La parola di Dio venne su Giovanni

Come il mondo fu creato dalla Parola di Dio, risuonata nel nulla della non esistenza e per essa ogni cosa ricevette la vita, così il mondo rimarrà in vita solo ascoltando la Parola dalla quale è la sua vita.  Sappiamo che Eva ed Adamo, tentati, si sottrassero a questa obbedienza alla Parola che il Signore aveva fatto risuonare al loro orecchio. Caddero nel baratro della morte e in esso trascinarono non solo la loro discendenza, anche tutta la terra che è stata costituita da Dio la casa nella quale abitare. L’uomo si è ribellato al suo Dio. La terra non obbedisce all’uomo che non obbedisce al suo Signore. Perché non obbedisce? Perché la terra ascolta la Parola. Vive di obbedienza e non servirà mai l’uomo se questi vive di disobbedienza. Non può dare vita all’uomo, perché la vita è dall’ascolto della Parola del suo Creatore. La Parola della vita è eternamente di Dio, mai potrà essere dell’uomo. Sono tutti falsi profeti quanti stabiliscono le loro parole, le loro decisioni fonte di vita per l’uomo. Se questo fosse possibile, l’uomo sarebbe Creatore, Signore, Dio di se stesso e Dio per gli altri. Filosofi, pensatori, scrittori, politici, teologi, ogni altro uomo, è parola di vita per l’altro uomo solo se dice, insegna, ammaestra sulla Parola del suo Dio e Signore. Ma la Parola, lui, la deve sempre attingere in Dio. L’uomo non è sorgente della Parola che crea, redime, salva, dona vita, porta la benedizione sulla nostra terra.

Satana si presenta a Eva come sorgente di Parola di vita. Ma lui non è sorgente di parola di vita. Lui è nella morte e non può essere se non sorgente di parola di morte. Eva cade nella disobbedienza. Si presenta ad Adamo come sorgente di Parola di vita, mentre in realtà è solo sorgente di una parola di morte. Come Eva avrebbe dovuto non ascoltare il serpente, così Adamo non avrebbe dovuto ascoltare Eva. Da questo momento l’uomo è divenuto parola di morte per l’uomo. Nella morte all’istante si trasforma in falso profeta. Nella morte, frutto della sua disobbedienza, non possiede una parola di vita. La sua natura è morta e produce una parola di morte. La responsabilità però non è solo di colui che dice una parola di morte, ma anche di colui che la parola di morte accoglie. I falsi profeti ci saranno sempre nel mondo. L’uomo che è nella morte è sempre un falso profeta per i suoi fratelli. Spetta però all’uomo non lasciarsi travolgere dalla falsa parola di morte. È un suo obbligo. Oggi però ogni uomo è nella morte. Ogni uomo ha ereditato la morte dai suoi progenitori che si sono sottratti all’obbedienza alla Parola di Dio. Come fa allora un uomo ad essere Parola di vita se lui per natura è parola di morte? L’uomo può essere Parola di vita eterna, se Dio dal suo cielo, fa scendere la sua Parola su di lui. Come Dio ha creato con la sua Parola, così deve nuovamente operare con la sua Parola. La Parola di vita è solo sua ed essa deve discernere solo dal cielo. Non viene dalla terra. Dalla terra sorge solo la parola falsa, che dona morte ed è creatrice di ogni morte.

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe» (Lc 3,1-14).

Giovanni il Battista è pieno di Spirito Santo. È stato colmato mentre ancora era nel seno della madre. Lo Spirito non è la Parola. Della Parola e nella Parola Lui è intelligenza, sapienza, scienza, conoscenza, fortezza. Come lo Spirito è disceso su di lui, così anche la Parola deve discendere su di lui. La Parola scende e lui e lui viene costituito profeta del Dio vivente. Anche per Cristo vale la stessa legge eterna. La Parola deve provenire sempre dal cuore del Padre. Lui è Parola che sempre è generata dal Padre. La Parola scende nella sua carne e Lui è profeta del Padre. Il cristiano non attinge la Parola dal Vangelo, dalla Scrittura. La deve attingere sempre dal Padre. La Scrittura serve per conoscere i limiti entro i quali agisce e si muove la Parola del Padre. La Parola viva del Padre scende nel cristiano pieno di Spirito Santo ed essa diviene Parola di salvezza. Solo la Parola scesa, scende nei cuori per la conversione.

Madre di Dio, Angeli, Santi, colmateci di Spirito Santo perché su di noi scenda la Parola di Dio.