La sala delle nozze si riempì di commensali
18 AGOSTO (Mt 22,1-14)
Una verità che non entra nel cuore dell’uomo vuole che le regole del regno non le stabilisca l’uomo, ma il Signore. Tutto il Vangelo, ma prima ancora, tutta la Scrittura è regola di come si entra nel regno e in esso si vive. È anche regola della via da prendere perché si raggiunga il regno eterno di Dio. Oggi l’uomo vuole essere del regno, ma alle sue condizioni, secondo le sue regole, i suoi personali statuti. Possiamo affermare che ognuno ha le sue leggi, le sue verità, i suoi statuti di appartenenza. Dio invece non pensa così e neanche Gesù Signore. Se le regole non vengono osservate non si è oggi regno di Dio e neanche domani, nell’eternità, si dimorerà in esso.
Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sulla tua santa montagna? Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Anche se ha giurato a proprio danno, mantiene la parola; non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre (Sal 15 (14) 1-5).
Per entrare nel regno di Dio, prima di ogni cosa, si deve ricevere l’invito. È verità eterna. L’invito è fatto a tutti. Dio non priva nessuno di questa sua offerta di grazia. Molti però non rispondono. Le cose della terra hanno il sopravvento sul vero bene. Si lasciano imprigionare il cuore dalle futilità e rinunciano a ciò che è la vera vita, vita divina ed eterna che il Signore offre loro. Un campo, un paio di buoi, un matrimonio non valgono di certo la vita eterna. Campo, buoi, matrimonio devono invece essere vissuti nella prospettiva dell’eternità. Il raggiungimento dell’eternità è il vero bene. Ogni altra cosa è via, mezzo, strumento. Mai si deve vivere il mezzo come se fosse il nostro vero fine. Il mezzo invece sempre dovrà essere ordinato al fine da raggiungere. Unico e solo vero fine di ogni uomo è il raggiungimento della vita eterna.
Oggi si parla solo di misericordia. Come spiegare la misericordia del Signore con le esigenze della sua giustizia? Misericordia e giustizia sono la risposta di Dio alla sua fedeltà e la fedeltà di Dio è ad ogni sua parola. Queste parole: “Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città”, esprimono tutta l’esigenza della giustizia di Dio, oppure non hanno alcun significato? Certo, esse vanno interpretate. Ma mai dovranno essere cancellate dalla verità divina e teologica, morale e spirituale, pastorale ed evangelizzatrice. Quanti rifiutano l’invito finiranno nella perdizione eterna, saranno condannati per il loro rifiuto. Non sono infatti nella sala delle nozze. Vi si trovano gli altri invitati, ma non certo i primi. È Vangelo.
Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Ma anche nella sala vi sono delle regole da rispettare. In essa si deve entrare con l’abito nuziale, cioè con l’abito della verità, della grazia, della misericordia, della bontà del cuore, della grande carità. Senza quest’abito non si ha diritto di entrare e si viene tolti fuori. Accogliere il Vangelo obbliga a vivere secondo il Vangelo. È verità eterna.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci le verità del Regno.