Lussuria e castità
Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.
Vi parlo della castità così capirete che cos’è la lussuria. La virtù si contrappone sempre a un vizio. Quando il Signore creò l’uomo, lo vide solo e disse: “voglio fargli un aiuto corrispondente”. E gli creò la donna. Lui la riconobbe. “Questa si che è ossa delle mie ossa, carne della mia carne. La si chiamerà donna perché da me è stata tratta”. E poi il testo sacro inizia con queste parole: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due diverranno una carne sola”. Come voi potete ben capire, il fine dell’uomo e il fine della donna è formare una carne sola, con un solo uomo, con una sola donna, nell’istituto che noi chiamiamo matrimonio. Per cui fuori del matrimonio non si è una carne sola, e se non si è una carne sola, non si può fare una carne sola. Questo è il principio della castità. La castità è fedeltà all’essenza naturale dell’uomo e della donna. Essenza naturale che è nell’atto stesso della sua creazione. Tant’è che se voi leggete il primo racconto della creazione; Dio fece l’uomo maschio e femmina: “facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”; e poi è scritto che Dio fece l’uomo “maschio e femmina”. Ed è l’uomo, maschio e femmina, che compongono questa unità mirabile che è l’umanità. L’uomo ad immagine di Dio è questa unità mirabile di corpo maschile e di corpo femminile, di spirito maschile e di spirito femminile, di anima maschile e di anima femminile. L’uomo è la donna sono differenti ma complementari: cioè fatti l’uno per l’altro.
Cos’è la lussuria e cos’è la castità? La castità è vivere il rapporto coniugale all’interno del matrimonio e solo in esso. Per cui anche dopo il matrimonio, dopo che uno si è sposato non può accedere ad altri corpi, perché il corpo è uno. Un solo corpo corrisponde al corrispondente e basta. Quindi né l’uomo può accedere ad un altro corpo femminile, né la donna può accedere ad un altro corpo maschile. Se dovesse accedere incorrerebbe nel peccato contro il VI comandamento, che è l’adulterio, però, commetterebbe un atto di lussuria, un atto che non è dovuto.
Allora perché si chiama vizio? La lussuria è vizio perché è un abitudine ad usare del proprio corpo fuori del matrimonio: o da se stessi o con altre persone. Per cui il corpo non può essere usato fuori del matrimonio. Questa è una legge universale, una legge creaturale, una legge divina: è la legge della natura umana. La castità è conservare il proprio corpo nella sua verità. La lussuria è portarlo fuori della sua verità in ordine agli atti coniugali che si devono compiere per costituire questa unità tra uomo e donna, che poi sfocia anche nel dono della vita. L’atto umano nel matrimonio sfocia sempre nella vita.
D. Rispetto al passato oggi ci si sposa molto più in là, nel tempo. Quasi ormai quando il desiderio è in fase calante. In passato ci si sposava quando il desiderio era in fase crescente. Come bisogna vivere oggi la castità?
