Nell’amicizia di Cristo la nostra vita è piena (Speciale GMG 2011)

I giovani del Movimento come preparazione immediata alla 26a GMG di Madrid, dedicheranno due speciali appuntamenti all’approfondimento del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI.

Le risposte sono a cura del teologo Mons. Costantino di Bruno, assistente ecclesiastico centrale del Movimento Apostolico.

D. Perché Giovanni Paolo ha consegnato la croce nelle mani dei giovani rendendola così simbolo della GMG.

R. Cos’è la croce? L’amore di Cristo, che è amore del Padre, che viene consegnato a un mondo che lo deve portare innanzi. Voi giovani dovete essere capaci di assumervi questo impegno. Siamo i testimoni dell’Amore. La croce è l’espressione più alta dell’amore; essa svela fin dove può arrivare l’amore: spogliarsi, annientarsi, annichilirsi, perdersi, ma non come un fine a se stesso, ma per trasformarsi in un seme di amore eterno che solo può nutrire l’umanità. In fondo l’altra immagine della croce è l’Eucaristia. L’Eucaristia è la croce che si fa cibo di vita eterna, che si consegna a noi sotto la forma del pane e del vino. E’ sempre l’amore di Cristo che viene dato perché noi lo trasformiamo in amore nostro e lo diamo ai fratelli. La croce non è un sacrificio o una privazione chiusa in sé. E’ un sacrificio, una privazione, un amore, e quindi è un dono. Dalla croce Cristo Gesù ha fatto scaturire la sorgente della vita: l’acqua che è lo spirito e il sangue che sono i sacramenti. Dalla croce, dal suo dono, dal suo corpo. Pensate se un giovane oggi dovesse prendere questa consegna di Cristo e farla sua. Ricordatevi che Cristo quando morì in croce era giovane aveva appena trentatre anni, tutta la gioventù di Cristo era sulla croce. Lui a trent’anni iniziò la missione più alta di tutta la storia e a trentatre la compì. Cristo è giovane, vi appartiene, è vostro. Imitatelo!

D. Come si instaura un rapporto di amicizia con il Signore?

R. Con il Signore c’è bisogno di una mediazione umana. Tu al momento del battesimo sei diventata Cristo, tu sei corpo di Cristo, tu sei la vita di Cristo. Se non si passa a Cristo attraverso te, Cristo non sarà mai conosciuto, mai amato, mai ascoltato. Tu oggi devi essere nella storia il suo cuore, la sua vita, la sua parola, il suo amore, e anche la sua croce. Noi andiamo a Dio attraverso la mediazione umana. Cristo ha bisogno oggi di essere reso presente nella storia, e questa presenza la dai tu, la dò io, la dà un altro, ma dobbiamo essere presenza visibile di Cristo. Perché al tempo di Gesù molti si sono riavvicinati a Dio? Perché Cristo rendeva presente il Padre nella storia. La frase che Cristo pronunciò nel cenacolo vale anche per noi oggi: “Chi vede me vede il Padre”, e chi vede te, oggi, deve vedere Cristo. Ed è in questa visione che l’altro incomincia a diventare amico di Cristo, perché tu glielo manifesti e poi gli parli di Lui, dici le ragioni della tua fede, le ragioni della tua vita e l’altro attraverso te passa a Cristo. Questa è la via della vera amicizia con Cristo Gesù, per cui se tu fallisci, fallisce anche l’altro nell’incontrare Cristo. Tu sei necessaria a Dio perché gli altri si incontrino con Cristo.

