vangelo del giorno

Ma guai a voi, ricchi 

Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26
11 SETTEMBRE

Il Guai nella Scrittura è fortissimo invito alla conversione. Se non si rientrata nella volontà di Dio, nella sua Legge, verità, giustizia, misericordia, amore, santità, il guai si trasformerà in guai nel tempo, si è fuori della benedizione di Dio, e alla morte in guai eterno, cioè in perdizione, maledizione, condanna al fuoco dell’inferno per sempre.

Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese (Is 5, 8). Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal vino (Is 5, 11). Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da buoi e il peccato con funi da carro (Is 5, 18). Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro (Is 5, 20). Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti (Is 5, 21). Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti (Is 5, 22). Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive (Is 10, 1). Guai a voi, figli ribelli -oracolo del Signore – che fate progetti da me non suggeriti, vi legate con alleanze che io non ho ispirate così da aggiungere peccato a peccato (Is 30, 1). Forse che tutti non lo canzoneranno, non faranno motteggi per lui? Diranno: Guai a chi accumula ciò che non è suo, – e fino a quando? – e si carica di pegni! (Ab 2, 6). Guai a chi è avido di lucro, sventura per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto, e sfuggire alla stretta della sventura (Ab 2, 9). Guai a chi costruisce una città sul sangue e fonda un castello sull’iniquità (Ab 2, 12). Guai a chi fa bere i suoi vicini versando veleno per ubriacarli e scoprire le loro nudità (Ab 2, 15). Guai a chi dice al legno: “Svegliati”, e alla pietra muta: “Alzati”. Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento ma dentro non c’è soffio vitale (Ab 2, 19).

Quando il Signore pronuncia il suo guai, urge immediata conversione. Senza la conversione Lui non può elargire la sua grazia, la sua verità, il suo Santo Spirito, la sua beatitudine e l’uomo si cammina verso la morte eterna. Il guai detto a quanti sono ricchi e sazi e gaudenti è in vista della salvezza eterna che è fortemente in pericolo. Mai esso deve essere visto in funzione dei poveri. Per i poveri, gli affamati, quanti sono nel pianto, si preoccupa il Padre celeste. Se essi rimangono nella Parola, il Padre sarà la loro Provvidenza e darà ogni cosa in abbondanza. Il Vangelo non è socialismo.

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Il Vangelo non è un trattato di socialità, ma è visione soprannaturale della vita in ogni momento di essa e in ogni condizione nella quale essa è posta. Ai ricchi non si chiede di agire in funzione dei poveri, perché ai poveri è chiesto di rimanere poveri, anzi di farsi poveri in spirito. Il Padre, se essi sono nella sua Parola, li benedirà con ogni benedizione. Sono nella sua Parola se sono nei Comandamenti, nelle virtù, nei sacramenti, nella sua Chiesa. Se sono nei vizi non sono nella Parola, sono fuori della legge della fede. Dio non potrà fare nulla per essi. Potrà invitarli alla conversione per essere da Lui benedetti, redenti, salvati. I ricchi, poiché sono nell’ingiusto circa l’uso dei beni di questo mondo, sono esposti a perdizione eterna. Se vogliono salvarsi devono necessariamente entrare nella giustizia perfetta. Devono usare dei beni della terra quanto serve per il quotidiano sostentamento, ogni altra cosa va messa a disposizione della Provvidenza divina. Finché rimarranno nell’ingiustizia, non vi sarà salvezza eterna per essi e neanche benedizione né sulla terra né nei secoli eterni. Salvezza e benedizione sono per chi è nella Parola. Vale per poveri e vale per ricchi.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni uomo, ricco o povero, viva nel Vangelo.