Li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla
Dio non ha mani, né piedi, né braccia, né alcuna cosa fuori di sé. Fuori di Dio vi è il nulla. Dio è Parola onnipotente e creatrice. Tutto crea con la sua Parola. Gesù vero Dio e vero uomo, possiede la pochezza della sua umanità. Lui deve trasformare con la sua parola onnipotente e creatrice questa pochezza del suo corpo, in carne e sangue perché ogni uomo, nutrendosi di essi, possa trasformare il suo corpo, la sua anima, il suo spirito, tutto se stesso in verità, luce, compassione, giustizia, santità a beneficio di ogni altro suo fratello. È questo il significato più vero della moltiplicazione dei pochi pani e dei pochissimi pesci. Il pane è segno dell’umanità di Cristo Signore. Gesù prende questo pane e lo moltiplica perché ogni credente in Lui si sazi di esso e trasformi se stesso in pane di vita per ogni altro uomo. Come opera il miracolo Gesù? Prendendo il pane e versando su di esso la sua parola onnipotente e creatrice sotto forma di parola di benedizione. Il discepolo di Gesù domani trasformerà il pane in corpo di Cristo prendendolo nelle mani e pronunciando anche lui la parola di benedizione che è vera parola di trasformazione per transustanziazione. Il poco pane e il poco vino veramente, realmente, sostanzialmente si trasformano in corpo di Cristo. Parola onnipotente e creatrice quella di Dio. Parola onnipotente e creatrice quella di Cristo Signore. Parola onnipotente e creatrice quella dell’apostolo del Signore. L’Eucaristia non è evento creato da Gesù Signore la notte della sua passione. Essa è evento di purissima creazione per trasformazione oggi. Oggi l’apostolo aggiunge la sua parola al pane ed esso diviene corpo di Cristo. L’aggiunge al vino e si trasforma in sangue del Signore. Oggi la parola dell’apostolo è creatrice e trasformatrice. È questa verità essenziale nella proclamazione e nell’annunzio della vera fede. Quando la Chiesa celebra i divini misteri dei sacramenti, in essi sempre si prende il poco dell’uomo e lo si trasforma per vera creazione. Nel Battesimo si è generati come veri figli di Dio, partecipi della divina natura. Nel matrimonio di due corpi e di due vite si fa un corpo solo, una carne sola, un cuore sole indissolubile. Così avviene in ogni alto sacramento. È in questi segni della fede, che viene operata una nuova creazione. Oggi. Non ieri. Non domani. I sacramenti sono la più alta attestazione della verità della Parola di Dio, divenuta Parola di Cristo Gesù, divenuta Parola dei discepoli. Anche la Parola del Vangelo detta ad un cuore per la fede dell’Apostolo si trasforma un parola onnipotente per la creazione di vera conversione, pentimento, desiderio di salvezza.
Gesù si allontanò di là, giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn (Mt 29-39).
Dinanzi a Gesù vi è un mondo senza vita. I discepoli non sono rivestiti di Parola onnipotente e creatrice. Di conseguenza non possiedono alcuna soluzione di vita per quel mondo senza vita. È quanto sta accadendo ai nostri giorni. I discepoli di Gesù hanno perso la fede nella loro parola che è sempre onnipotente e creatrice per dono dall’alto, e lasciano il mondo senza vita. Addirittura essi stessi si stanno condannando ad essere persone senza vita, facendosi mondo con il mondo, adattandosi alla sua assenza di ogni vita nel suo seno. O il discepolo si riveste della sua fede e crede che la sola Parola gli basta per trasformare ogni deserto in un giardino di vita eterna, o non gli rimane altra via che abbandonare il mondo a se stesso, accusando il mondo di non volere Cristo, anziché condannare se stesso perché ha perso la fede nella Parola onnipotente e creatrice capace di dare ogni vita all’uomo oggi, domani, sempre. Il mondo è stato sempre mondo e sempre mondo rimarrà. Chi deve essere sempre discepolo di Gesù è il suo discepolo. Oggi non è il mondo che non vuole Cristo, è il discepolo che è divenuto inabile nel dare Cristo perché non si riveste più della Parola onnipotente e creatrice di Gesù Signore, anzi non crede neanche più nella Parola. La consegna al mondo e all’incredulità sta divenendo ormai universale. Vi è oggi una resa al mondo che spaventa. Ma quello che più atterrisce è la non capacità del discepolo di Gesù di confessare il suo fallimento su ogni fronte. È Lui che ha perso la fede, ma attribuisce i frutti velenosi della sua non fede al mondo. È come se un contadino smettesse di dare acque alle piante perché ha perso il senno e non vede più l’acqua come il solo elemento capace di vivificare ciò che sta per seccare e attribuisse la colpa al terreno che non vuole l’acqua o è incapace di poterla ricevere. Questa è somma stoltezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede pura, retta, vera.