D. Il tema di quest’anno della GMG sarà: “Radicati e fondati in Cristo. Saldi nella fede”. Ci può spiegare?

R. Quando tu ti radichi in una cosa significa che tu e la cosa diventate un’unica realtà. Il terreno e la pianta sono una sola cosa. Il terreno senza la pianta non fruttifica, la pianta senza il terreno non vive. Il terreno cosa dona alla pianta? La vita, i frutti, la crescita, lo sviluppo. Tu pianti nella terra un piccolo seme e dopo anni diventa un grande albero, un albero maestoso. Quando tu sei radicata in Cristo, Cristo ti dona la linfa, tu cresci e produci frutti. Che frutti produci? Secondo la tua natura, e la tua è natura di Cristo, perché nel battesimo sei stata fatta in Cristo e sei stata radicata in Cristo, piantata in Cristo, per cui tu e Cristo diventate una cosa sola. Qual è lo specifico dell’essere radicati? Attingere sempre la linfa dal fondamento nel quale tu sei posta. Nel vangelo tu hai la casa fondata, costruita sulla roccia. Il papa ti vuole dire che Cristo è l’unico fondamento sul quale tu puoi costruire la tua vita, perché tutti gli altri fondamenti sono fallaci. Quando tu saldi una cosa i pezzi della saldatura diventano un’unica cosa. Se tu sei saldata nella fede, tu e la fede diventate un’unica cosa e non ci sono dei momenti in cui tu vivi di fede e momenti in cui non vivi di fede. Poiché tu sei saldata nella fede, sei divenatata una cosa sola con la fede, tu non puoi mai dimenticare la fede e tutte le tue decisioni sono decisioni di fede, come tutte le tue azioni sono azioni di donna. Non è che tu e l’essere donna siete due cose separate, tu sei sempre donna qualsiasi cosa tu faccia perchè il tuo essere e la femminilità sono stati saldati in un’unica cosa, siete stati create così. E così dev’essere per il cristiano, deve essere creato, con la fede, una cosa sola. I tuoi pensieri saranno di fede, le tue azioni saranno di fede, la tua vita sarà di fede sempre, perché sei una cosa sola.

D. Qual è l’importanza di incontrarsi e di pregare insieme ad altri giovani?

R. La fede non si vive mai da soli. La fede ha bisogno di supporto. Tu che hai una fede più grande puoi dare una fermezza di fede a colui che ce l’ha più debole. Oppure tu puoi ricevere il completamento della tua fede dalla fede di un altro. Poichè voi giovani siete il presente e il futuro della chiesa è giusto che voi vi confrontiate nella fede, cresciate nella fede, comunichiate nella fede, vi verificate anche nella fede. Vivere insieme la propria fede è essenziale per la nostra vita. Poiché voi giovani avete la stessa mentalità, gli stessi gusti, le stesse tendenze, è giusto che vi sia questo confronto di fede, perché è un confronto che vi fa crescere, vi fa aumentare, vi fa vivere. Voi che andate a Madrid vi accorgerete che lì c’è un altro mondo che vive, e che la fede non è una realtà astratta ma è concreta e abbraccia tutti gli strati della vita umana e allora la tua fede si arricchisce perché entra in una comunità nuova, una vita nuova. Gli incontri di fede sono sempre arricchenti.

D. La fede è personale ma c’è bisogno anche della fede degli altri per essere aiutati e sostenuti. Qual è l’importanza della vita nella chiesa per i giovani?

R. Nella fede la risposta è personale. La fede è una chiamata, è una parola che Dio ti rivolge. La risposta a questa parola è personale. Qual è la necessità di viverla in comunione? Noi ci dobbiamo rafforzare gli uni gli altri. Se tu sai come io ho risposto al Signore aiuta anche te a dare una risposta santa al Signore. Perché tu leggi il vangelo? Cos’è il vangelo per voi? Per me il vangelo prima di essere un messaggio per me, è la risposta che Cristo diede al Padre. Esso narra come Cristo ha risposto all’amore del Padre. E tu hai il vangelo: una parola che il Padre disse a Cristo e come Cristo risponse. E tu hai tutta la vita di Cristo che diviene una risposta consequenziale di amore, di pace, di misericordia, di verità, di giustizia, di santità, di perdono, in ogni campo. Allora tu vedi che Cristo risponde bene al Padre e ti incoraggi: “Ha risposto Lui posso rispondere anch’io”. Poi leggi gli Atti degli Apostoli e noti che c’è un’altra risposta, c’è la risposta di Pietro, di Filippo, di Stefano, di Paolo, di Barnaba, e vedi diverse risposte. La parola è sempre una, quella di Dio, ma la vita è differente. In questa differenza di risposte tu capirai che anche la tua risposta dev’essere differente, non può essere omologata. Qual è la causa di tanti fallimenti nella vostra fede? E’ in questa risposta omologata che voi fate, tutti uguale, tutti allo stesso modo. Invece voi dovete avere una risposta personale, un’identità personale nella fede, una visione personale nella fede; e allora l’altro ti aiuta a capire la fede e tu puoi essere nell’unica fede, però devi avere una risposta tua che ti aiuterà a realizzare il progetto di Dio. Ma questo vale anche per il Movimento Apostolico. La risposta dell’Ispiratrice è una risposta personale, unica in tutta la storia della Chiesa. Capirai che la personalizzazione della fede non è un peccato, ma è la essenza stessa della fede. Ma voi omologate la fede: tutti le stesse cose, tutti la stessa vita, tutti la stessa risposta, ma questa non è fede, perché manca la relazione personale con Dio. Noi abbiamo tanti sacerdoti che hanno abbracciato la spiritualità del Movimento Apostolico, ognuno di loro vive la sua fede personalizzata perché io ho sempre impedito che la fede venisse omologata. Ognuno deve vivere la sua personale risposta al Signore.

