Breve riflessione sull’alleanza tra la Chiesa e gli artisti di ogni tempo
L’arte, espressione della bellezza della fede
Duemila anni di storia della Chiesa, duemila anni di arte cristiana, duemila anni di straordinarie espressioni artistiche. Un’alleanza innata tra la Chiesa e gli artisti di ogni tempo ha dato vita ad un’imponente e meraviglioso patrimonio storico-culturale rappresentato tramite le diverse scienze, discipline tecniche e arti umanistiche.
Fin dai primi secoli della Chiesa l’arte, oltre alla raffigurazione e rappresentazione simbolica della fede cristiana, ha svolto un importante ruolo didattico, finalizzato alla formazione religiosa e morale dei catecumeni e dei fedeli che vivevano prevalentemente in una condizione di analfabetismo. L’istruzione veniva trasmessa attraverso le arti figurative nei luoghi di culto, che si evolvono nel corso dei secoli.
L’arte cristiana strumento didattico e formativo, ma allo stesso tempo e per sua stessa natura, fattore espressivo ed evocativo del mistero di Dio fatto Uomo, Verbo incarnato che si è reso visibile, quindi raffigurabile e perciò rappresentabile. I protagonisti del Nuovo e del Vecchio Testamento hanno costituito nel corso dei secoli una fonte ricchissima di ispirazione: il volto di Cristo, le scene del Vangelo, i profeti, il Golgota, la Vergine col Bambino o la Vergine Addolorata, i Santi. Talento e sapienza applicati nel plasmare la materia ad elaborare tecniche figurative per riprodurre i segni, i simboli, le scene, le scenografie, i luoghi di preghiera, di vita religiosa. Una complessa, articolata e straordinaria opera feconda di trasmissione del Vangelo.
L’arte cristiana è quindi capace di elevare l’anima, di costituire un punto di contatto col Divino, di evocare il mistero consentendone la contemplazione a partire dalla bellezza. La bellezza del sommo bene: Gesù Cristo, Icona del bello sublime.
Dostoevskij afferma che l’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo.
La bellezza colpisce l’uomo, lo riempie di nuova speranza, gli dona il coraggio di vivere fino in fondo il dono unico dell’esistenza. Tale bellezza, evidentemente, non consiste in un mero estetismo, bensì in un sentimento puro ed autentico, capace di svelare la presenza di Dio.
Con questa consapevolezza la Chiesa non ha mai cessato di sostenere gli artisti e di chiedere il loro aiuto, «a tradurre il suo messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, a rendere comprensibile il mondo invisibile».
Papa Paolo VI definiva gli artisti come coloro che per vocazione cristiana hanno aiutato la Chiesa. Coi Padri del Concilio Vaticano II, l’8 Dicembre 1965, ha rivolto agli artisti un messaggio in cui affermava che: «Il mondo in cui viviamo ha bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini, è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell’ammirazione. E ciò grazie alle vostre mani», esortando tutti gli artisti a farsi portatori di questa grande responsabilità: «Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo!».
La stessa consapevolezza con cui Papa Giovanni Paolo II, il 4 Aprile del 1999, in una straordinaria Lettera agli Artisti esortava, con vigore e forza, la necessità di recuperare «un’alleanza feconda» tra Vangelo e arte, di riannodare un rapporto venuto meno nel periodo moderno e contemporaneo.
Papa Benedetto XVI, nell’Udienza del 31 Agosto 2011, riprende e rilancia con passione il tema della bellezza dell’arte, capace di condurre l’uomo ad aprire una relazione con Dio, attraverso la via delle espressioni artistiche: «Via pulchritudinis» – «via della bellezza». Egli descrive l’arte quale strumento «…capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano…». Così, «ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede».
Infine, Papa Francesco ha incoraggiato la peculiare missione evangelizzatrice che spetta agli artisti: «Abbiate a cuore anche di testimoniare, nell’espressione della vostra arte, che credere in Gesù Cristo e seguirlo “non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 167). La Chiesa conta su di voi per rendere percepibile la Bellezza ineffabile dell’amore di Dio e per permettere a ciascuno di scoprire la bellezza di essere amati da Dio».
Preghiamo dunque perché la verità cristiana e l’arte possano riprendere a dialogare, per continuare a manifestare al mondo la bellezza della fede.
Paolo Abis e Germana Dolce