L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto

“A chi sto parlando?”. È la domanda che sempre il missionario di Gesù deve porre al suo cuore. Vi è infatti chi crede in Dio e chi non crede. Chi crede a convenienza e chi crede dalla croce. Chi crede nell’onnipotenza, nella grazia da ricevere e chi invece non crede in nulla. Il discepolo di Gesù può trovarsi dinanzi ad un uomo di fede oppure di fronte ad un uomo religioso, che osserva e vive una sua ritualità, senza però alcuna norma morale, frutto di una regola di fede. Se non sappiamo a chi stiamo parlando, parleremo sempre male, perché la parola va sempre indirizzata ad un cuore particolare, unico, con una sua storia anch’essa unica.

Oggi la Chiesa è in grave difficoltà. Parla, ma non sa a chi sta parlando. Dice, ma sempre conoscere il cuore al quale sta dicendo. Una verità è giusto che ognuno la metta nel cuore: La stragrande moltitudine dei cristiani non crede nel Vangelo e neanche coloro che partono dal Vangelo credono nel Vangelo. Per molti il Vangelo è uno dei tanti libri esistenti sulla terra. Esso contiene opinioni come tutti gli altri libri. Nessuna particolarità tra questo libro e gli altri. Nessuna differenza tre esso e gli altri, perché nessuno differenza viene fatta tra Cristo, gli altri “Predicatori”, tra la Chiesa, sacramento di Cristo Gesù e ogni altra aggregazione religiosa, di antica data o di nascita recente. Oggi è il tempo dell’indifferenza veritativa, morale, cultuale, religiosa, di fede, non fede, vero Dio, non vero Dio.

Questo mondo dell’indifferenza non è dinanzi a noi. È questa la differenza tra Cristo e noi. Cristo è la verità eterna del Padre. Parla al mondo variegato dell’indifferenza e della confusione. La sua luce brilla nelle tenebre. Lui è una garanzia, una certezza, una sicurezza. Lui è luce purissima di verità, che sa penetrare nel cuore indifferente, confuso, smarrito di quanti gli stanno dinanzi. Noi invece parliamo dalla nostra confusione, dalla nostra indifferenza, dalla nostra non specifica identità. Non c’è contrasto. Non c’è divergenza. Regna un pensiero che è uguale ad ogni altro pensiero. La differenza è nella forma esteriore del culto. Questa differenza non incide però nella storia, perché la differenza che incide è solo quella fondata sulla verità della fede, che a sua volta è costruita sulla differenza tra la Parola di Cristo Gesù e ogni altra parola di questo mondo. È infatti la Parola di Cristo Gesù la sola differenza.

Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». (Mc 10,1-12).

I farisei dicono di credere in Dio, nel Dio dei Padri, nel Dio di Mosè. Essi però hanno una fede errata, non portata a compimento, non maturata, trasformata in pura opera di formalità religiosa. Poiché però dicono di credere in Dio, da Dio Gesù parte per parlare ai loro cuori. Voi che dite di credere in Dio, sappiate che Dio fin dall’inizio ha fatto l’uomo e la donna per vivere una comunione di vita indissolubile. Questa comunione non può essere distrutta né dal divorzio, né dall’adulterio. È una comunione, una unità, una creazione di una sola carne, che va conservata sempre. Non può l’uomo dividere, sciogliere, ciò che Dio ha creato in unità. Se scioglie, se divide, se rompe il patto coniugale, non rispetta il disegno originario di Dio sulla coppia. Compie un atto che è contro Dio. La sua divina ed eterna volontà non è stata osservata. Poiché però solo nella volontà di Dio osservata vi è la vita, l’uomo incorre in un processo di morte eterna.

Noi oggi questo non lo possiamo dire. Abbiamo dinanzi a noi un cristiano che non crede. Non solo non crede, vive la sua religione, il suo apparato esterno come vera costrizione. Accetta alcuni riti della Chiesa perché sono ormai divenuti cultura, tradizione. Quando anche questo sottilissimo legame sarà spezzato, non avrà più bisogno della Chiesa e dei suoi riti. Oggi non è la morale che pone questione. È la fede. È Dio. È Cristo Gesù. È lo Spirito Santo. È la Parola vera. È il Vangelo. È la verità. La norma morale è il frutto di una fede, di una Parola vera. Oggi fa difetto la Parola vera, la fede in questa Parola vera. La moralizzazione dei cuori necessita di una urgente evangelizzazione dello spirito, della mente. L’uomo oggi non ha bisogno di Eucaristia. Ha bisogno del Dio che si è fatto Eucaristia. Della sua fede e della sua obbedienza trasformata in Eucaristia. Ricevere l’Eucaristia senza la fede in Colui che si è fatto Eucaristia e perché si è fatto Eucaristia, è opera morta. Potrebbe essere anche ingannatrice.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di vera fede in Gesù Signore.