Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi
Il vero umanesimo nasce quando ogni uomo inizierà a fare la differenza tra sé e ogni animale. La differenza non è solo qualitativa, essa è ontologica. L’uomo è il solo essere nella creazione visibile fatto ad immagine e a somiglianza del suo Creatore. Nel Giardino dell’Eden, l’uomo inizia a conoscere se stesso, facendo la differenza tra sé e tutti gli animali da lui incontrati e ai quali lui stesso dona il nome. Dare il nome è vera signoria. L’uomo è il signore degli animali. Non è il loro partner. Questa distinzione e differenza è necessaria, obbligatoria.
Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gen 1,28).
E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse (Gen 2,18-20).
Gesù fa sempre la differenza tra un uomo e un animale. Le sue parole sono chiare, limpide.
Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga; ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene». E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra. Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire (Mt 12,9-14). Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! (Mt 10,29-31).
Nel territorio dei Gerasèni Gesù sacrifica circa duemila porci per la salvezza di un uomo. Per un uomo d’affari di oggi e di ieri un porco vale più che un uomo. Per Gesù un uomo vale più di duemila porci e di tutti i porci e gli animali che sono nel mondo. L’uomo vale quanto vale Dio. Infatti Dio per la vita di un uomo non ha sacrificato solo duemila porci, ha consegnato alla morte sul duro legno della croce il suo Figlio Unigenito. Per questo Gesù viene allontanato dal territorio. Lui è un “sovvertitore” di tutta l’economia di mercato, nella quale esiste il profitto, non l’uomo. L’uomo deve essere sacrificato ad essa. L’economia sempre sacrificherà l’uomo. È responsabilità di ogni uomo non lasciarsi sacrificare. L’insegnamento di Gesù è più che attuale.
Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati (Mc 5,1-20).
Per la verità dell’uomo non c’è spazio nel nostro territorio. L’animale viene prima, sempre prima.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità dell’uomo sempre.