R. Il fatto che uno rimandi il matrimonio non è un fatto di per sé buono. Il matrimonio è prima di ogni altra cosa, non dopo. Non è il dopo dell’uomo. È il prima dell’uomo, perché il matrimonio appartiene all’essenza stessa del tuo essere creato mancante, bisognoso dell’essere che ti sia corrispondente. C’è un momento in cui il matrimonio tu lo devi celebrare, lo devi compiere, perché è il passo della tua vita. Questo è importante! Perché si rimanda oggi il matrimonio? Perché prima si convive! Per cui tu non hai più neanche l’esigenza di fare il matrimonio. Se già a quattordici anni convivi! Chi ti dice che devi fare un matrimonio? Già siete marito e moglie a quattordici anni. A quindici avete già cambiato “marito” e “moglie”. E quindi non c’è l’urgenza di fare il matrimonio. Mentre nella castità, tu sai che il matrimonio và fatto. Nella lussuria a te non interessa più del matrimonio. Può essere anche l’ultima delle tue cose. Tanto, per quanto ti riguarda, tu hai la possibilità ogni giorno di compiere l’atto coniugale con questa o con quell’altra donna. Non è che tu hai un problema di continenza o di castità. Perché tanto oggi voi sapete che c’è questa abbondanza di libertà, per cui ognuno vive come gli pare. Questo è il problema! Stabilire se il matrimonio fa parte dell’essenza primaria della persona umana, o è l’ultima cosa? Ora, il matrimonio, non può essere l’ultima cosa perché è l’essenza stessa dell’uomo. Sia nel primo caso, il primo racconto della creazione dell’uomo, sia nel secondo caso, il secondo racconto della creazione, nella Genesi, il matrimonio viene posto da Dio all’inizio del tutto; ed è all’uomo e alla donna che Dio dona di governare il mondo. È all’uomo e alla donna che Dio dona la potestà di concepire, di procreare e di fare andare avanti l’umanità. È all’uomo e alla donna che ogni comando di Dio viene dato. Per cui il matrimonio non è un fatto accessorio, è un fatto essenziale, è il fatto della vita. Però, qui, occorrerebbe che noi riformassimo la nostra società che ormai vive di vizi e di poche virtù. E qui serve un esame serio di coscienza e che dicessimo: “ma in che cosa dobbiamo cambiare”? Perché il Vangelo ti obbliga a un cambiamento. Questa è la verità.
D. Come si vive la castità nel fidanzamento?
R. La castità si vive non facendo con l’altro un solo corpo; perché non sei con l’altro un solo corpo. Sei un solo corpo nel momento in cui tu dinanzi a Dio e dinanzi all’uomo, per noi cristiani dinanzi alla Chiesa, ti impegni solennemente ad accogliere l’altra come tua sposa e l’altra si impegna ad accogliere te come suo sposo per tutta la vita in un legame unico, irreversibile, fedele, per sempre. Se una di queste condizioni manca non c’è matrimonio. Una volta che tu ti sei sposato dinanzi a Dio e dinanzi alla Chiesa, sei diventato un solo corpo e una sola carne, e nessuno può più separarla. Neanche Dio ti può più separare da questa unità, non può sciogliere il tuo matrimonio, perché sei sempre in una unità di anima, di corpo e di spirito, perché è tutto l’uomo che si consegna, non un corpo. È tutta la persona che si dona, non lo spirito o l’anima. Allora, in questo caso, tu puoi diventare con l’altro, anche fisicamente, un solo corpo. Però dopo il “si”, non prima del “si”. Perché prima non sei un solo corpo. Allora quest’atto non lo si può porre in essere perché non sei! Sarebbe un atto bugiardo, un atto menzognero, perché tu non sei un solo corpo e fai un solo corpo.
D. Nel CCC amicizia e castità sono legati. Potreste spiegarci in quale modo?
R. La castità che cos’è? È prima di tutto rispetto. Rispetto di chi? Di te e dell’altro. La castità è il rispetto della tua verità: chi sei tu? Tu sei creata per cento uomini o per un solo uomo? Da questo tu devi partire. Se tu sei creata per cento uomini, allora te li puoi prendere, o tutti in una volta o uno dopo l’altro; ma questa non è la tua verità. La tua verità è di essere stata creata per un solo uomo: questo è il tuo essere, la tua costituzione ontologica. Per cui, tu essendo creata per un solo uomo, ti devi far rispettare in questa tua identità. L’amicizia che cos’è? L’amicizia è un rapporto con l’altro, anche intimo, un rapporto bello, di cuore a cuore, di anima ad anima, però senza che vi sia nell’amicizia un rapporto di corpo a corpo, nel senso di una unione coniugale. Nell’amicizia c’è qualcosa di veramente stupendo. Non so se conosci l’amicizia fra Gionata e Davide. Dovresti leggere il primo libro di Samuele dal capitolo 17 in poi, e poi dovresti leggere il secondo libro di Samuele, capitolo 1. Dove trovi il canto dell’amico per l’amico morto, dove Davide diceva che Gionata per lui valeva, nell’amicizia, più che un amore di donna. Lui aveva per Gionata questo grande amore amicale; lo considerava come un fratello, come parte di se stesso. Però, amicizia nello spirito ma non nel corpo, perché il corpo deve stare lontano, perché il corpo non si può dare né a un uomo e né a una donna. Questo è importante: sapere qual è la tua verità. Perché nell’amicizia ci sono tante cose che non si possono fare, che non si possono dare, perché c’è un limite alla tua verità. Qual’è la tua verità? Tu sei creata per un solo uomo. Allora prima non ci si può frequentare? Ci si può frequentare, ci si può anche innamorare, ci si può anche conoscere, però bisogna rimanere sempre in quella verità che il solo corpo si compie sempre dopo il “sì” e non prima. Questo è l’errore di oggi. Ci si fidanza, si fa un solo corpo, poi ci si lascia e uno non sa a chi appartiene, a chi non appartiene, di chi è questo uomo/donna, di chi è stato/a, di chi sarà. C’è un promiscuità che non và, perché non è cristiana. Il cristiano ha un altro uso e un altro significato che deve dare al suo corpo.
