Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro
Del Signore Mosè manifesta al suo popolo santità, verità, luce, provvidenza, cura, amore, compassione, misericordia, perdono. Ma i figli d’Israele nulla hanno compreso. La loro mente è una lastra di bronzo e il loro cuore una colata di acciaio: “Mosè convocò tutto Israele e disse loro: «Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto, al faraone, a tutti i suoi ministri e a tutta la sua terra, le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi prodigi. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire. Io vi ho condotti per quarant’anni nel deserto; i vostri mantelli non si sono logorati addosso a voi e i vostri sandali non si sono logorati ai vostri piedi. Non avete mangiato pane, non avete bevuto vino né bevanda inebriante, perché sappiate che io sono il Signore, vostro Dio. Quando siete arrivati in questo luogo e Sicon, re di Chesbon, e Og, re di Basan, sono usciti contro di noi per combattere, noi li abbiamo sconfitti, abbiamo preso la loro terra e l’abbiamo data in possesso ai Rubeniti, ai Gaditi e a metà della tribù di Manasse. Osservate dunque le parole di questa alleanza e mettetele in pratica, perché abbiate successo in tutto ciò che farete” (Dt 29,1-8). Non c’è alcuna comprensione della grande opera che Dio ha fatto per la loro liberazione, salvezza, redenzione.
Passano gli anni e i secoli. Dio sempre manifesta il suo amore per il suo popolo. Ma niente. Nessuna comprensione. Sempre la mente è lastra di bronzo e il cuore una colata di acciaio: “Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Non ritornerà al paese d’Egitto, ma Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi. La spada farà strage nelle loro città, spaccherà la spranga di difesa, l’annienterà al di là dei loro progetti. Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Adma, ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira. Seguiranno il Signore ed egli ruggirà come un leone: quando ruggirà, accorreranno i suoi figli dall’occidente, accorreranno come uccelli dall’Egitto, come colombe dall’Assiria e li farò abitare nelle loro case. Oracolo del Signore (Os 11,1-11). Bronzo e acciaio rimangono immutabili. Viene Gesù, cammina con i suoi discepoli per tre anni. Manifesta loro il suo mistero. La loro mente è di bronzo e il loro cuore di acciaio. Non c’è comprensione. Siamo in due mondi senza alcuna comunicazione. Quando i discepoli iniziano a comprendere? Quando Gesù apre loro la mente e versa in essa lo Spirito Santo. È lo Spirito del Signore la comprensione del Signore.
La Vergine è piena di Spirito Santo. Anche Giuseppe è uomo giusto. Comprendono essi Gesù? Anche per essi Gesù è un abisso infinito. Mai il finito potrà comprendere l’infinito. Essi, pur essendo nello Spirito Santo, devono attende dallo Spirito il dono della comprensione. Essa va chiesta ininterrottamente. Si chiede senza interruzione. Poi lo Spirito a suo tempo la darà.
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,41-52).
È giusto chiedersi: Perché non vi è immediata comprensione dell’agire di Dio da parte dell’uomo, anche se giusto e santo? Non vi è comprensione immediata, perché essa Dio vuole che sia sempre un dono attuale e non abituale dello suo Spirito. Essa va chiesta allo Spirito sempre per sempre. La Vergine Maria, Donna piena di Spirito Santo, anche Lei deve chiedere allo Spirito il dono della comprensione. Se deve chiederlo Lei il dono, dovrà chiederlo ogni altro discepolo di Gesù. Tutta la storia di Dio con l’uomo va compresa e ogni comprensione viene dallo Spirito Santo. Oggi si è senza Cristo, si è senza lo Spirito di Cristo, si cammina da ciechi.
Madre di Dio, Angeli, Santi fateci essere una cosa sola con Gesù per essere nello suo Spirito.