Lascia che i morti seppelliscano i loro morti

Carità, misericordia, pietà, compassione, amore, giustizia, verità sono universali perché sono obbligo per ogni uomo. Sono però personali, perché ognuno dovrà viverli secondo la volontà che il Signore ha su ogni persona. Poiché vocazione, ministero, missione, dono dello Spirito Santo sono particolari, diversi per ogni singola persona, mai vi potrà essere carità, misericordia, pietà, compassione, amore, giustizia, verità, obbedienza che possano prescindere dalla volontà che Dio manifesta ad ogni singola persona. Nulla è più errato, falso, del pensare ad una misericordia e ad una compassione, o pietà uguali per tutti gli uomini della terra.

I comandamenti, che sono la fondamentale, primaria, universale regola della giustizia, sono uguali per ogni uomo, obbligano allo stesso modo per tutti. A nessuno è consentito di adorare falsi Dèi, immergersi nella superstizione, uccidere, commettere adulterio, rubare, dire falsa testimonianza, desiderare la donna o la cosa del suo prossimo. Le beatitudini invece variano da persona a persona. Altra è la povertà in spirito di un missionario del Vangelo e altra quella di un datore di lavoro. Altra è la misericordia di un profeta, altra quella di un dottore e maestro, altra quella di un vescovo e di un presbitero, altra quella di un papa.

La misericordia di un papa è quella di essere per tutta la Chiesa perfetto modello di obbedienza a Dio nella purezza della fede e della carità di Cristo Gesù. La sua misericordia è avere sulle sue labbra sempre la Parola di Cristo, che è Parola del Padre, la volontà di Cristo che è volontà del Padre, il discernimento di Cristo che è discernimento del Padre. La sua misericordia è mostrare sempre il volto misericordioso, vero, giusto di Gesù Signore. La sua misericordia è quella di lasciarsi perennemente muovere dallo Spirito del Signore anche nella prudenza, nel rispetto dei tempi e dei momenti, per prendere decisioni di vita eterna per tutta la Chiesa di Cristo Gesù. Applicato alla propria diocesi e parrocchia questo vale anche per la misericordia di un vescovo e di un parroco. Non si può vivere alcuna misericordia, prescindendo dal proprio ministero e carisma. Ogni professione vive la sua speciale misericordia. Il politico, il datore di lavoro, l’operaio, il sindacalista, ogni categoria di persone è obbligata alla specifica misericordia.

Oggi Gesù ci insegna che a certe forme di misericordia, anche se legittime, sante, consolidate dalla tradizione, si deve rinunciare perché chiamati a vivere una misericordia più alta, universale, elevata. Senza la rinuncia a queste misericordie legittime e sante, alcune anche comandate da Dio, la misericordia più elevata ed universale non potrà compiersi e l’uomo rischia la morte eterna. Può un uomo rinunciare alla sua missione di andare per il mondo a recare il lieto annunzio della salvezza eterna in nome di una misericordia che chiede al figlio di seppellire prima il proprio padre, la propria madre? Per seppellire un corpo tutti sono pronti, tutti possono. Risuscitare le anime per il cielo non tutti possono. Per questo ministero il Signore chiama alcuni e vuole che questa sia la sola ed unica opera di misericordia da vivere. Può un missionario pensare a qualche sua comodità sapendo che il concedersi lui un qualche beneficio per il suo corpo espone un anima alla incomodità eterna nell’inferno? È preferibile che lui rinunci ad ogni suo agio o benessere, perché un’anima sia strappata dalla sofferenza eterna.

Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,57-62).

La misericordia per il corpo deve cedere il posto alla misericordia per l’anima. La misericordia per il tempo deve lasciare tutto lo spazio alla misericordia per l’eternità. La guarigione da una malattia fisica non deve mai prevale sulla guarigione di una malattia spirituale. Questa scienza della vera misericordia la può donare solo lo Spirito Santo. Senza la sua mozione del cuore e dello spirito, sempre l’uomo si lascerà trasportare dai suoi sentimenti, che spesso non sono la volontà di Dio in ordine alla sua vita. Altra verità che va messa sul candelabro esige e chiede che la misericordia che vale per uno non sia la misericordia che vale per l’altro, essendo diverso il dono dello Spirito Santo. Un consolatore non necessariamente potrà essere un maestro, un profeta non è un teologo, un presbitero non è un laico. Ognuno deve chiedere allo Spirito Santo che gli indichi le vie storiche, immediate, personali della sua misericordia. Il Signore del cuore, della mente, della volontà è lo Spirito Santo, non l’uomo. Neanche la Chiesa è signore del cuore, della mente, della volontà. Solo lo Spirito Santo è il Signore e solo Lui può dire ad un cuore, ad una mente, ad una volontà quale misericordia vivere oggi, domani, dopodomani.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci ad ascoltare lo Spirito Santo.