Mi hanno odiato senza ragione
Il peccato ha sempre le sue ragioni di peccato per fare il male. Il peccato chiama peccato, così come l’abisso invoca l’abisso. C’è il peccato di reazione o peccato provocato dalle azioni non sante e non buone o non perfettamente sante e non perfettamente buone dell’altro. C’è però un male che è provocato dal più purissimo bene, dalla più alta santità, dall’amicizia più elevata con il Signore, dalla più totale, piena, infallibile obbedienza alla Legge del nostro Dio. Questo peccato è così annunziato nel Libro della Sapienza. È il peccato degli empi. Costoro dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c’è rimedio quando l’uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti. Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati: è un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore, spenta la quale, il corpo diventerà cenere e lo spirito svanirà come aria sottile. Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell’oblio e nessuno ricorderà le nostre opere. La nostra vita passerà come traccia di nuvola, si dissolverà come nebbia messa in fuga dai raggi del sole e abbattuta dal suo calore. Passaggio di un’ombra è infatti la nostra esistenza e non c’è ritorno quando viene la nostra fine, poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro. Venite dunque e godiamo dei beni presenti, gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza! Saziamoci di vino pregiato e di profumi, non ci sfugga alcun fiore di primavera, coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano; nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze. Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere, perché questo ci spetta, questa è la nostra parte. Spadroneggiamo sul giusto, che è povero, non risparmiamo le vedove, né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato. La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile. Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà» (Sap 2,1-20). Questopeccato non ha alcuna ragione se non in se stesso. Esso è il frutto solo del peccato personale. Mai, in nessun modo, per nessuna ragione, ci si può appellare ad una causa, un motivo che è fuori di esso. Questo peccato è responsabile di se stesso.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio (Gv 15,18-27).
Quando il peccato raggiunge livelli elevati nella malvagità, nella cattiveria, nel vizio, nella disonestà, esso ha bisogno di peccato per nutrirsi. È allora che il peccato si nutre lasciandosi consumare in altri peccati ancora più gravi, senza mai più potersi arrestare. Gesù è il Santo di Dio, il suo Cristo. Mai ha conosciuto il male. Mai ha fatto un gesto, mai ha proferito una sola parola, che non fossero purissima bontà, carità, verità, misericordia, giustizia secondo Dio, luce. Mai ha dato un solo motivo di male per essere odiato a tal punto da studiare le vie più efficaci per toglierlo di mezzo, per stirparlo dalla terra dei viventi. Se Gesù avesse dato ad una sola persona un solo motivo o ragione, l’odio avrebbe anche potuto essere scusato. Lo odiamo – potrebbero dire coloro che lo vogliano morto – perché ha fatto del male ad un solo uomo che vive tra noi. Vogliamo vendicare il male. Vogliamo attestargli che Lui non può fare ciò che vuole. Nulla di tutto questo in Gesù. L’odio è senza ragione e per questo è ingiustificabile dinanzi a Dio. Gesù chiederà perdono per quest’odio adducendo un motivo di ignoranza, di non scienza. Le motivazioni di Gesù non valgono per coloro che lo hanno odiato senza ragione. Quando si presenteranno al cospetto del Signore per il giudizio, allora dovranno essere loro a giustificarsi.
Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che un cristiano conosca il male. Liberatelo sempre.