Nel quale ho posto il mio compiacimento
SABATO 18 LUGLIO (Mt 12.14-21)
Su Gesù il Padre ha posto il suo compiacimento. Solo perché è il suo Messia? Non è per la missione che il Padre si compiace, ma per l’obbedienza che governa l’intera sua vita, nella mozione e conduzione dello Spirito Santo: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare” (Is 11,1-9). Insegna Samuele a Saul, il re disobbediente, che il Signore non gradisce sacrifici. Il sacrificio a Lui gradito è l’obbedienza: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti. Sì, peccato di divinazione è la ribellione, e colpa e terafìm l’ostinazione. Poiché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re» (1Sam 15,22-23). Di Saul il Signore non si compiace. Egli è disobbediente.
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
La missione di Gesù non solo consiste solo nel prendersi le nostre infermità fisiche, consiste soprattutto nel prendere su di sé le nostre infermità spirituali, che sono tutte il frutto della non conoscenza del Signore Dio nostro: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is 42,1-7). Quanto vale per Cristo Gesù, vale per ogni suo discepolo. Oggi sono molti i cristiani che pensano che ci si debba occupare solo delle infermità materiali, dei bisogni del corpo. Nulla è più errato. Al cristiano incombe l’obbligo di osservare tutto il Vangelo che è anche Legge di condivisione, di elemosina, di aiuto materiale verso i bisognosi. Ma la sua missione specifica è quella di portare ogni uomo nel seno di Cristo, perché Cristo Gesù lo porti nel seno del Padre. Quando una persona è portata nel seno del Padre, sarà il Padre a prendersi cura in ogni cosa di quell’uomo, a condizione che sempre rimanga nel seno del Padre. Urge sempre ricordare che tutti i miracoli di Gesù sono stati operati con la sola Parola. Gesù è l’uomo della Parola.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che anche il cristiano sia l’uomo della Parola di Gesù.