D. Cosa significa portare la croce nel mondo?

R. Significa portare l’amore di Cristo in questo mondo. L’amore è la capacità di dare la tua vita perché un progetto di Dio, di salvezza, si realizzi. L’Ispiratrice del Movimento Apostolico ha preso la sua croce e l’ha portata perché il progetto di salvezza del Signore si potesse realizzare. Ma l’Ispiratrice da sola non basta, per noi del Movimento Apostolico. Occorre che ognuno abbia questa fermezza nello Spirito Santo di assumersi la propria vocazione, perché la croce è risposta alla parola di Dio. Ti assumi la parola che il Signore ti dice ogni giorno, la vivi, ti eserciti in essa, tu porti una croce di salvezza perché tu porti l’amore del Padre in Cristo nello Spirito Santo. Portare questo mistero di salvezza che salva te e salva gli altri.

D. A volte c’è un entusiasmo particolare per questi incontri della GMG. Come far capire, e capire anche noi, che queste sono esperienze che debbono essere durature?

R. Il duraturo non te lo dà la GMG, ma te lo dà l’impegno quotidiano che tu metti nella crescita della tua fede. L’impegno quotidiano è prima della GMG e dopo la GMG. Da qui fino a Madrid tu devi crescere nella fede, tu devi andare a Madrid con una fede più robusta, più solida, più forte, tu dovresti andare a Madrid con una certezza nel cuore: “Io devo realizzare un progetto di Dio nella mia vita”. Se non hai questa fede, vivi pure un’esperienza a Madrid ma il progetto di vita non ce l’hai e allora non hai fede. Dio a te dice una parola particolare, singolare, unica, specifica che non ha mai detto a nessuno nella storia. Tu vai lì, verifichi il tuo progetto, lo esponi anche agli altri, lo comunichi ai tuoi fratelli e torni con una certezza nel cuore che tanti tuoi fratelli che vivono la tua stessa esperienza hanno un progetto di vita che bisogna realizzare. Nel suo documento il papa dice che una volta, ai suoi tempi, si insegnava a salire in alto, a coltivare un ideale, ad avere un progetto di vita alto e non basso. A volte si mancava di una autentica parola di Dio, che non si chiedeva al Signore. Ora noi abbiamo la grazia di conoscere una parola forte del Signore. Se noi iniziamo a realizzare questo progetto alto della nostra vita andiamo a Madrid con qualcosa di nostro, di personale, e possiamo comunicare agli altri perché l’altro vuol sentire qualcosa di te. Quando san Paolo parlava aveva sempre presente questo alto progetto della sua vita come risposta a Dio e quando il profeta Agabo gli disse di non andare a Gerusalemme lui gli rispose che aveva un progetto personale da attuare e doveva andare a Gerusalemme. Paolo lo comunicava e dava forza. Se voi omologate i vostri progetti di vita non succede nulla, e la GMG rimarrà un evento eclatante, bello, di entusiasmo, di partecipazione, però poi ritornerete senza progetto, perché voi andate senza progetto. Voi dovreste andare con un progetto e far sì che questo progetto venga ammirato dagli altri come io ammiro il progetto di Cristo e di Paolo e il progetto di tutti i santi che sono nella Chiesa.

