NEL NOME DI GESÙ CRISTO, IL NAZARENO

MERCOLEDÌ 15 APRILE (At 3,1-10)

L’umanità è questo storpio seduto dinanzi alla casa di Dio in attesa che passi qualcuno dinanzi a lui e gli faccia l’elemosina di qualche spicciolo per poter continuare la sua vita da storpio. Secondo il profeta l’uomo non è solo storpio, anche muto, sordo, cieco, manca della verità della sua vita. Manca e non può darsi ciò che gli manca. Il suo spirito, la sua anima, il suo corpo, sono senza la vera vita, perché il peccato li ha fortemente e irrimediabilmente trasformati, deformati, guastati. Il Signore Dio vuole ridare all’uomo la verità della sua vita. Gliela dona per mezzo del suo Cristo: “Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie” (Is 35,3-7). Questa opera di guarigione sia del corpo che dell’anima e dello spirito è affidata al Cristo di Dio: “Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore, per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore, per manifestare la sua gloria” (Is 61,1-3). Tutto ciò che il Cristo di Dio opera, lo deve operare allo stesso modo di Dio, con la sua Parola onnipotente. Mentre in Dio l’onnipotenza è per natura, nell’uomo l’onnipotenza è per la fede, dalla fede.

In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Con la discesa dello Spirito Santo, sono ora gli Apostoli che devono portare a compimento la missione di Gesù. La porteranno a compimento per mezzo della loro parola ricca di Spirito Santo, attinta nel loro cuore pieno di fede in Gesù Signore, proferita dalla loro bocca sulla quale vi è tutta la verità del loro Signore Crocifisso e Risorto. Se il cuore non è pieno di purissima fede e la bocca non confessa la verità del Salvatore e Redentore in tutta la sua pienezza, bellezza, splendore, la missione mai potrà essere portata a compimento. Manca lo Spirito Santo nell’apostolo, perché in lui manca Cristo Signore. Cristo Gesù e lo Spirito Santo dovranno essere il cuore, l’anima, la mente, la volontà, il desiderio dell’apostolo. In Cristo e nello Spirito l’apostolo deve sempre crescere. Quando si interrompe la crescita, anche la missione si interrompe. Da solo l’apostolo non può fare nulla. Anche questa verità è stata solennemente manifesta da Gesù: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli” (Gv 15,5-8). Tutto è dal mistero dell’unità tra apostolo, Gesù, Spirito Santo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni discepolo sia in Cristo e nello Spirito di Dio.