LINEE PROGRAMMATICHE ANNO PASTORALE 2015-2016
Gesù è il volto della misericordia del Padre
La Chiesa serva e mediatrice del volto di Cristo
“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth”. “La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini” (Papa Francesco, MV1.12)
Il Padre celeste, Cristo Gesù, la Chiesa non sono tre soggetti, ognuno dei quali agisce da se stesso e per se stesso. Come Cristo è dal Padre, così la Chiesa è da Cristo. Come il Padre compie per Cristo, con Cristo, in Cristo la sua opera di salvezza, rivestendolo e ricolmandolo con il suo Santo Spirito, così Cristo Gesù, perpetua la sua missione di salvezza nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa, ricolmandola e rivestendola perennemente con il suo Santo Spirito.
Come il mondo vedeva il Padre sul volto di Cristo, così, oggi e sempre, deve vedere Cristo sul volto della Chiesa. Come Cristo è il volto della misericordia del Padre, così la Chiesa è il volto della misericordia di Cristo. Come tutta la misericordia del Padre fu data al mondo attraverso l’obbedienza di Gesù Signore, così tutta la misericordia di Cristo è data al mondo attraverso l’obbedienza a Cristo della Chiesa. Se la Chiesa non fruttifica la misericordia di Cristo, il mondo rimane senza vita.
La Chiesa potrà fruttificare la misericordia di Cristo se obbedirà allo Spirito di Cristo Gesù, allo stesso modo che Cristo obbediva allo Spirito che giorno per giorno muoveva e governava la sua vita. Nulla nella Chiesa deve avvenire da se stessa, da volontà di uomo, tutto deve scaturire dallo Spirito Santo, il solo che conosce il pensiero di Cristo, nel quale è racchiuso tutto il pensiero del Padre. Quando la Chiesa si fa da se stessa e non più dallo Spirito, non è più mediatrice della salvezza di Cristo.
Gesù, il Servo del Padre pieno di Spirito Santo
Il Signore vede un popolo immerso nell’immoralità, perché non cammina nella sua alleanza, fondata e stabilita saldamente sui comandamenti, sull’obbedienza alla sua volontà, sull’ascolto della sua Parola. È un popolo che si consuma e si uccide nell’ingiustizia, si ubriaca ogni giorno nella falsità, si droga con la menzogna e con l’inganno. È senza legame con il suo Creatore e Signore. Il suo potente Salvatore decide di salvare il suo popolo attraverso il Messia, pieno del suo Spirito, infinitamente più che Mosè, più che Giosuè, più che Davide, più che ogni altro.
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi (Is 11,1-5).
Lo Spirito Santo dovrà trasformare la carne, l’anima, lo spirito, il cuore di Cristo allo stesso modo che il fuoco trasforma il ferro immerso in esso. Lo dovrà rendere uomo tutto spirituale, perché solo così sarà possibile vincere la fragilità della carne e la debolezza del cuore e della mente. La pienezza dello Spirito del Signore scenderà su Lui ed Egli sarà sempre dal pensiero del Padre, dalla sua volontà, dal suo cuore, dai suoi sentimenti. Nessuno discrepanza tra il Signore Dio e il Messia, perché il Messia è pienamente inabissato nello Spirito di Dio.
Come il Padre è obbediente allo Spirito. Tutto Egli opera, consigliandosi con Lui, eterno Spirito di Sapienza e Amore, Verità e Giustizia, Santità e Comunione. Così Cristo tutto opera in obbedienza allo Spirito, che in Lui è Spirito di sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, timore del Signore, pietà. Se Dio e Cristo nulla operano se non per consiglio dello Spirito, potrà mai la Chiesa, che deve essere mediatrice dell’amore del Padre, della grazia di Cristo Gesù, della Comunione dello Spirito Santo, operare senza di Lui?
La forza di salvezza, redenzione, giustificazione, di vera missione della Chiesa è dalla sua obbedienza allo Spirito. La Chiesa obbedisce, l’obbedienza la costituisce generatrice, fruttificatrice dello Spirito, che potrà riversare sul mondo come vero Spirito di conversione e adesione a Gesù Signore. Senza l‘obbedienza, la Chiesa non genera e non fruttifica lo Spirito della conversione e l’uomo rimane nel suo peccato. Anche se riceve lo Spirito per via sacramentale, lo riceve da non convertito, da persona che non ha aderito a Gesù.
Tutto è dall’obbedienza della Chiesa allo Spirito del Signore. Come nulla veniva dal cuore di Cristo, perché perennemente in obbedienza allo Spirito, così nulla deve nascere dal cuore della Chiesa, tutto deve sgorgare dal cuore dello Spirito. Per questo urge che essa sia in una ininterrotta comunione di grazia, verità, ascolto dello Spirito che parla al suo cuore. Se la Chiesa non ascolta lo Spirito, tutto ciò che essa fa non produce salvezza perché la salvezza nasce solo dall’ascolto. La redenzione dell’uomo è il frutto dell’obbedienza della Chiesa allo Spirito.
La Chiesa, la Serva di Gesù piena dello Spirito di Cristo.
Dalla croce, l’albero che produce come vero frutto lo Spirito, Gesù ha versato dal suo corpo trafitto per la sua obbedienza lo Spirito e la grazia sotto l’immagine o il simbolo dell’acqua e del sangue. Esso è versato per l’intera umanità una volta per tutte. Ora ogni uomo dovrà essere inondato da questo fiume di vita eterna, grazia, verità, giustizia, redenzione, salvezza, in modo diretto non indiretto, personale non impersonale. Cristo fruttifica lo Spirito nella sua carne e dalla sua carne lo versa sulla sua Chiesa in modo personale, la sera della Pasqua, il giorno di Pentecoste. Come ha fatto Lui sulla croce e nel Cenacolo, dovrà fare la Chiesa.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,21-23). Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi (At 2,1-4).
