Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato
Una breve riflessione sulle parole di Gesù: “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” – di certo ci aiuterà ad entrare nel mistero della vera fede. La fede nasce con la semina nei cuori della Parola del Vangelo di Dio e della sua accoglienza, portata al sommo della fruttificazione. Così insegna anche l’Apostolo Paolo: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!”(Rm 10,13-15). Dal momento in cui la Parola entra nel cuore con la predicazione e la grazia del Signore trasforma la nostra persona, il discepolo di Gesù deve camminare di fede in fede, di virtù in virtù, di grazia in grazia, verso tutta la verità, guidato e sorretto dallo Spirito Santo. La fede si vive nel popolo di Dio, come popolo di Dio, nel quale ognuno diviene forza e sostegno per l’altro. Gesù ci dice che possono esserci momenti nella storia – uno di questi è sicuramente l’ultimo – in cui l’amore di molti si raffredderà. In una comunità di un miliardo di credenti in Cristo si potrebbe giungere a perdere, per il raffreddamento nell’amore, non mille persone e non centomila, ma anche novecentomila se non più. Potrebbe accadere che uno, uno solo rimanga fedele nell’amore verso Cristo. Quest’unico solo che è rimasto, se vuole la salvezza, deve perseverare nell’amore sino alla fine. Mai dovrà abbandonare la sua fede, la sua carità, la sua speranza in Cristo Gesù. Se si raffredda, anche lui finirà nella perdizione eterna. Ha iniziato, non ha perseverato. Non c’è futuro di vita per lui.
Ma cosa significa per Cristo Gesù perseverare nell’amore? Significa rimanere fedeli sino alla morte al ministero, vocazione, missione, carisma, incarico che ci è stato affidato. Tutta la Chiesa potrebbe raffreddarsi, il papa se vuole la salvezza deve perseverare nel suo ministero. Tutta una diocesi potrebbe raffreddarsi, il vescovo è chiamato a perseverare nel suo ufficio di santificare, governare, ammaestrare, se vuole la salvezza eterna. Tutta una parrocchia potrebbe retrocedere dalla verità di Gesù Signore, il parroco mai deve tradire il suo ministero, se vuole salvarsi. Questo vale anche per il battezzato, il cresimato, lo sposato. Tutto il mondo potrebbe approvare il divorzio, il cristiano deve rimanere nella luce di Cristo se vuole la salvezza. Nessuno, se si vuole salvare, dovrà giustificare il raffreddamento dell’amore dell’altro, la sua fragilità spezzata e infranta dal peccato, il suo abbandono della via evangelica, il rinnegamento di Cristo e della sua Parola di vita eterna. Vale per ogni discepolo di Gesù quanto il Siracide insegna sulla fedeltà al lavoro e ad ogni altro impegno della vita: “Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso, invecchia compiendo il tuo lavoro” (Sir 11,20). L’anima non è collettiva. Essa è personale. Come personale è il giudizio eterno. Il raffreddamento universale non è una scusante presso il Signore. Poiché gli altri si sono raffreddati, anch’io mi sono raffreddato. Presso Dio queste motivazioni non reggono. Si salva chi persevera sino alla fine.
Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine (Mt 24,1-14).
È vero. Oggi i tempi sembrano di raffreddamento universale. Questo raffreddamento è dovuto anche al discepolo di Gesù pavido, pauroso, amante più della gloria degli uomini che della gloria di Dio. Se quanti ancora credono che il Vangelo è la sola Parola di salvezza eterna avessero il coraggio di professarlo pubblicamente – Tu, cristiano, credi ciò che vuoi, credi come ti conviene meglio. Io però non voglio nulla a che fare con la tua fede. Io credo con fede convinta e risoluta che solo Cristo ha Parole di vita eterna. Mi dissocio dalle tue errate convinzioni – molta spavalderia, arroganza, superbia, prepotenza spirituale comprenderebbe che può solo illudere se stessa, ma non il mondo intero. È quanto ricordava il Signore a Ezechiele. È vero. Tu sei solo a ricordare la mia Parola. So che non ti ascolteranno. Ma almeno sanno che vi è un vero profeta in Israele. A Dio uno solo basta per mostrare la sua luce.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberate quanti ancora credono nella Parola di Gesù da ogni paura.