D. Qual è la gravità del peccato di lussuria? Si può andare all’inferno per questo peccato?
R. Sai che per il peccato occorrono tre requisiti: occorre la piena avvertenza, occorre il deliberato consenso e occorre la materia grave. La materia grave, quando avviene l’unione tra i due corpi, c’è; non si può ritenere che non ci sia. Però poi occorre che ci sia il deliberato consenso e la piena avvertenza, cioè tu devi sapere e volere ciò che fai. Ma molte volte nel nostro ambiente non si sa né ciò che si fa né ciò che non si fa; si fanno le cose perché si fanno, ma manca a noi la coscienza cristiana della verità, del peccato, della grazia, della santità, della vocazione. Allora dobbiamo educare, dobbiamo formare, perché tante cose si fanno per ignoranza. Io distinguo l’errore dal peccato. Io vi affermo che questo è intrinsecamente un errore, una cosa contro la vostra verità, però poi per il peccato, si entra nella coscienza. Perché il peccato è determinato dalla coscienza e non dall’atto esterno. Ma chi volutamente si concede all’impurità, non prega, non chiede al Signore l’aiuto, in questo caso non è vero con se stesso e se non è vero con se stesso, non può essere vero con i fratelli. Quindi c’è una falsità che dobbiamo noi correggere. Se uno và all’inferno o in paradiso, questo non spetta a noi giudicarlo, perché questo è un giudizio che spetta solo al Signore. Spetta a noi dire: “Vedi fratello che sei nella falsità del tuo essere, prendi provvedimenti, entra nella tua verità e santificati, perché il cristiano è chiamato ad una santità grande”. Dev’essere modello il cristiano. Voi quando sentite parlare in questa chiesa l’Ispiratrice, cosa vi raccomanda sempre? Essere esemplari in tutto, non dare il vostro corpo al primo venuto, non chiedere il corpo al primo che incontrate, perché c’è un cammino santo che bisogna fare. Queste cose vi si dicono, su queste cose vi si ammaestra, però poi i problemi rimangono, perché occorre che ci sia tutta quella buona volontà di rispettare la verità del proprio essere. Il proprio essere si rispetta solo se lo conserviamo nella verità.
D. Che differenza c’è fra abominio e perversione?
R. L’abominio è tutto ciò che è peccato gravissimo dinanzi a Dio. Ecco alcuni casi tratti dall’AT: tu trattieni per te quello che spetta ai poveri. Non ti spetta, è dei poveri: dunque tu commetti un abominio dinanzi al Signore. Oppure, maltratti un forestiero: commetti un abominio dinanzi al Signore. Perché? Perché il forestiero è oggetto delle cure di Dio. Dio cura il forestiero, lo ama, e se tu lo maltratti commetti un peccato di abominio, un peccato grave, un peccato che ti esclude dalla benedizione di Dio. La perversione, invece, è quando la tua natura cambia se stessa. La perversione, nella scrittura, è quando un uomo cambia natura e da natura che cerca la donna diventa natura che cerca l’uomo. Allora quella è perversione. Tu hai cambiato lo statuto, l’essenza della tua natura, che ha bisogno di un essere che ti sia corrispondente non uguale. Ecco perché la Chiesa non concepisce l’omosessualità, come rapporto stabile, coniugale tra un uomo e un uomo. In questo caso avviene una perversione della tua natura. La tua natura che deve tendere verso la donna, tende invece verso l’uomo. Poi c’è la nefandezza, che è qualcosa che supera la stessa perversione e si realizza quando ci si accoppia con gli animali: con un cane, con un gatto, con una capra. Anche questo può succedere. Però qui si arriva proprio nell’infimo di ciò che non è più neanche naturale, non più giustificabile. C’è qualcosa che è andato anche oltre il limite, perché l’uomo deve avere sempre il governo della sua sessualità, del suo corpo, della sua vita. A questo l’uomo è chiamato.