Da persona a persona. Il Padre versa tutto il suo Santo Spirito sull’umanità di Cristo. Cristo Gesù dal suo corpo obbediente fruttifica lo Spirito e lo versa come Spirito di grazia, verità, luce, conversione sul mondo intero. Nel Cenacolo dona personalmente lo Spirito ai suoi discepoli. Anche i suoi discepoli devono versarlo sul mondo per via personale e non impersonale. Lo Spirito può anche attrarre alla comunità, ma poi è sempre la Chiesa che deve dare lo Spirito in modo personale e lo può dare solo se essa lo fruttifica con azione ininterrotta.
Come Cristo, la Chiesa vive di purissima obbedienza, lo Spirito la trasforma in albero di vita, dall’albero di vita che è la Chiesa, viene fruttificato lo Spirito che deve generare vita in un cuore, sempre però per via personale, da cuore a cuore, da persona a persona. Se però la Chiesa non diviene albero di vita, perché si sottrae all’obbedienza, farà tante opere umane, ma nessuna soprannaturale, nessuna che possa salvare e redimere, perché chi salva e chi redime è solo lo Spirito che essa ha fruttificato e generato nel suo seno fatto di purissima obbedienza.
Allora è giusto che ognuno di noi si chieda: quanto nella mia vita è obbedienza allo Spirito e quanto invece è ascolto dei miei pensieri e desideri? Quanto viene dalla volontà dello Spirito e quanto invece dalla mia volontà? Quanto scaturisce dal cuore dello Spirito e quanto invece è dal mio cuore? Una verità deve essere accolta da tutti. “Produco salvezza e redenzione, conversione e adesione a Cristo, nella misura in cui dal mio seno sgorga e scaturisce lo Spirito. Ma lo Spirito diviene sorgente in me per gli altri solo se è stato sorgente di vera vita per il mio corpo, la mia anima, il mio spirito. Non può essere per gli altri diversamente di ciò che è per me”.
Gesù, il Servo che porta il diritto alle nazioni.
Cristo Gesù non è stato investito dal Padre per una missione particolare, locale, temporale. La sua missione è universale, abbraccia ogni uomo, di ogni tempo. Essa va fino alla consumazione della storia. Finché il sole splenderà nel cielo, sempre la missione di Cristo dovrà continuare. Se essa si spegne, si interrompe, la luce non brillerà più sull’umanità ed essa precipiterà in un baratro di buio morale infinito. È questa la coscienza che la Chiesa sempre dovrà avere di sé: “Sono io la luce di Cristo che deve illuminare il mondo. Se io non illumino, il mondo precipita nel caos di ogni tenebra e immoralità, idolatria e stoltezza, insipienza e superbia della vita”.
Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento (Is 42,1-4).
Cristo Gesù deve portare il diritto sulla terra. Qual è questo diritto e di cosa si tratta? Di certo non si tratterà del diritto che deve regolare la vita degli uomini tra di essi. Gesù non viene per questo diritto. Esso è una conseguenza. Il diritto che Lui viene a portare è ben diverso: è il diritto di Dio sopra ogni uomo. L’uomo è proprietà del suo Creatore e Signore. A Lui deve ogni obbedienza e ascolto. Ecco ciò che Gesù viene a stabilire sulla terra: fare ogni uomo dalla volontà del suo Dio e Signore. Senza questo diritto, ogni altro è non senso, manca del suo fondamento. Se l’uomo è di Dio e tutto è di Dio, è dalla volontà di Dio che ogni relazione con gli uomini e con le cose nasce. Questo diritto è stato cancellato nel Giardino dell’Eden, quando l’uomo ha deciso di farsi da se stesso. Questo diritto Gesù deve porre nel cuore dell’uomo.
Si comprenderà che Gesù non viene per risolvere qualche questione materiale o fisica dell’uomo, con qualche miracolo o qualche opera di carità. L’opera di carità e il miracolo hanno un solo fine: accreditarlo come vero profeta del Signore, in modo che Lui possa parlare come vero profeta di Dio, profeta dalla Parola di Dio, profeta mosso sempre dallo Spirito, profeta che dice all’uomo solo la Parola del suo Signore e come Parola del suo Dio venga accolta da quanti l’ascoltano. Gesù viene non per dare all’uomo qualcosa, ma per ridargli il Padre, il suo Creatore e Signore, Colui al quale l’uomo deve ogni obbedienza. Se questo diritto non viene installato nuovamente nel cuore dell’uomo, l’uomo è sprogrammato. Non funziona. Mai potrà funzionare. Non è l’uomo creato da Dio. È un uomo rotto, fatto di pezzi che non è possibile in nessun modo ricomporre in unità.
La Chiesa, la serva che porta a Cristo ogni popolo
Ecco la grande missione che Gesù affida alla sua Chiesa. Essa è mandata nel mondo per portare Cristo a ogni uomo. Chi è Cristo? Il diritto del Padre. Il Padre ha stabilito che non vi sia relazione vera né con Dio né degli uomini tra di loro, se non in Cristo, con Cristo, per Cristo, nella comunione, consiglio, conoscenza, scienza dello Spirito Santo che è lo Spirito di Cristo. Se la Chiesa non dona all’uomo il suo diritto, il diritto di essere in Cristo, per essere di Dio e degli uomini, la sua missione è fallita. Essa non è stata mandata nel mondo per dare un pezzo di pane. Anzi Lei stessa è stata mandata nel mondo per ricevere un pezzo di pane, donando però in cambio Cristo Gesù, il solo ed unico diritto dei popoli e delle nazioni. Missione veramente sublime, divina.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20).
È diritto di ogni uomo essere immerso nell’amore del Padre, nella grazia di Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. È diritto di ogni uomo essere piantato, innestato, immerso nel suo Dio, dal quale ha ricevuto la vita e dal quale ogni giorno è chiamato a riceverla. Se la Chiesa non dona questo diritto ad ogni uomo, essa di certo non ascolta il suo Signore e Salvatore, non cammina nell’obbedienza allo Spirito. Ma forse oggi molti figli della Chiesa non asseriscono che il battesimo non serve più? Non dicono che tutti sono salvi e tutti redenti? In nome della loro stoltezza e insipienza, della sordità allo Spirito, non privano l’uomo del suo diritto primario, essenziale, fondamentale?
