Maestro, rimprovera i tuoi discepoli
Alcuni farisei tra la folla dicono a Gesù: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. Essi vogliono che Gesù impedisca il compimento della storia stabilito dal Padre. Quando Dio decide che il tempo è compiuto, sempre il tempo si compie. È Lui il Signore. La risposta di Cristo non solo ribadisce che la storia deve compiersi. Vi aggiunge un particolare carico di immenso significato di rivelazione: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. La risposta di Gesù è inequivocabile per i farisei che conoscono la Scrittura: la pietra grida per svelare la malvagità dell’uomo. Si potrebbe comprendere la risposta di Gesù secondo questo significato, lasciandoci aiutare da Abacuc: Voi non volete che la folla gridi la mia verità di Messia. Ebbene, se loro taccino, si alzeranno le pietre e grideranno la vostra disonestà, il vostro peccato.
«Guai a chi accumula ciò che non è suo, – e fino a quando? – e si carica di beni avuti in pegno!». Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori, non si sveglieranno e ti faranno tremare e tu diverrai loro preda? Poiché tu hai saccheggiato molte genti, gli altri popoli saccheggeranno te, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. Guai a chi è avido di guadagni illeciti, un male per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto e sfuggire alla stretta della sventura. Hai decretato il disonore alla tua casa: quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. La pietra infatti griderà dalla parete e la trave risponderà dal tavolato. Guai a chi costruisce una città sul sangue, ne pone le fondamenta sull’iniquità. Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli si affannino per il fuoco e le nazioni si affatichino invano? Poiché la terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare. Guai a chi fa bere i suoi vicini mischiando vino forte per ubriacarli e scoprire le loro nudità. Ti sei saziato d’ignominia, non di gloria. Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti (Cfr. Ab 2,6-20).
Nei passi paralleli invece Gesù ricorda il Salmo 8. È un inno alla maestà e gloria del Signore. Sono i bambini e i lattanti che gridano al mondo la grandezza e la magnificenza del loro Dio. Bambini e lattanti gridano la verità di Cristo, il Dio venuto nella carne per la salvezza dell’uomo.
O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! (Sal 8,1-10).
Nessuno potrà mai fermare la volontà di Dio in ordine alla salvezza dell’uomo. Ognuno potrà porsi lui fuori del mistero della vera redenzione che il Signore ci offre in Cristo Gesù. Mai potrà fermare l’opera di Dio. Se lui vuole ostacolare il Signore, le pietre grideranno contro di lui i suoi misfatti e i suoi peccati. Non è Dio che grida. Sono le pietre sulle quali l’uomo poggia il piede.
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,28-40).
Osservando quanto accade il giorno dell’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme, dobbiamo confessare che in alcun modo si potrà pensare ad un re che viene per dichiarare guerra ad altri popoli. Lui viene come re di pace, re umile, mite. Viene per dare tutto se stesso all’uomo, per la sua riconciliazione con il suo Dio, Creatore e Signore, e con gli uomini. Lui viene per fare di tutti i popoli un solo popolo, un solo corpo sotto un unico Dio: il Padre suo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci parte del mistero di Cristo Gesù.