D. Se ci sono già delle prescrizioni nella scrittura, riconducibili all’autorità di Dio, perché c’è bisogno del diritto canonico? La figura della donna mi sembra che venga vista sempre come un simbolo di seduzione, d’inganno, come se l’uomo si dovesse sempre tutelare. Mi spiegate?
R. Nella scrittura non c’è questa dimensione dell’uomo che si deve tutela dalla donna. Nella scrittura c’è una concezione reale dell’uomo e della donna. Se leggi il Levitico dove ci sono tutte quelle prescrizioni, cosa vi troverai? Troverai che ci sono dei precetti che riguardano sia l’uomo che la donna. Non c’è un precetto verso l’uomo che non sia un precetto verso la donna. L’uomo e la donna vengono trattati alla stesso modo nella scrittura. Questa è verità. Poi, la scrittura molte volte ha un pensiero forte verso quelle donne che vanno ad adescare gli uomini. Questo è qualcosa che non è tollerabile e cioè che tu donna, vai ad adescare il marito di un’altra donna. Questo non lo puoi fare. La scrittura usa qualche parola forte perché ci sono alcune donne che vanno ad adescare, che sono ammaliatrici, e questo la scrittura non lo tollera. Se tu leggi il Nuovo Testamento non c’è mai una discriminazione tra la considerazione dell’uomo e della donna. Il Nuovo Testamento parla del peccato come peccato della persona, non dell’uomo o della donna. Se vai a leggere S. Paolo, lui ce l’ha più con gli uomini che con le donne. Paolo vuole che sia l’uomo ad essere sempre padrone del suo corpo in modo che la donna lo possa essere anche. Se tu leggi la 1 Corinzi, ti accorgi che Paolo ce l’ha contro gli uomini; non con le donne; parla poco delle donne, mentre degli uomini parla molto perché fanno cose che non dovrebbero fare. Ricordati che la prostituzione è, si, un arte femminile, però è usata dagli uomini. E’ l’uomo che deve stroncare il male all’origine, perché è sempre l’uomo che deve essere il primo garante della legge del Signore, perché a lui il Signore ha affidato la prima legge. E’ lui che si è lasciato tentare; è lui che si è lasciato sedurre. Lui ha una responsabilità grande di fronte alla seduzione. Però la donna, dal canto suo, non lo deve tentare, non lo deve sedurre. Quanti matrimoni oggi falliscono per la seduzione di una donna? Ne falliscono tanti di matrimoni. Questo non va! Ma nella scrittura non c’è la donna che è trattata con meno dignità riguardo all’uomo. Perché anche la donna nella scrittura ha un’altissima dignità. Pensa il rapporto di Gesù con le donne; che dignità altissima che ha dato a loro.
D. Dal punto di vista della vocazione, come si deve considerare la vita di una persona che non vive né il sacerdozio ordinato e né il matrimonio, il cosiddetto single?