O ci convinciamo che nulla nella Chiesa deve venire dal suo pensiero, dal pensiero dei suoi figli, perché tutto è dalla volontà di Cristo Gesù, che viene a noi comunicata per mezzo del suo Santo Spirito, o non siamo più Chiesa di Cristo Signore. Siamo un insieme di persone, slegate e disgiunte, ognuna delle quali pensa dal suo cuore e decide dal suo pensiero. Se la Chiesa ogni giorno non si converte allo Spirito di Cristo, non guarda perennemente verso di Lui, per ascoltare ogni sua parola, obbedire ad ogni suo desiderio, è la fine della missione di Cristo e l’uomo viene ad essere privato del suo fondamentale diritto. È infatti diritto di ogni uomo avere Cristo come unico e solo suo mediatore di salvezza, redenzione, comunione con Dio e con i fratelli. Se Cristo non è dato, è negato stoltamente e insipientemente, è la fine della redenzione. Possiamo anche dare un tozzo di pane. Ma non abbiamo dato all’uomo la sua vera vita. Senza pane l’uomo può vivere. Mai potrà vivere senza Cristo.
Gesù, il Servo che non sottrae la faccia agli insulti e agli sputi
Una verità che viene introdotta nella missione del Servo del Signore, o del suo Messia, vuole che il Servo liberamente si consegni alla sofferenza, agli insulti, agli sputi, alla violenza del male contro la sua persona. È una verità che va presa seriamente in considerazione. Missione e sofferenza, missione e umiliazione, missione e rivolta degli uomini, missione e morte sono una cosa sola. Non vi sono altre vie per essere portatori del diritto all’uomo, se non consegnando la propria vita alla grande sofferenza, mortificazione, persecuzione da parte dello stesso uomo a cui il diritto viene annunziato. È il prezzo che il profeta deve pagare e che lui liberamente decide di pagare. Senza il pagamento di questo prezzo non vi è missione.
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso (Is 50,4-7).
Questa verità cambia radicalmente lo statuto della missione del Servo. Essa non è un trionfo di vittoria. È invece un canto di sconfitta fisica. Il Servo si consegna alla sofferenza come prezzo, strumento, via per acquisire qualche anima da consegnare al Padre. Può immergere persone “nell’amore del Padre, nella grazia del Figlio, nella comunione dello Spirito Santo”, solo attraverso la consegna della sua persona alla grande sofferenza che il mondo dell’empietà e dell’idolatria scatenerà contro di Lui. Il Servo sa questo e volontariamente non sottrae la sua faccia agli insulti e agli sputi. Accoglie la sofferenza e la offre come prezzo del diritto che il Padre vuole che sia donato ad ogni uomo.
La profezia sul Servo che volontariamente si consegna agli insulti e agli sputi, dona alla missione una dimensione di continua e costante sofferenza. La missione si vive nella sofferenza. Non si tratta però di una sofferenza subita, ma di una sofferenza accolta, fatta propria, scelta come unica e sola possibilità di salvezza. Il missionario sa che non andrà nel mondo per essere accolto ma per essere rifiutato, non per essere acclamato ma per venire respinto, non per essere osannato ma sputato e insultato. Avendo questa coscienza, si reca nel mondo, sapendo che il prezzo da pagare è altissimo. Lui deve offrire al Signore la sua vita, di essa ne deve fare un sacrificio per la missione. Missione e sacrificio sono eternamente una cosa sola.
La Chiesa, la Serva chiamata al martirio per Cristo Gesù
Gesù non vuole che i suoi discepoli si illudano, pensino chissà a quali onori il Padre celeste riserverà per loro mentre si recheranno per il mondo a svolgere la missione che il Figlio ha assegnato loro: quella di dare ad ogni uomo il suo diritto, annunziandolo e invitano ognuno a farlo suo, se vuole ritornare nella sua vera umanità. Questo annunzio costerà loro ogni sacrificio, ogni rinunzia, ogni onore, ogni gloria, ogni onorificenza umana. Essi, se vogliono essere veri missionari, dovranno considerare ogni insulto e ogni sputo una benedizione di Dio alla loro missione, una grazia particolare concessa per il loro impegno nell’apostolato. Se mancheranno di questo spirito di sacrificio, che neanche vadano in missione. Perderanno solo tempo. Missione e sacrificio, missione e insulto sono una sola realtà salvifica.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione (Gv 15,18-25).
Chi sceglie di essere missionario di Cristo Gesù o semplicemente di vivere il suo Vangelo, di manifestare al mondo la bellezza della sua vita, non lo può fare se non assumendo su di sé ogni sofferenza e ogni contrasto che gli viene dagli uomini. Tra il mondo e il discepolo di Gesù vi sarà lotta perenne. Lui dovrà pagare un altissimo prezzo per vivere la sua missione, per mostrarsi discepolo del Cristo Signore. La persecuzione che si è abbattuta su Cristo senza motivo, si abbatterà anche senza motivo su ogni missionario e discepolo del Signore. Chi vuole una missione senza insulti, senza sputi, sappia che sarà una missione falsa, non vera, sarà una missione umana, non cristiana. Si serve l’uomo alla maniera umana ed anche si è cristiani alla maniera umana, ma non alla maniera di Cristo Gesù. Sofferenza e missione, persecuzione e missione sono una sola inscindibile, inseparabile opera di salvezza.
Gesù, il Servo trafitto per le nostre colpe
La rivelazione veterotestamentaria sul Servo del Signore raggiunge il sommo della verità, quando essa afferma che Egli compie la redenzione dell’uomo attraverso l’assunzione su di sé di tutte le colpe, le empietà, le idolatrie, le superstizioni, ogni altro peccato commesso dagli uomini. Lui prende su di sé il nostro peccato, il peccato del mondo ed espia per noi, compie il vero rito espiatorio. Dovevamo noi essere sacrificati e lui invece si sacrifica al nostro posto, in vece nostra. Non vi è misericordia più alta, sublime di questa. Si raggiunge il sommo della carità, dell’amore, della verità, della santità, della pietà, della compassione.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte (Is 53,4-8).
