La lampada del corpo è l’occhio

2 Cor 11,18.21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23
21 GIUGNO

L’occhio è la prima e più grande via attraverso la quale il male del mondo e ogni scandalo entrano nel cuore dell’uomo e si trasformano in desiderio cattivo. Nulla è più necessario all’uomo che la custodia degli occhi. Ognuno è obbligato a tenerli chiusi per il male e ad aprirli al fine di operare il più grande bene. Giobbe ci attesta che lui sempre ha chiuso gli occhi al male e sempre li ha aperti per il bene verso tutti. Nessuno da lui ha ricevuto un solo male. Tutti hanno ricevuto il più grande bene. Lui ha fatto dei suoi occhi un uso perfetto verso tutti.

Ho stretto un patto con i miei occhi, di non fissare lo sguardo su una vergine. E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù e quale eredità mi riserva l’Onnipotente dall’alto? Non è forse la rovina riservata all’iniquo e la sventura per chi compie il male? Non vede egli la mia condotta e non conta tutti i miei passi? Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode, mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconosca la mia integrità. Se il mio passo è andato fuori strada e il mio cuore ha seguìto i miei occhi, se la mia mano si è macchiata, io semini e un altro ne mangi il frutto e siano sradicati i miei germogli. Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna e sono stato in agguato alla porta del mio prossimo, mia moglie macini per un estraneo e altri si corichino con lei; difatti quella è un’infamia, un delitto da denunciare, quello è un fuoco che divora fino alla distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto. Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me, che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare, e che cosa risponderei, quando aprisse l’inquisitoria?

Chi ha fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo? Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano, se ho lasciato languire gli occhi della vedova, se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane, senza che ne mangiasse anche l’orfano – poiché fin dall’infanzia come un padre io l’ho allevato e, appena generato, gli ho fatto da guida –, se mai ho visto un misero senza vestito o un indigente che non aveva di che coprirsi, se non mi hanno benedetto i suoi fianchi, riscaldàti con la lana dei miei agnelli, se contro l’orfano ho alzato la mano, perché avevo in tribunale chi mi favoriva, mi si stacchi la scapola dalla spalla e si rompa al gomito il mio braccio, perché mi incute timore il castigo di Dio e davanti alla sua maestà non posso resistere. Se ho riposto la mia speranza nell’oro e all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia fiducia”, se ho goduto perché grandi erano i miei beni e guadagnava molto la mia mano, se, vedendo il sole risplendere e la luna avanzare smagliante, si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare, perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.

Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico? Ho esultato perché lo colpiva la sventura? Ho permesso alla mia lingua di peccare, augurandogli la morte con imprecazioni? La gente della mia tenda esclamava: A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?”. All’aperto non passava la notte il forestiero e al viandante aprivo le mie porte. Non ho nascosto come uomo la mia colpa, tenendo celato nel mio petto il mio delitto, come se temessi molto la folla e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse, tanto da starmene zitto, senza uscire di casa. Se contro di me grida la mia terra e i suoi solchi piangono a una sola voce, se ho mangiato il suo frutto senza pagare e ho fatto sospirare i suoi coltivatori, in luogo di frumento mi crescano spini ed erbaccia al posto dell’orzo (Gb 31.1-40a).

Sappiamo dal Vangelo che il ricco cattivo non ha fatto dei suoi occhi un uso buone. Se ne servì solo per guardare nei suoi armadi e nei suoi piatti e pentole. Finì i suoi giorni nel fuoco eterno. Neanche scribi, farisei, capi dei sacerdoti usavano i loro occhi per vedere il bene. Il loro cuore era così malvagio da rendere i loro occhi strumento capace di vedere sempre il male, anche quando dinanzi a loro vi era il più grande bene. Cuore malvagio, occhi e bocca malvagi.

Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!

Ogni senso è strumento del cuore. Se l’occhio è cattivo, anche la bocca sarà cattiva. È segno che il cuore è cattivo, tutto l’uomo è cattivo. Urge la purificazione dell’anima.

Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci lo Spirito della conversione. Anima pura, occhi puri.