LE COSE CHE MI RIGUARDANO
GIOVEDÌ 28 MAGGIO (At 22,30;23,6-11)
Cristo Gesù cura le cose che riguardano il Padre suo con una obbedienza fino alla morte di croce. Anche il cristiano deve curare gli interessi di Cristo con una obbedienza allo Spirito Santo fino alla morte: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. E Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa.
In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me. Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie. Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda: tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre. Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione. Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona (Fil 2,1-24). Paolo ha consacrato tutta la sua vita a curare gli interessi di Cristo Signore. Nulla ha fatto per sé. Tutto ha fatto per Cristo, mosso sempre dallo Spirito Santo.
In quei giorni, [il comandante della coorte,] volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui Paolo veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro. Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l’assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato». La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza. La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma».
Ora è nel sinedrio di Gerusalemme. Lo Spirito Santo pone sulla sua bocca la Parola giusta – «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti» – e farisei e sadducei si azzuffano tra di loro dimenticandosi di lui. Il Signore durante la notte viene a confortarlo. Lui ha ben testimoniato le cose che riguardano il suo mistero. Ora queste stesse cose dovrà testimoniarle a Roma. Ecco la vera testimonianza da rendere a Cristo Gesù: parlare al mondo intero del suo mistero, nel quale è la verità del mistero del Padre e dello Spirito Santo, dell’uomo e di ogni altra realtà esistente. Senza Cristo Gesù l’uomo è senza mistero, senza verità, senza luce, senza vita. Senza mistero, l’uomo si riduce ad una immane vanità. Si consuma nel nulla, si consuma per il nulla. Il nulla sulla terra diventerà morte eterna nell’eternità. Non è passato dalle tenebre nella luce.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano indichi ad ogni uomo il mistero di Gesù.