La redenzione del mondo si compie per sostituzione. Per redimere un uomo deve essere sacrificato l’uomo. L’uomo però non può essere sacrificato da nessun altro. È Lui che volontariamente dovrà offrirsi al Padre. “Padre prendi la mia vita, risparmia la loro. Prendi me, prendo io sulle mie spalle tutto il peccato del mondo, per espiarlo, ma tu concedi loro il tuo perdono, la tua pace, la tua riconciliazione, il tuo amore”. Questa è la vera misericordia di Cristo: prendere su di sé il peccato dell’umanità per inchiodarlo per sempre sulla croce, nel suo corpo, così da toglierlo dal mondo. Ora il peccato può essere tolto, basta che si divenga con Cristo un solo corpo, una sola vita.
Se qualcuno volesse trovare una via di misericordia più alta, sappia che dovrà arrendersi. Non vi sono religioni sulla terra che giungono a tanto. Solo Cristo Gesù si è addossato le nostre colpe per toglierle. Solo Lui ha preso su di sé il nostro peccato ed è salito sulla croce liberamente per espiare al posto nostro. È Lui l’Agnello immolato del nostro riscatto. È Lui la vittima per la nostra liberazione. È Lui il sacrificio per il peccato dell’umanità. Questo suo amore è grande, unico. Non esiste altro amore più grande di questo. Questa misericordia Lui ha vissuto per noi. Oltre non si può pervenire. Non vi è altra rivelazione da aggiungere.
La Chiesa, la Serva che compie i patimenti di Cristo
La Chiesa, poiché è il corpo di Cristo, anch’essa deve assumere su di sé, nel suo corpo, il peccato del mondo per espiarlo. Il corpo del cristiano è la vittima da offrire oggi al Padre per la redenzione dei peccati. San Paolo così vede la sua vita: un perenne olocausto per compiere ciò che ancora manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa. Tra il corpo di Cristo e il corpo del cristiano non vi dovrà essere alcuna differenza. Il corpo di Cristo è vittima di espiazione per i peccati del mondo, il corpo del cristiano, corpo della Chiesa, dovrà essere vittima di espiazione, sacrificio, olocausto per la redenzione dei peccati del mondo.
Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza (Col 1,24-29).
La vera missione di salvezza si compie nell’unica e sola periferia della nostra anima e del nostro spirito che è il nostro corpo. È questa periferia che va portata sull’altare della più pura obbedienza allo Spirito che ci chiede di fare di essa un olocausto di amore, redenzione, salvezza, misericordia, pietà, compassione per espiare i peccati di tutti. Se questa periferia personale non viene offerta al Padre, in Cristo, nella perfetta obbedienza allo Spirito, nessuna salvezza si potrà mai realizzare. Il peccato non viene espiato e la redenzione di Cristo subisce un terribile ritardo per nostra grave omissione. La salvezza passa per il sacrificio offerto a Dio del nostro corpo, di questa periferia che solo permette che si possa espiare il peccato e riconciliare il mondo con il Padre, in Cristo, nella comunione dello Spirito Santo.
Se il sacrificio del nostro corpo non viene offerto a Dio, in piena obbedienza allo Spirito, possiamo anche percorrere la terra e il mare per fare un solo proselito, ma lo abbiamo fatto nostro proselito, non certo discepolo del Signore, perché è solo dal nostro corpo offerto in sacrificio al Padre, nel corpo di Cristo che è la Chiesa, che viene prodotto lo Spirito Santo che genera la conversione e immette l’uomo nel circuito della misericordia del Padre per la vera salvezza. Questa verità urge che diventi vita di ogni figlio della Chiesa. La salvezza inizia nel momento in cui diveniamo in Cristo olocausto di redenzione, sacrificio di vera espiazione. È in questo momento che iniziamo a produrre lo Spirito della conversione e della verità ed è a partire da questo istante che ogni altra attività: catechesi, liturgia, celebrazione dei sacramenti, opere di carità, diventano strumenti di vera santificazione.
Se manca la fruttificazione dello Spirito, liturgia, catechesi, missione, evangelizzazione, opere di misericordia corporali, tutto si rivela opera umana, mai sarà divina, perché non è fatta nello Spirito che precede, accompagna, segue ogni nostra attività svolta in favore della salvezza dei fratelli. Di certo facciamo cose, ma non salviamo. Non partoriamo figli a Dio, perché manca il principio di generazione eterna che è lo Spirito e che deve essere un nostro speciale frutto, un frutto del nostro sacrificio, del nostro olocausto, dell’immolazione del nostro corpo, della nostra vita al Signore.
La Chiesa, Volto di Cristo, nella varietà dei doni e dei carismi
Oltre a divenire ognuno olocausto e sacrificio di salvezza, ogni membro della Chiesa deve essere avvolto da una seconda sostanziale, fondamentale verità. Il corpo è uno, le membra sono tante, tanti sono anche i carismi e i ministeri. Lo Spirito Santo ha disposto che ogni carisma e ogni ministero sia vita per gli altri carismi e ministeri, ma anche che attinga la sua particolare vita da ogni altro carisma e ministero. Vi è una comunione di carismi e ministeri che non solo deve essere ascensionale, dal basso verso l’alto, ma anche discensionale, dall’alto verso il basso, così come deve essere sempre orizzontale, di ogni discepolo con ogni altro discepolo.
L’apostolo non può esercitare la sua missione senza il profeta. Conoscerà il passato di Dio, ma non il presente. Così il profeta ha bisogno del maestro che interpreti e spieghi al mondo intero la sua profezia. Ma la Chiesa non è solo dottrina, è anche vita concreta, quotidiana. Ecco allora gli altri infiniti ministeri e carismi che devono nutrire la Chiesa di ogni altra grazia dello Spirito e dal corpo della Chiesa deve irradiarsi sull’intera umanità. Quando un carisma si chiude in se stesso, esso è morto. Non è più dono dello Spirito, perché il dono dello Spirito si alimenta e vive del ministero e del carisma di ogni altro membro del corpo di Cristo Gesù.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime (1Cor 12,27-31).
