Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?
La domanda posta a Gesù è di una chiarezza unica. Si chiede a Lui che dica al mondo intero qual è, a suo giudizio, secondo scienza, sapienza, conoscenza, coscienza personale, il più grande comandamento. Traduciamo. Gesù deve dire qual è la più alta, eccelsa, prima volontà di Dio da compiere. Questo significa che se questo comandamento non è vissuto, tutti gli altri non producono alcun frutto di vita eterna. O se si preferisce: qual è il comandamento che racchiude tutti gli altri? Gesù risponde secondo la Legge Antica perché sulla Legge Antica verteva la domanda. Ma noi non siamo della Legge Antica, siamo della Legge Nuova. È giusto allora che ci chiediamo o chiediamo direttamente a Lui: “Maestro, nella Nuova Legge, qual è il più grande comandamento?”. Questa domanda a Lui è stata fatta e Lui ha anche risposto. Essa si trova nel Vangelo secondo Giovanni. La troviamo sia al Capitolo VI che al Capitolo XIII.
«In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,26-40). Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica (Gv 13,12-17).
Qual è allora il più grande comandamento della Nuova Legge? È fare del cuore di Cristo il nostro cuore, della sua vita la nostra vita, dei suoi pensieri i nostri pensieri, della sua croce la nostra croce, del suo amore il nostro amore. Come Lui ha lavato noi con l’acqua del suo Santo Spirito così anche noi dobbiamo lavarci gli uni gli altri con il suo Santo Spirito che deve essere nostro Santo Spirito. Cristo Gesù si ama facendolo nostro corpo, nostra anima, nostro spirito. I fratelli si amano versando per loro il nostro sangue come espiazione, redenzione, salvezza. Il cristiano può amare solo in Cristo, con Cristo, per Cristo, divenendo suo presenza viva in mezzo ai suoi fratelli. Le altre vie appartengono alla Legge Antica. La Nuova è Cristo.
Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,34-40).
Per il cristiano ogni amore non vissuto in Cristo, per Cristo, con Cristo, che è nostra unica e sola forma, modalità, sostanza, essenza, realtà del vero amore, è un amore inadeguato o addirittura falso. È falso ogni amore cristiano che non ha come fine la salvezza eterna. È falso ogni amore che disgiunge il corpo dall’anima e dallo spirito. È falso ogni amore separato dal dono dello Spirito Santo e dal sangue del proprio corpo offerto in espiazione per la salvezza. È falso ogni amore che esclude il corpo di Cristo dall’amore per concentrarsi su altre persone. Gesù lo rivela con chiarezza: “Se voi, miei discepoli, vi amerete come io ho amato voi, allora il mondo crederà in voi, crederà in me”. Traduciamo. Gesù lava i piedi agli Apostoli. Pietro lava i piedi ai suoi fratelli apostoli. Gli Apostoli lavano i piedi ai loro collaboratori, i presbiteri. I presbiteri lavano i piedi ai loro collaboratori fedeli laici. I fedele laici lavano i piedi ai loro fratelli laici. Il mondo vede quest’amore e crede in Cristo, perché vede Cristo in essi. Oggi è come se fosse avvenuta una involuzione. Stiamo passando dalla Nuova Legge all’Antica. Vogliamo amare quanti non sono corpo di Cristo, dimenticandoci del corpo di Cristo. Amore non vero. Stiamo abolendo Cristo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che l’amore per Cristo e per il suo corpo siano una cosa sola.