lo Spirito di Dio non è dato, le possibilità di bene si restringono perché il cuore di pietra trasforma il molto in poco. Oggi l’umanità con la sua scienza, le sue tecniche non sarebbe forse nelle possibilità di sfamare il mondo intero? Perché non riesce? Perché il cuore di pietra trasforma il molto in poco, anzi in niente. Molte volte lo trasforma in un mezzo di distruzione, devastazione, rovina.
Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste (Lc 9,10-17).
L’umanità non ha scelta. Per vincere i mali del mondo è necessario che il cuore di Cristo Gesù diventi cuore di ogni uomo. Ma oggi in questa verità molti discepoli di Gesù più non credono. Anche loro stanno mettendo da parte Gesù Signore rifugiandosi in un Dio senza identità, senza Parola, senza Spirito Santo, senza Cristo. Se il Padre dei Cieli ha mandato il suo Figlio Eterno nel mondo, perché si incarnasse, si rivestisse di cuore umano, vero cuore di carne, per poi dare questo cuore, tramite l’opera dello Spirito Santo, per la mediazione sacramentale della Chiesa, come è possibile che quanti sono chiamati non solo a credere in questa verità, sono essi stessi i distruttori e i rinnegatori di essa? Se Dio ha stabilito che sia il cuore di Cristo, trapiantato in ogni uomo, la via della vita dell’umanità, possiamo noi annullare questo decreto eterno del Padre, del vero Dio, in nome di un falso dio pensato e costruito da noi? Ma la negazione di Cristo è il frutto e l’opera del cuore di pietra. Essa attesta che da cuore di carne il discepolo di Gesù è tornato ad essere cuore di pietra e secondo questo suo cuore pensa, agisce, opera. Ma con quali risultati? La fame rimane fame, l’odio rimane odio, la malvagità rimane malvagità, la cattiveria rimane cattiveria, il deserto resta deserto, le inimicizie creano inimicizie. La misericordia vissuta con il cuore di pietra è misericordia umana e non divina e l’uomo rimane nella sua misera condizione di morte. Con il cuore di carne, la terra dona vita a tutti. Con il cuore di pietra dona morte a tutti. Il cuore di pietra non conosce la verità delle cose. Pensa che siano esse che gli danno vita. La vita la dà solo il cuore di carne che trasforma tutto in amore. Ma il cuore di carne solo Cristo lo dona per il suo Santo Spirito per la sua Chiesa.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberare da ogni stoltezza il cristiano.