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità (Ef 4,11- 16).
La Chiesa manifesta il Volto di Cristo, se saprà vivere questa meravigliosa comunione di ministeri e di carismi che vengono dallo Spirito. Anche il carisma più eccelso, più grande, unico, se viene isolato dagli altri, non è più dallo Spirito. Esso elargisce ogni dono e carisma e vuole che sia vissuto nella comunione. Nella comunione è vita. Nella solitudine è morte. Nessuno si potrà mai sottrarre a questa legge divina della comunione. È legge eterna, stabilita dallo Spirito, e vale per tutti, sempre. Ministeri e carismi vivono e producono solo nella comunione.
Con la Madre della Redenzione, la Serva del Signore
Quanto è detto per la Chiesa, vale interamente per il Movimento Apostolico, che è Chiesa, vive nella Chiesa, per la Chiesa, con la Chiesa. Esso viene dalla Madre della Redenzione. Redimere è comprare, riscattare, pagare un prezzo per la liberazione e la salvezza.
La Madre della Redenzione chiede al Movimento Apostolico di vivere nella pienezza della verità la missione che è di suo Figlio Gesù, missione fatta da Lui in perfetta obbedienza allo Spirito, che nel Movimento è Spirito di purissima profezia che ci rivela cosa il Signore vuole in questo istante da ogni suo aderente, ma anche missione che è consegna della nostra vita alla sofferenza che nasce dal mondo che insulta e sputa, fino a divenire sacrificio vicario, espiazione volontaria del peccato, facendo della periferia del nostro corpo un sacrificio e un olocausto di salvezza.
La Madre della Redenzione è la Serva del Signore, Colei che ogni giorno era dallo Spirito, con un sì perenne ad ogni sua mozione, Colei che anche è perfetta immagine di Cristo perché la prima in assoluto nella quale lo Spirito diviene soffio di vita che si posa su Elisabetta e sul bambino.
Guardando e contemplando la Madre della Redenzione, il Movimento Apostolico saprà sempre come vivere la sua speciale, particolare, unica misericordia in favore della salvezza del mondo, nella perfetta comunione dei carismi e dei ministeri.
Tema della catechesi
Il tema della catechesi sarà quest’anno: La Chiesa serva e mediatrice della misericordia di Cristo Gesù, alla luce del Vangelo secondo Luca. Sarà una catechesi particolare, speciale. Ogni aderente si impegnerà a tradurre in vita, imitando Cristo Gesù, secondo il suo particolare carisma, ogni sorgente di luce che verrà a lui dalla contemplazione, meditazione, lettura del Vangelo secondo Luca. Sarà un anno di vera crescita spirituale, perché sarà un anno di vera esperienza di misericordia, vissuta secondo Cristo, in piena obbedienza allo Spirito.
Uno sguardo verso il passato
Guardare verso il passato, non deve significare per noi momento di soddisfazione per quanto abbiamo fatto. Deve essere motivo per ringraziare il Signore e benedirlo per quanto ci ha concesso di fare, ma anche sguardo di riflessione per chiedere perdono per quanto non abbiamo fatto, perché ancora troppo poca è la nostra santità e di conseguenza troppo debole la nostra volontà per una obbedienza sempre immediata allo Spirito Signore. Il Movimento Apostolico vive solo di obbedienza allo Spirito di Dio.
– Sono stati celebrati finora sette Convegni Ecclesiali del Movimento Apostolico. Sono stati conclusi da: S.Em. Card. Angelo Scola, allora Patriarca di Venezia (Catanzaro, 2006); S.Em. Card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna (Catanzaro, 2007), S.Em. Card. Mauro Piacenza, allora Segretario della Congregazione per il Clero (Catanzaro, 2008); S.E. Mons. Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare di Roma (Roma, 2009); S.E. Mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace (Roma, 2010); Mons. Miguel Delgado Galindo, Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici (Catanzaro, 2012); S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Presidente della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace (Roma, 2015). Ogni edizione ha beneficiato dell’intervento dell’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace pro-tempore, rispettivamente S.E. Mons. Antonio Ciliberti e S.E. Mons. Vincenzo Bertolone. Sono intervenuti nel corso degli anni anche gli Arcivescovi della regione Calabra S.E. Mons. Vittorio Mondello, S.E. Mons. Santo Marcianò, S.E. Mons. Salvatore Nunnari. Un particolare ricordo ci riporta alle occasioni in cui il santo Padre, al termine di Udienze Generali, ha salutato «i partecipanti al Convegno del Movimento Apostolico»: così S.S. Francesco il 27.5.2015, e in precedenza S.S Benedetto XVI, il 24.11.2010 («Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al convegno promosso dal Movimento Apostolico e li esorto a proseguire nel cammino della santità personale, punto di partenza di ogni evangelizzazione»).
– Ai sette convegni nazionali, si sono aggiunti altri tre convegni del Movimento Apostolico per l’area del Nord Italia e della Svizzera: a Corsico (MI) nel 2010 ,con l’intervento di S.E. Mons. Mario Delpini, Vescovo Ausiliare di Milano; a Schaffhausen (Svizzera) nel 2011, con la relazione di Mons. Josef Rosenast, Vicario generale della diocesi di Sankt Gallen; a Triuggio (MB) nel 2012, in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
– Per ricordare il 35° anniversario del Movimento Apostolico, il 30.12.2014, presso il Palasport di Giovino a Catanzaro, si è tenuto il meeting “Per diffondere il Vangelo della gioia”. L’appuntamento, voluto dalla Presidente, ha visto la presenza dell’Arcivescovo Mons. V. Bertolone, degli Arcivescovi emeriti Mons. A. Cantisani e Mons. V. Rimedio, di Istituzioni civili, delegazioni provenienti da tutta Italia e un folto numero di pubblico festoso e gioioso.
