“Servitori e custodi della vita umana”
La testimonianza di un medico
Ogni persona è un dono, un valore da accogliere, custodire e proteggere. Ogni persona ha una storia, un vissuto da rispettare. Nel tempo ho imparato che il malato non può essere identificato nella sua infermità. Essere medico non significa solo prendersi cura della salute fisica ma riuscire a calarsi nei panni dell’altro, nel mistero della sua malattia, nella paura e nel disagio che la stessa provoca rimanendo però lucido, orientato e soprattutto capace di portare guarigione e sollievo. Chi è più fragile di un bambino appena nato? Quale gioia è più grande per una famiglia se non accogliere una vita nascente?
La fede mi ha aiutato a sperare contro ogni speranza, ad impegnarmi per la salute delle tenere vite, mi ha insegnato a scorgere nei loro occhi la grandezza del Padre. Ancora oggi, dopo tanti anni, mi commuovo davanti al miracolo della vita che nasce e lotta con tutte le sue forze per la guarigione. Gli anni della mia formazione sono stati anni di cammino spirituale nel grembo del Movimento Apostolico. Il rispetto e l’amore per i fratelli, la gioia di offrirsi all’altro incondizionatamente e di operare in comunione con la Chiesa, mi ha permesso di crescere come persona e come medico. L’esempio dell’Ispiratrice Maria Marino che ha dedicato e ancora dedica la sua vita alla missione che il Signore le ha affidato, continua a motivarmi incoraggiandomi ad andare avanti nonostante la stanchezza, le frustrazioni e l’impotenza davanti alla malattia e la morte.
Ognuno di noi ha una vocazione, una missione che Dio ci ha affidato, darne voce mi riempie di gioia, consapevole che questo richiede impegno, studio, dedizione ma anche tanta empatia ed amore. Ringrazio Dio per avermi chiamato a prendermi cura di questi suoi figli più fragili, lo ringrazio anche quando la malattia e la disperazione sembrano avere il sopravvento. In quei momenti affido tutto a Lui cercando di essere strumento utile nelle sue mani. Faccio mia l’esortazione di Giovanni Paolo II che, nell’Evangelium Vitae, invitava i medici e tutti gli operatori sanitari ad essere servitori e custodi della vita umana. Affido la mia vita alla Madre della Redenzione perché mi conceda di essere strumento docile di guarigione e di conforto, rimanendo sempre nella gioia della mia vocazione.
Dott.ssa Immacolata Guzzo
Pediatra Neonatologo