Ma io non sono solo, perché il Padre è con me

Quando la Chiesa e in essa ogni comunità, sotto qualsiasi modalità dovesse rivelarsi, manifestarsi, costituirsi – Ordine, Congregazione, Associazione, Movimento, Gruppo – viene fondata dalla sola relazione uomo con uomo, essa è destinata al fallimento. Vale per ogni comunità il grido di Geremia: “Così dice il Signore: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti. Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni. È come una pernice che cova uova altrui, chi accumula ricchezze in modo disonesto. A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla fine apparirà uno stolto» (Ger 17,4-11). È da Dio che si riceve ogni stabilità, fedeltà, amore, misericordia, grazia. Anche la grazia di amare sino alla fine la si attinge in Dio.

Gesù parla con divina chiarezza ai suoi discepoli. “Io e voi ancora non siamo una cosa sola. Non siamo divenuti una sola vita. Fra poco voi mi lascerete solo. Non avete la forza di affrontare con me il martirio della croce. Ve ne andrete, come pecore senza pastore. Non siete voi né il mio conforto, né il mio aiuto perché io porti a compimento la mia missione sino alla fine. Il Padre invece e è me e io sono con il Padre. Con Lui sono una sola vita, una sola volontà, un solo amore, una sola grazia, una sola fedeltà. Il mio amore è eterno come il suo. La mia fedeltà è eterna come la sua. Lui mi dona il suo amore eterno, la sua fedeltà eterna, ed io potrò stare su qualsiasi croce, posso affrontare qualsiasi tormento, mai vacillerò. Lui sostiene la mia vita, conduce i miei passi, rende saldo il mio cuore, dona stabilità ai miei pensieri, guida la mia volontà perché tutto avvenga secondo il suo eterno disegno e consiglio di amore”. Se il discepolo non stringe con Cristo Gesù una relazione di unità, comunione, unione, fino a divenire con Cristo una cosa sola, sarà per lui impossibile perseverare nell’amore sino alla fine. L’uomo lo tenterà, lo allontanerà, lo ostacolerà nel suo cammino di fede, speranza e carità. Invece guardando perennemente verso Cristo Crocifisso e divenendo una cosa sola con Lui, mai cadrà dall’amore, mai sarà solo, sempre sarà per Cristo, perché è da Cristo, in Cristo, per Cristo.

Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,25-33).

La vita ascetica necessita della vita mistica. Senza mistica mai vi potrà essere ascesi. Non si può salire sulla croce – ascesi – se non si diviene giorno per giorno una cosa sola con Cristo – mistica. Cristo è con il Padre una cosa sola, nella comunione dello Spirito Santo. Essendo una cosa sola, è anche una sola volontà, un solo desiderio di amore. Poiché è nel Padre e con il padre, vive anche nella comunione dello Spirito Santo ed è lo Spirito che lo muove e lo conduce, lo guida e lo rende forte perché possa vivere il suo amore sino alla fine, facendo della sua vita un olocausto, un sacrificio di redenzione e di salvezza per ogni uomo. Se il cristiano non diviene con Cristo un solo corpo, una sola vita, un solo amore, una sola missione, una sola divina ed umana carità in Cristo, con Cristo, per Cristo, alla prima tentazione si distaccherà dalla comunità alla quale egli appartiene e si incamminerà per sentieri personali, che mai potranno essere di vera salvezza, perché la vera salvezza è dal corpo di Cristo e dalla sua unione ed unità con esso. Ignorare questo principio di fede, cadere da esso, è condannarsi al fallimento della propria missione. Chi cerca nell’uomo un appoggio per realizzare la volontà di Dio, sarà certamente deluso. Quale sarà la sua reazione? Giudizio, mormorazione, critica, pettegolezzo, allontanamento prima spirituale e poi anche fisico. Ci si pone fuori del luogo dove il Signore ci aveva collocato per portare a compimento la missione da Lui affidataci. Qualsiasi altra cosa facciamo a nulla serve per la salvezza. Non siamo una cosa sola con Cristo. Noi non siamo con Cristo. Cristo non è con noi. Lo attesta la nostra separazione dalla croce sulla quale il Signore ci aveva collocato per amare sino alla fine. Abbiamo giudicato e rifiutato la croce.

Verine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Cristo.