– Nell’Istituto Secolare “Maria Madre della Redenzione”, nel corso degli anni, si è notevolmente accresciuto il numero delle consacrate. Il 1° novembre 2013, presiedendo la Celebrazione eucaristica nella parrocchia Maria Madre della Chiesa in Catanzaro, l’arcivescovo S.E. Mons. Bertolone ha accolto i voti di 25 novizie, rinnovati per il secondo anno il 20 ottobre 2014. Le consacrate sono 46 a cui si aggiungono 10 novizie già accolte. Ogni primo giovedì del mese offrono a tutti i fedeli un’adorazione eucaristica animata nella parrocchia Maria Madre della Chiesa in Catanzaro.
– Si è arricchito il nostro sito Internet: www.movimentoapostolico.it. “Il Vangelo del Giorno”, commento teologico al brano evangelico della S. messa quotidiana è diffuso anche tramite le pagine Facebook e Twitter del Movimento Apostolico in formato testo e audio. Sono state aperte le pagine Facebook e Twitter anche in inglese e francese. Inoltre la sezione “Sussidi alla formazione”, già completata con i commenti a tutti i libri del Nuovo Testamento, è stata ulteriormente arricchita con i commenti ai libri dell’Antico Testamento (opera ormai in corso di completamento con i commenti dedicati ai libri profetici). Il periodico “Movimento Apostolico”, sussidio di formazione culturale e religiosa ora disponibile in formato online, è giunto al suo 32° anno di pubblicazione ininterrotta.
– Il Centro Studi Verbum ha proseguito il suo servizio di evangelizzazione della cultura e di dialogo tra fede e saperi. Presentati gli atti della prima edizione del Progetto Universus, La persona crocevia dei saperi, (Tau editore, Todi 2012), è stato completato anche il secondo ciclo, dedicato a La verità orizzonte dei saperi.
– Su invito dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, il Movimento Apostolico e il Centro Studi Verbum hanno curato due cicli di incontri su Famiglia e società, in preparazione agli eventi sinodali del 2014 e 2015. Il programma del 2014 ha avuto per titolo “Famiglia oggi: Cos’è. A cosa serve. Come funziona”. In quattro incontri successivi, i relatori Mons. Costantino Di Bruno, d. Gesualdo De Luca, d. Francesco Brancaccio e d. Nicola Rotundo hanno interloquito rispettivamente con il prof. Egidio Chiarella, la prof.ssa Maria Primo, la prof.ssa Anna Guzzi e il dott. Benedetto Caroleo. Il secondo ciclo di incontri, articolato nell’anno pastorale 2014-2015 con il titolo “Famiglia e modernità”, è stato aperto dal prof. Pasquale Giustiniani ed è proseguito con le serate condotte da don Gesualdo De Luca, Mons. Costantino Di Bruno, don Edoardo Palma, don Flavio Placida, don Giovanni Scarpino, don Nicola Rotundo. Entrambi i programmi hanno avuto sede nella Casa delle Culture di Catanzaro, grazie alla collaborazione della Provincia di Catanzaro.
– Il Movimento Apostolico, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, il Centro Studi Verbum e l’Agenzia Cattolica Internazionale Zenit, ha offerto un progetto su “Cibo, Eucarestia e solidarietà”, in riferimento al tema dell’Expo di Milano, articolato in quattro incontri: “Il cibo e la comunione tra gli uomini”. Coltivare, custodire, trasformare la terra (Istituto Alberghiero di Soverato – CZ); “Cibo, sanità, eticità”. Per una giusta fruizione dei frutti della terra (Sala Consiglio Comunale di Sellia Marina – CZ); “Il pane della vita”. Cibo, Eucarestia e solidarietà” (Parrocchia “Maria Madre della Chiesa” – Catanzaro). Con la partecipazione di PadrePioTV, quest’appuntamento ha visto gli interventi del direttore dell’agenzia di informazione cattolica internazionale “Zenit” Antonio Gaspari, del teologo Mons. Costantino Di Bruno e dell’Arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace, S.E. Mons. Vincenzo Bertolone. In ottobre 2015, è previsto l’ultimo incontro sul tema: “Il cibo: un percorso di umanità dalla produzione alla distribuzione” presso il Parco della Biodiversità di Catanzaro.
– Tra le pubblicazioni curate dai teologi del Centro Studi Verbum si sono aggiunti nel 2013-2015 i seguenti titoli: Domenico Concolino, La parola incapace. Uno studio su fenomenologia e religione in Jean Luc Marion, Rubbettino, Soveria Mannelli 2013; Domenico Concolino, Il Dio Trinitario. La sua identità la nostra differenza, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013; Lucio Bellantoni, Nel mistero della sofferenza. Quando la luce del Golgota si posa sulla croce di Giobbe, Cittadella, Assisi 2013; Nicola De Luca, La gioia della libertà. Per una spiritualità cristocentrica liberante, Cittadella, Assisi 2013; Gesualdo De Luca, La misericordia di Gesù. Percorsi si umanesimo nel Vangelo di Luca, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013; Edoardo M. Palma, Giona nell’ attuale dialogo interreligioso. Riletture e prospettive, Ed. S. Antonio, Saarbrücken 2014; Domenico Concolino, Dio e i numeri incapaci. Sulla relazione tra matematica e vita ecclesiale, Ed. Rubbettino, Soveria Mannelli 2015; Flavio Placida Comunicare Gesù. Temi di Catechesi contemporanea, Ed. Urbaniana University Press, Roma 2015; Giuseppe Carrabetta, Agostino d’Ippona: la Chiesa mistero e presenza del Cristo totale, Ed. Cittadella, Assisi 2015; Nicola Rotundo, Verso una nuova politica economica per l’uomo. La posizione morale di B.J.F. Lonergan, Cantagalli, Siena 2015; Francesco, Cristofaro, Galileo Galilei. Assolto in Cassazione, Herkules Books, Policoro 2015. Si segnala inoltre il libro di Don Giovanni Scarpino, «Va’, salva, converti». Il Movimento Apostolico. Origini, storia, missione, Ed. Ares, Milano 2015: l’opera, esito del lavoro scientifico condotto dall’autore per la tesi di dottorato in teologia pastorale e comunicazione presso la Pont. Università Lateranense, si avvale della prefazione di S.Em. Card. Stanislao Dziwisz, della presentazione di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone e della testimonianza di mons. Costantino Di Bruno.