R. Tu se ti sposi devi vivere la castità coniugale, se non ti sposi devi vivere la castità del singolo. Non puoi né sceglierti un uomo, come partner occasionale, né una donna: devi vivere la castità permanente. Come il prete che ha scelto di essere prete, e deve vivere nella castità permanente. Il rapporto coniugale fra uomo e donna può avvenire solo nel matrimonio santificato da Dio e testimoniato dalla Chiesa. Oltre questo statuto non c’è possibilità d’unione, né fuori e né dentro il matrimonio, né durante e né dopo. Solo in questo statuto, dove tu costituisci una sola carne che si può compiere l’atto coniugale o l’atto sessuale. Questo è il santo principio della Chiesa. Se tu vuoi rimanere singol, nessuno ti obbliga a sposarti. Per sposarti ci vuole la libertà. Senza libertà non c’è matrimonio. Uno dei casi di nullità matrimoniale è la costrizione a sposarsi. Quando noi facciamo il processo matrimoniale la prima domanda che noi facciamo è: “Ti sposi liberamente o sei costretto da qualcuno a sposarti?”. Se non sei libero non ti puoi sposare. Ma sia che ti sposi sia che non ti sposi, devi restare nella verità del tuo corpo. Per cui è falso anche il discorso della giustificazione dell’atto omosessuale. Uno potrebbe dire: “ma io sento la tendenza verso…”. Tu sei obbligato a rimanere nella verità del tuo corpo. Anche il singol può sentire la tendenza verso una donna e non si vuole sposare, ma deve rimanere nella verità del suo corpo. Questo è il principio. Non ce ne sono altri. Non ci sono altri principi giustificabili da un punto di vista della rivelazione. Altri rapporti non sono giustificabili dal punto di vista morale. Né per me che sono prete, né per colui che è singolo, né per chi è sposato, né per chi non è sposato e non si vuole sposare! La verità del tuo corpo è questa: una sola persona, in una unità indissolubile può essere l’aiuto a te corrispondente.
D. Come ci si fortifica per vivere la castità?
R. Quando i farisei chiesero a Gesù perché Mosè aveva dato il libello del ripudio, Gesù rispose loro: “Per la incirconcisione del vostro cuore, perché il vostro cuore era duro, e non era capace di vivere la legge della fedeltà coniugale. All’inizio non fù così, perché Dio creò l’uomo maschio e femmina, i due diventano una sola carne. Non separi l’uomo ciò che Dio ha unito”. Possiamo noi vivere questa legge? Gli sposati hanno una particolare grazia che è la grazia del sacramento. Quando due vengono in Chiesa a sposarsi si celebra il matrimonio, ma si celebra anche il sacramento, cioè il Signore dona loro una grazia particolare perché possano vivere la fedeltà, la castità coniugale fino alla fine. Però questa grazia và attinta ogni giorno. Coloro che non sono sposati come fanno a vivere la castità? Chiedendo al Signore ogni giorno nella preghiera la grazia della trasformazione del loro sentimento, del loro impulso, della loro attrazione, in modo che possano rimanere sempre nella fortezza dello Spirito Santo. E’ per grazia che non si pecca e non per buona volontà! Se fosse solo per buona volontà non ci sarebbe bisogno di Cristo. Invece è per grazia. Se io non pecco è per grazia, e se non avessi la grazia di Dio, commetterei tanti peccati. Non necessariamente contro il sesto, ma contro il settimo, nono, decimo, quinto, quarto, terzo, secondo e primo. Però la grazia di Dio aiuta noi ad osservare la Legge. Ma la grazia che cos’è? Non è un aiuto esterno; è il cambiamento del cuore. Il Signore ti dona un cuore puro, uno spirito libero, un corpo santificato. Te lo da il Signore! Te lo fa! Tanto è vero che la differenza tra l’Antico e il Nuovo Testamento qual è? Nell’Antico Testamento l’uomo viveva con il cuore di pietra e quindi era propenso a peccare. Nel Nuovo Testamento l’uomo vive con un cuore di carne, capace di non peccare, capace di amare. Ma io sono capace di non peccare, perché lo Spirito Santo mi dona la fortezza, la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la pietà, il timore del Signore, e assume me, assume te, e ci porta su una via di bene. Ora, questa grazia noi alcune volte la trascuriamo, non la chiediamo, non ci interessiamo. C’è qualcosa che non funziona perché il cristianesimo non vive solo di verità! Vive di grazia! Vive di grazia per vivere di verità! “Chi mangia di me vivrà per me”. Se voi celebrate bene la S. Messa, pregate bene il S. Rosario, fate delle opere di carità, voi riuscirete ad osservare bene i comandamenti. Il Signore viene dentro di te e diventa la tua forza, diventa la tua gioia, diventa la tua pace, diventa la tua armonia e tu hai il governo del tuo corpo. Ricordatevi che nell’antichità la maggior parte dei martiri sono donne, di quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove anni. Martiri perché? Per la castità! Perché non hanno voluto acconsentire al despota, al tiranno o al tentatore. Voi avete Santa Maria Goretti, che è del secolo scorso. Santa Maria Goretti chi è? È una donna, una ragazza, dodicenne, che disse no ad Alessandro che voleva violentarla. “No! Mi dispiace. È peccato!”. Non ha acconsentito divenne martire. Per grazia di Dio.
