Mia madre e miei fratelli sono questi
20 SETTEMBRE (Lc 8,19-21)
Dall’eternità, nell’eternità e nel tempo e dopo il tempo, Gesù è sempre dalla volontà del Padre. Il suo è più che un voto, più che una promessa, è il dono di se stesso al Padre per ogni istante del tempo e dell’eternità. È verità profetizzata, rivelata nel Salmo.
Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea (Cfr. Sal 40 (39) 1-18).
Ogni ministro di Cristo, con il quale è divenuto una cosa sola, è obbligato per la sua conformazione al suo Signore, a fare la stessa promessa, lo stesso voto, lo stesso dono. Come Gesù a lui è chiesto di non vivere neanche un minuto dalla sua volontà, ma ogni istante trasformarlo in una perfetta obbedienza al suo Dio e Signore. La vita dei ministri di Cristo non è più di essi, è di Cristo che l’ha assunta tutta e ne ha fatto, in Lui, con Lui, per Lui, un dono al padre. Se la vita è del Padre, non può essere usata secondo la loro volontà. Essa dovrà per questo rimanere saldamente ancorata nelle mani di Dio, il solo che potrà disporre di essa secondo le sue esigenze di salvezza.
Sarebbe sufficiente questo solo principio di fede, per dare al ministero sacro una vera dimensione soprannaturale. Esso sarebbe una perenne mozione dello Spirito Santo e una obbedienza ininterrotta a Dio. Non si sciuperebbe tanto tempo prezioso per la salvezza in cose futili, vane, inutili, peccaminose, insignificanti. Di ogni minuto che il ministro di Cristo avrà tolto alla salvezza, secondo la mozione dello Spirito Santo, domani dovrà rendere conto al Signore. Neanche per la cura degli affetti terreni il tempo dovrà essere sottratto allo Spirito di Dio. Il ministro dovrà essere come Melchisedek: senza padre, senza madre, senza genealogia, senza origini. Lui è solo dalla volontà del Padre suo. Dio è il solo ed unico Padre al quale prestare ascolto.
E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Il Vangelo attesta che da quando Gesù ebbe dodici anni, cioè dal giorno in cui Lui è divenuto come vero uomo, religiosamente e moralmente responsabile dinanzi a Dio, il Padre lo ha preso tutto a suo servizio. È come se Lui si fosse legato nella volontà del padre, incatenato ad essa, per mezzo del suo Santo Spirito. Da quel giorno la vita non fu più sua, neanche prima lo era stata. Il Verbo Eterno dal primo istante senza istante che è l’eternità, ha dato tutto se stesso al Padre come vero Figlio. Da Verbo Incarnato, sulla terra dal primo momento in cui la sua coscienza era capace di darsi pienamente a Dio. Lui al Padre si è dato tutto: nei pensieri, nel cuore, nell’anima, nei sentimenti. I suoi desideri erano quelli del Padre e così la sua volontà. La risposta di Gesù va ben compresa: è mia madre e sono miei fratelli coloro che fanno la volontà del Padre mio. È volontà del Padre mio che mia madre e i miei fratelli non disturbino mai me perché io sono sempre dalla volontà del Padre. Se il Padre mi manda a loro, sono per loro per obbedienza. Se mi dice di andare altrove, vado altrove per obbedienza. Sono suo. Tutto in me è obbedienza. La mia vita è un dono. Non mi appartiene più.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci purissimo dono al Padre.