– Prosegue la fervente opera di pastorale giovanile e di sostegno all’evangelizzazione curata dal Movimento Apostolico grazie ai musical originali composti da Cettina Marraffa. Dopo aver messo gratuitamente in scena i musical “E sia la luce…”, “Alla tua ombra un canto” (si ricorda in particolare l’allestimento nel programma ufficiale della GMG di Madrid) e “Meditando la Passione” (messa in scena anche a Lourdes per il pellegrinaggio nazionale italiano del 2010), il 2014 ha visto il debutto della grandiosa opera Ester – Il musical, con la partecipazione di oltre 150 giovani, presso il teatro Politeama di Catanzaro nei giorni 4 e 5 ottobre. Il musical è stato poi riproposto, ancora una volta con grande successo, il 27 maggio 2015 presso l’Auditorium Conciliazione di Roma, nel programma del VII Convegno del Movimento Apostolico.
– Prosegue il programma sistematico di formazione giovanile, strutturato in incontri mensili su tematiche connesse al rapporto tra i giovani e la fede, iniziato nell’ottobre 2010. Gli incontri del 2013-2014 hanno seguito il tema “La sera a casa di S. Luca”: una lettura attualizzante dei dialoghi di Gesù testimoniati dal Vangelo di Luca. Nel 2014-2015, per favorire la recezione della lettera Evangelii Gaudium, alcuni giovani del Movimento Apostolico hanno curato 10 riflessioni originali sul documento, accompagnate da video, componimenti e testimonianze. Ogni incontro ha dato lo spunto a un sacerdote assistente per concludere con una breve approfondimento.
– Il 1° agosto 2015 si è tenuto a Palumbo Sila (KR) un riuscitissimo meeting dei giovani del Movimento Apostolico (GiM2015). Oltre 500 partecipanti sono giunti nella località montana per una giornata di preghiera, formazione e animazione. L’iniziativa, che sarà ripetuta annualmente, prelude al programma di pastorale giovanile che il Movimento Apostolico attuerà nel 2015-2016.
– Il Movimento Apostolico ha partecipato agli appuntamenti internazionali curati dagli Organismi della Santa Sede. Dal 30 maggio al 3 giugno 2012 ha preso parte al 7° Incontro mondiale delle Famiglie, tenuto a Milano. Nell’occasione uno stand informativo del Movimento Apostolico è stato allestito presso la Fiera internazionale delle famiglia, dal 29 maggio al 2 giugno 2012. Diversi aderenti del Movimento Apostolico si sono inseriti nel volontariato a breve e lungo termine. Tutti i membri del Movimento Apostolico di Milano e la folta rappresentanza proveniente dalla Sede Centrale e da diverse altre diocesi hanno partecipato agli incontri con il Santo Padre.
Inoltre, con folte rappresentanze, il Movimento Apostolico ha preso parte agli incontri internazionali con il Santo Padre in occasione dell’Anno della Fede: la giornata dei movimenti (18-19 maggio 2013) e la giornata dei catechisti (28-29 settembre 2013). Il 26 Ottobre 2013 numerosi rappresentanti del Movimento Apostolico hanno partecipato all’incontro del Santo Padre con le Famiglie in Piazza San Pietro.
Dal 20 al 22 novembre, la presidente Cettina Marraffa e la segretaria centrale Annamaria Mazza, su invito del Pontificio Consiglio dei Laici, hanno partecipato a Roma al III Convegno mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, dedicato al tema “La gioia del Vangelo: una gioia missionaria…” e culminato nell’udienza concessa da S.S. Francesco. Le sollecitazioni provenienti dal Santo Padre hanno fatto da traccia per l’organizzazione del meeting del Movimento Apostolico del 30 dicembre 2014.
In preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze 2015, accogliendo l’Invito della CEI, sono state inviate al Comitato organizzatore tre “esperienze” sull’approccio all’umanesimo cristiano, collegate rispettivamente all’attività di catechesi, agli incontri formativi del Centri Studi Verbum sul dialogo tra i sapere, e alla pastorale giovanile. In seguito, la riflessione è proseguita con l’apporto dei sacerdoti assistenti e dei laici. È stato prodotto un dossier di approfondimenti e testimonianze, come contributo del Movimento Apostolico, reso disponibile sul sito web.
– Continuano a maturare nel Movimento Apostolico vocazioni che arricchiscono la Chiesa: nel corso del 2012 sono stati ordinati tre nuovi presbiteri, uno nel 2013, tre nel 2014, due nel 2015.
– La missione del Movimento Apostolico prosegue sia in Italia che all’estero. Dopo le visite effettuate negli anni precedenti in Africa e India, nel 2012 alcuni sacerdoti e laici hanno si sono recati in Camerun e Congo Brazzaville (dove è cresciuto il numero delle diocesi in cui opera il Movimento Apostolico). La Conferenza Episcopale del Camerun ha emesso il decreto di riconoscimento nazionale definitivo del Movimento Apostolico, consegnato personalmente dal Presidente S.E. Mons. Joseph Atanga all’Ispiratrice signora Maria Marino, nel corso di una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo S.E. Mons. Vincenzo Bertolone a S. Ianni di Catanzaro il 29.10.2012. Nello stesso mese di ottobre è venuto a farci visita S.E. Mons. Daniel Mizonzo, Vescovo di Nkayi, Congo-Brazaville. Il 9.6.2014 e l’8.6.2015 è tornato a presiedere la S. Messa con il Movimento Apostolico S.E. Paul Maipan, vescovo di Khammam (India). Lo stesso hanno fatto S.E. Rev. Mons. Daniel Mizonzo, (Nkay – Congo), il 19.1.2015, e S.E. Mons. Servilien Nzakamwita (Byumba – Ruanda) il 9.2.2015, ricevendo tutti una calorosa accoglienza da parte degli aderenti. Da ricordare anche la visita al Movimento Apostolico del vescovo emerito di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Antonio Ciliberti, in data 8.12.2014 presso la parrocchia “Maria Madre della Chiesa” di Catanzaro.