D. Se l’unione fra uomo e donna è un fatto naturale, allora per quanto concerne i consacrati a Dio che fanno voto di castità?
R. L’unione fra uomo e donna, è un fatto naturale; una vocazione; è la vocazione primaria dell’uomo e della donna. Però, c’è una ragione superiore a non compiere questa vocazione? Ci dev’essere una vocazione più grande, una vocazione che è sopra tutte le vocazioni. E qual è questa vocazione? La vocazione a donarsi totalmente per il regno di Dio, per la sua diffusione, per la sua crescita, per la salvezza di un’anima. Allora tu, per la salvezza di un’anima, che è la suprema delle carità possibili, puoi offrire al Signore il sacrificio della tua rinuncia. Ed è un sacrificio, però, per un fine superiore. Tanto è vero che San Paolo, nella 1 ai Corinzi, vorrebbe che questo fosse il fine primario di ogni uomo. Nella 1 lettera ai Corinzi, San Paolo, è come se spostasse il fine. Da fine primario, il matrimonio, passa a fine secondario. La vocazione per il regno, per essere missionari di verità e di grazia, di giustizia e di pace, per Paolo diventa la prima vocazione. E poi vengono tutte le altre vocazioni, compresa quella al matrimonio. San Paolo vorrebbe che tutti fossero come lui, cioè tutti disponibili per il regno, tutti missionari di pace, tutti operatori di vangelo. Però la vocazione sia al regno che al matrimonio, sono vocazioni vere, e bisogna rispettarle. Anche la vocazione al matrimonio è primaria e non secondaria. Come la vocazione al regno è vocazione primaria e non secondaria. Bisogna rispettare e favorire chi si sposa; rispettare e favorire chi si consacra al regno, perché sono due vocazioni che meritano il rispetto di tutta la comunità. Anzi bisogna favorire sia l’una che l’altra, bisogna aiutare a che queste due vocazioni trovino un riscontro quasi equo nella comunità, senza che il matrimonio abbia il sopravvento sull’altra, né l’altra sul matrimonio. Tutte e due come vocazioni da seguire, sia per lo stato maschile che per quello femminile.
D. Di che cosa ha bisogno il giovane di oggi per evitare di cadere in questi peccati. San Paolo era molto esplicito, ma il suo linguaggio oggi non sarebbe molto compreso.