D. Nella vita quotidiana quando cerco di portare Gesù agli altri giovani una delle risposte più gettonate è che loro sono amici di Cristo e che Cristo lo portano nel cuore. Si può vivere un’amicizia con Cristo distanti dal vangelo e distanti anche dalla Chiesa?

R. Loro hanno un Cristo personale, non hanno il Cristo di Dio. Il Cristo di Dio nasce dalla parola, nasce da un progetto, nasce da un desiderio che Lui ha su di te. Non è la mia amicizia verso Cristo che conta, ma è l’amicizia di Cristo verso di me. Nel momento in cui io dico a Cristo che voglio essere suo amico, Lui mi manifesta il progetto che ha su di me. Se vai nel vangelo non c’è un solo che dopo l’incontro con Cristo non riceva un progetto di vita. Non c’è un solo uomo che non riceva un progetto di vita. Si può vivere un’amicizia con Cristo facendo quello che vuoi? E’ illusoria questa amicizia, non cambia le nostre esistenze. “Voi sarete miei amici se farete ciò che vi dirò” dice Gesù nel vangelo. Io ti do un progetto. Tu lo realizzi: sei mio amico. Questa è la vocazione. Cristo lo vogliamo tutti, ma senza che Lui parli a noi. Quando invece Cristo parla al cuore e ti manifesta il suo progetto di vita allora lì cambia la storia. Quando tu incontri il vero Cristo Lui sempre ti dirà: “Fai questo per me, portami nel mondo, fammi conoscere agli altri, cambia vita, passa alla Chiesa, salva i tuoi fratelli”. Ti ricordi i discepoli di Emmaus, appena hanno incontrano Cristo, subito sono ritornati nel grembo dello Chiesa, senza Cristo se ne stavano andando.

D. Che relazione c’è fra il nostro carisma, la missione che noi viviamo all’interno del Movimento Apostolico e la missione della Chiesa

R. La missione della chiesa è universale, abbraccia tutti gli ambiti della vita umana, tutte le opere di carità spirituale e materiale. Non c’è un ambito della vita umana che è fuori della missione della Chiesa. Tutto è dalla missione della Chiesa. Ora, la chiesa vive anche di missione particolare, e ogni missione è particolare. A noi quale missione ha dato il Signore? L’annuncio e il ricordo della parola del vangelo. Questo è il fondamento di tutte le altre missioni. Una volta che tu porti una persona alla parola, poi, questa persona dalla parola riceverà la sua vocazione, saprà cosa fare. Noi abbiamo un ministero da assolvere, ricordare a tutti la parola del Signore, però in questo ministero, o in questa missione, il Signore parla a te personalmente e ti chiede come vivere la missione tua personale. Se osservi il Movimento Apostolico vedi che singolarmente tutte le missioni che sono all’interno della Chiesa sono vissute dal Movimento Apostolico, perché ognuno ha una parola personale di Dio. La vocazione al matrimonio, la vocazione al sacerdozio, la vocazione a una professione particolare, essere medici, avvocati, ingegneri, architetti, teologi, essere politici. All’interno però di questa conoscenza della parola del Signore nasce la vocazione personale. Tu sei al servizio della vocazione universale della Chiesa che è l’annuncio del vangelo come Movimento Apostolico. Come persona singola che vive nel Movimento Apostolico tu hai una missione particolare. Mentre fai la tua missione all’interno del mondo lavorativo ti ricorderai che a tutti i tuoi fratelli dovrai annunciare il vangelo nella forma della parola. Ecco che le due missioni si incastonano e diventano una cosa sola all’interno del Movimento Apostolico, per cui c’è tutta la missione della Chiesa e tutta la missione particolare di ogni singolo aderente. Questo è bello perché è liberante, e non c’è nessuna omologazione della risposta, infatti non tutti fate le stesse cose. Questo è il mistero che noi viviamo ogni giorno in seno al Movimento Apostolico. E questa è una cosa santa.

Testi suggeriti per la preparazione dell’incontro:

– Il messaggio del Santo Padre per la 26a GMG
– Preghiera per la preparazione della GMG
– Omelia del Santo Padre per la Giornata Mondiale dei Giovani, Domenica delle Palme 2011