– Nelle diverse sedi, gli aderenti del Movimento Apostolico si sono adoperati per vivere in modo corresponsabile la missione delle rispettive diocesi e parrocchie, partecipando agli appuntamenti e agli organismi diocesani e offrendo la disponibilità, secondo il carisma di ciascuno, in tutti i settori operativi: evangelizzazione, catechismo e catechesi, liturgia e sacramenti, consigli pastorali, Caritas, volontariato e missionarietà, pastorale dei giovani, della famiglie, della cultura, degli infermi.
– Prosegue inoltre, in modo ininterrotto da oltre 35 anni, il servizio di catechesi e di formazione spirituale curato dal Movimento Apostolico in tutte le sedi, in riferimento ai locali piani pastorali, e inaugurato annualmente in diverse diocesi dai rispettivi Vescovi.
In cammino verso il futuro
Il futuro non dovrà mai essere da noi, ma sempre dallo Spirito, come dallo Spirito è stato sempre il futuro di Cristo e sempre il futuro della Chiesa, così come ci insegnano gli Atti degli Apostoli. Ci metteremo in ascolto dello Spirito di Dio, se cresceremo in una santità ancora più grande. Non vi è santità senza l’acquisizione delle virtù. La crescita in sapienza e grazia era necessaria a Cristo, alla Madre di Dio, sarà necessaria, anzi urgente ad ogni aderente del Movimento Apostolico. Senza le virtù, si sarà sempre sordi allo Spirito, perché ogni vizio crea sordità spirituale e durezza del cuore e della mente, difficilmente superabili nel momento in cui si ha bisogno di un ascolto e di una obbedienza pronta e sollecita allo Spirito.
Un ringraziamento particolare
Ringrazio l’Ispiratrice – Fondatrice del Movimento Apostolico, Signora Maria Marino. La sua missione è stata ed è sofferenza ininterrotta fin dal primo istante. Lei è donna sempre docile e obbediente allo Spirito. Lei lo può ben dire: “Mai nulla ho messo di mio. Sempre ho ascoltato lo Spirito del Signore”.
Ringrazio la Signora Concetta Venerina Marraffa, che è stata la Prima Presidente del Movimento Apostolico fino al giugno del 2015. Il Signore la ricompensi per tutto il bene che ha fatto e che continuerà a fare. Il Movimento Apostolico ha bisogno del suo carisma, che è unico e insostituibile.
Ringrazio il Presidente del Movimento Apostolico Signor Cesare Rotundo. Il Signore che lo ha scelto e costituito come guida del suo Movimento, lo ricolmi del suo Santo Spirito, perché per la sua obbedienza a Cristo, il Movimento Apostolico diventi strumento più forte di redenzione e di salvezza.
Ringrazio la Segretaria Centrale, le Segretarie Diocesane e Parrocchiali, i Responsabili Diocesani e Parrocchiali, gli Aderenti, i Candidati. La loro opera, vissuta in una comunione senza riserve e in una obbedienza allo Spirito sempre piena, darà luce più grande alla missione del Movimento Apostolico.
Ringrazio gli Assistenti Ecclesiastici che hanno a cuore questa opera che Cristo Gesù ha messo nelle loro mani, perché insegnino ad essa come si obbedisce allo Spirito e come si cammina nel Vangelo. Siamo essi luce potente di verità e misericordia per tutto il Movimento Apostolico.
Ringrazio tutti i Sacerdoti che nelle Parrocchie curano il Movimento Apostolico. Senza la loro premurosa opera di insegnamento e di guida, esso manca del terreno solido su cui crescere e produrre frutti.
Ringrazio i Diaconi che prestano un servizio di catechesi e di carità. Sia il loro esempio modello di crescita per tutto il Movimento Apostolico, chiamato al “diaconato” o “servizio” del dono della parola e di tutto l’amore di Gesù Signore.
Ringrazio le Consacrate Laiche “Maria, Madre della Redenzione”. Siano esse per tutto il Movimento Apostolico vero modello dell’ascolto dello Spirito Santo e di saggia comunione dei carismi, per il bene più grande di tutta la Chiesa.
Agli Eccellentissimi Vescovi, nelle cui Diocesi vive ed opera il Movimento Apostolico, il nostro particolare e sentito ringraziamento. Essi hanno accolto questo stupendo dono di Dio. Dio accolga loro nel suo cuore e ne faccia la loro stabile dimora.
Al Santo Padre, Benedetto XVI, Papa emerito, il nostro grazie per la sua vicinanza amorevole e sapiente verso il Movimento Apostolico. Cristo Signore, ricco di misericordia, consoli il suo cuore e lo inondi della sua grande carità.
A Papa Francesco, luce sul nostro cammino, immagine viva della misericordia di Cristo, la nostra incessante preghiera, perché il suo desiderio che ogni cristiano diventi volto concreto, storico della misericordia di Gesù Signore, si realizzi oggi e sempre.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, che ai piedi della Croce, unì la sua sofferenza e il suo olocausto a quello di Cristo Gesù, ci aiuti perché anche noi completiamo nel nostro corpo il loro sacrificio di redenzione e olocausto di salvezza. Senza questo completamento mai potremo essere in Cristo, per lo Spirito, operatori di vera salvezza, autentica redenzione.
Quest’anno di misericordia 2015 – 2016, sia per tutti noi vera crescita nell’ascolto dello Spirito. La vita del Movimento Apostolico non è dalla progettualità umana, ma dalla sua sapienza e intelligenza per un ascolto immediato e pronto dello Spirito del Signore.
Catanzaro, 8 Settembre 2015
L’Assistente Ecclesiastico Centrale del Movimento Apostolico
Mons. Costantino Di Bruno