R. Noi dobbiamo fare un discorso cristiano! Un discorso che incomincia dal battesimo e termina con l’unzione degli infermi, passando attraverso tutti gli altri sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia. Se tu non vivi questi primi tre sacramenti come fai a fare un discorso di castità. Io questa sera ti ho annunciato la verità sulla tua essenza di donna, di uomo. Però, so che se tu non vivi il Battesimo, non vivi la Cresima, non vivi l’Eucaristia, il mio discorso è fatto al vento. Il problema del cristiano di oggi è che ha bisogno di grazia e di verità. Il Battesimo non è un accidente e così la Cresima. L’Eucaristia non è un momento riempitivo nelle celebrazioni che si fanno. Si celebra la S. Messa; e si fa anche la comunione. E’ un problema di attingere la grazia che trasforma il cuore. Se non passiamo attraverso la via della grazia, la via della verità rimane sterile. Ti faccio un esempio. Se tu mi fai una preparazione alla Cresima basandoti solamente sul catechismo e non è invece una preparazione che ti porta a vivere tutta l’Eucaristia, tutta la carità, tutto il mistero di Cristo, tu puoi anche ricevere la Cresima ma non produrrà effetto, sostanza, perché è mancata la preparazione vera che è l’immersione dell’uomo nella grazia di Dio. La grazia dell’Eucarestia, la grazia della Cresima, la grazia del Battesimo devono camminare insieme. Questo manca oggi a noi. Annunciamo un principio. Ma a chi? Ti faccio ancora un esempio. Tu puoi dire a una scimmia di comportarsi da uomo? Tu puoi anche parlare a lei di umanità, però, resterà sempre scimmia. Perché? Perché non è trasformata in un uomo. Trasforma una scimmia in un uomo, e questo può avvenire solo per grazia, e vedrai che vivrà da uomo, penserà da uomo. Ora, senza questa grazia di Dio che trasforma noi che siamo nati nel peccato, dal cuore incirconciso, dalla concupiscenza accresciuta, come fai tu a poter vivere questa legge della tua verità? Gesù lo dice nel vangelo: “Senza di me non potete far nulla”. Cristo è grazia e verità. La scissione fra grazia e verità ha prodotto tutti i mali che ci sono oggi nel mondo e nella chiesa. Perché anche la chiesa oggi è responsabile di un annuncio, di una verità, senza però passare attraverso la grazia. La grazia è fondamentale. Io posso anche gridare una verità; però a chi la grido? Sai qual è il mio principio? Il matrimonio è il sacramento fra due cristiani, ma dove sono i cristiani che si sposano? Su che cosa tu pianti questo sacramento, se dinanzi a te hai due pagani, che non sanno sovente chi è Dio. Tu puoi sperare nella riuscita di questo matrimonio? Come fai a sperare? Tu sai che molti vengono già a sposarsi con il compagno o la compagna di ricambio. Manca questa formazione cristiana. Il Movimento Apostolico cosa fa? Cerca di formare qualche cristiano. Ma la formazione cristiana implica questa immersione nella grazia e nella verità di Cristo; questa trasformazione del cuore attraverso l’aiuto di Dio. Allora si che si può cominciare a parlare di cristianesimo. Leggi il vangelo e ti renderai conto di un dato: Cristo Gesù quanto parlò a Pietro? Quanto parlò agli apostoli? Tre anni. Nel cenacolo di che cosa discutevano gli apostoli? Discutevano su chi tra loro fosse il più grande; chi fosse il primo ministro, chi il secondo, chi il terzo. Chi avesse questo dicastero, chi avesse quell’altro. Non capirono niente! Poi Gesù cosa fece? Il giorno di pentecoste Cristo diede lo Spirito Santo, lo Spirito Santo cambiò il cuore. Pietro in un istante cambiò la sua vita, e cambiò la vita del mondo, non appena la potenza dello Spirito Santo si è posata sopra di lui. Ora, se la chiesa non cammina con la potenza dello Spirito Santo, cammina solamente con qualche principio che noi annunciamo di verità. Ma tu non puoi creare i cristiani, perché i veri cristiani li crea lo Spirito del Signore, li crea la grazia santificante, li crea la preghiera. Così si creano i cristiani.
