Li inviò a due a due davanti a sé

 La saggezza del Padre nello Spirito Santo è saggezza di Gesù, sempre nello Spirito Santo. Il Padre prepara la via a Cristo mandando innanzi a Lui Giovanni il Battista. Gesù prepara la via dinanzi a sé mandando i suoi discepoli. Il tempo di Gesù è così prezioso e di esso neanche un secondo va sciupato. I discepoli vanno, preparano i cuori ad accogliere il Signore, Gesù viene. Tutti sanno chi Lui è e cosa fa. Chi vuole può lasciarsi ammaestrare da Lui. Quanto vivono i settantadue discepoli, dovrà viverlo nella storia ogni altro discepolo: dovrà preparare i cuori perché accolgano Gesù, si mettano in ascolto di Lui, credano in Lui, vivano per Lui, con Lui. Senza la preparazione dei cuori, Gesù viene invano. Manca la conoscenza, la comprensione, la verità. Sappiamo dalla parabola del seminatore che senza conoscenza e comprensione, viene il diavolo e porta Gesù via dal cuore. Per questo è necessario, anzi indispensabile preparare i cuori, offrendo ogni verità sulla Persona e sulla missione di Gesù.

La storia è testimone che ogni qualvolta il discepolo di Gesù non ha preparato la via a Gesù, illuminando, istruendo, formando i cuori nella sua più pura e perfetta verità, la sua opera è stata sempre vana. Non è il discepolo la vita dell’uomo, né la sua verità, né la sua grazia, né la sua luce. Vita, verità, grazia, luce, pane è Cristo Signore. Gesù entra nel cuore, il cuore vive. Gesù non entra nel cuore, il cuore muore. Ma chi deve preparare il cuore perché accolga Cristo è il discepolo. La Chiesa di Dio e ogni suo figlio a questo serve e per questo è stata chiamata e mandata nel mondo: per preparare la via a Cristo che viene per essere la vita dell’uomo. Quando la Chiesa e i suoi figli parlano all’uomo di cose terrene, futili, o anche di moralità alta o bassa, essi fanno discorsi inutili, vani. Mai essi attecchiranno in un cuore. Parlando invece di Cristo, mostrando tutta la sua verità, rivelando e svelando il suo mistero, il cuore si apre, diviene pronto ad accogliere il Messia di Dio. È Lui, solo Lui, la vita vera per ogni cuore.

La Chiesa non è mandata nel mondo per dare un tozzo di pane agli affamati. Il tozzo di pane lo potrà sempre donare, ma come gesto della sua elemosina, non della sua evangelizzazione. L’elemosina va fatta sempre nel silenzio. Cristo invece va predicato dai tetti. Quando il cuore ha Cristo, ha tutto. Quando il ventre ha un tozzo di pane, ha nulla. Per un tozzo di pane al ventre non occorre la Chiesa,  gli Apostoli, gli Evangelisti, i Profeti, i Maestri, i Dottori. Costoro sono chiamati a vivere tutta la Parola. La loro elemosina mai dovrà essere frutto di evangelizzazione. L’evangelizzazione è nel dono di Cristo nella pienezza del suo altissimo mistero. La Chiesa dovrà consumare se stessa nel preparare a via a Cristo che vuole essere in ogni cuore. Se la Chiesa omette questa preparazione, Cristo non entra nei cuori, e gli uomini rimangono nella disperazione. Non hanno Cristo Gesù come unico e solo fondamento, come una sola speranza, come unico e solo nutrimento del loro spirito e della loro anima. È questo il gravissimo peccato di omissione, dal quale oggi è la grande povertà spirituale dell’umanità.

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città (Lc 10,1-12).

I discepoli vanno, ma non per accreditare se stessi. Per questo accreditamento basta solo qualche miracolo, qualche tozzo di pane dato e offerto, qualche indumento. Essi sono invece mandati per accreditare Cristo Gesù. Cristo Signore è il solo fine della loro missione. Se il regno e Cristo Gesù vengono rifiutati, anche loro devono sentirsi rifiutati e abbandonare la città. Cristo e il discepolo devono essere una cosa sola. Non può il discepolo essere accolto e il Maestro rifiutato. Se il discepolo è accolto e il Maestro rifiutato è segno che è avvenuta una separazione tra il Maestro e il discepolo. È segno che il discepolo ha rinnegato, tradito, venduto Cristo. Lui e Gesù non sono più una cosa sola. Lui è divenuto mondo con il mondo, pagano con i pagani. Un discepolo di Gesù deve sentirsi non accolto quando Cristo non è accolto. Non essendo accolto, lascia quella città e si dirige altrove, ma sempre per predicare che il regno di Dio è vicino.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Cristo Gesù.