D. Può esserci lussuria tra marito e moglie? E la lussuria riguarda solo la sfera sessuale?
R. La lussuria è quando tu cerchi qualcosa al di fuori di quello che è consentito. Ci sono rapporti che non si possono vivere. Se tu chiedi a tuo marito o il marito chiede alla moglie cose che vanno al di là del consentito, allora in questo caso, si può parlare di lussuria. Cos’è la lussuria? La lussuria è il non governo dei tuoi atti, il non governo del tuo corpo, il non governo dei tuoi pensieri. Perché l’uomo deve sottoporre tutto ciò che fa alla sua verità. Lui non può vivere per il solo corpo! Il corpo va soggetto allo spirito e lo spirito all’anima. Se questo non avviene nel matrimonio, sei lussurioso. Perché cerchi qualcosa solo per il corpo. E questo non va. Bisogna che ci si rispetti. Molte donne sono afflitte dal non rispetto, perché il marito chiede cose che non sono consentite e che neanche gli animali fanno. Allora, bisogna avere il rispetto dell’uomo e della donna perché questa è una cosa santa e noi dobbiamo essere santi perché il nostro corpo è santo. Il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo. Questo discorso è fatto per i non cristiani, cioè, per coloro che sono battezzati, ma non sono cristiani. Perché un cristiano, battezzato, cresimato, che si nutre dell’Eucaristia sa che il suo corpo è santo. Essendo santo il suo corpo egli deve vivere sempre nella santità. Non può avere un rapporto che non sia santo, con nessuna cosa. La santità è giusta relazione con ogni cosa. Anche con il cibo, con il vestito, con il tempo, con le cose, con gli oggetti. Tutto deve essere santificato dal cristiano. Il cristiano non può fare qualcosa che non sia perfettamente santo, giusto, vero.
D. Tante volte la perversione dell’uomo può cadere in dei reati, per esempio quelli sessuali. In questi casi ci sono molte ipotesi e fra queste della castrazione chimica. Io vorrei sapere: queste ipotesi sono cristiane?
R. La chiesa ti dice che le malattie se sono malattie vanno curate, perché la malattia va curata. La cura chi la stabilisce? Non la stabilisce la chiesa, la stabilisce il medico. Però le menomazioni non sono per l’uomo, anche perché oggi ci sono tante di quelle cure che possono benissimo lasciare integra la tua sessualità. Non si può mai ricorrere a una cura superiore quando la cura inferiore è già sufficiente. Però anche in questo caso, molte di queste cose sono acquisite o sono naturali? Molte volte sono acquisite. E questo avviene nell’ambiente, nella famiglia. L’educazione è anche collettiva, è anche sociale, è anche familiare. Io dico sempre che a Sodoma erano tutti sodomiti, non perché nascessero così, ma perché c’era una cultura di questo genere. E oggi c’è una cultura di questo genere. Non dobbiamo dimenticarlo. C’è una cultura della trasgressione, c’è una cultura a non considerare più la tua verità naturale, c’è una cultura a pensarti senza Dio. La forza cristiana è proprio scalzare dalle fondamenta questa cultura di peccato, di errore, di falsità nell’uomo. Consideriamo che il mondo ha bisogno di essere rinnovato dalle fondamenta. E qui ci dobbiamo mettere tutti quanti un poco di anima, un poco di cuore. Occorre che prendiamo coscienza che ormai il cristianesimo sta scomparendo come forza trainante dell’uomo, come verità dell’uomo, perché anche noi cristiani ci stiamo adagiando sulla falsità dell’uomo. Se noi, questa sera, prendiamo coscienza che dobbiamo scalzare questa cultura di morte e mettere una cultura di vita; scalzare questa cultura di falsità e mettere una cultura di verità; allora voi capite che le cose potranno cambiare e cambieranno. Io penso che è questo il fine per cui il Signore ci ha chiamato. Ricordate che quando la Vergine Maria apparve all’Ispiratrice disse una parola molto semplice: “Il mondo ha dimenticato la parola di mio figlio”! Il mondo ha dimenticato queste verità. Il mondo è tutto e sono tutti. Oggi c’è una cultura, anche in mezzo a noi, che non è una cultura evangelica, è una cultura di falsità, di errore, anti-evangelica. Noi dobbiamo avere la forza, il coraggio di dire che questa cultura và scalzata dalle fondamenta e mettere la cultura nuova che è la cultura di Cristo. Io lavoro per questo ogni giorno. E per questo mi affatico, e per questo perdo il sonno. Perché ho desiderio d’incidere profondamente nella trasformazione dell’uomo.
Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:
– Levitico capitoli 18.19.20
– Proverbi capitolo 7
– Siracide capitoli 9.23.26
– Vangelo secondo Matteo capitolo 5
– Prima Lettera ai Corinzi capitoli 5.6.7.