La grandezza nella piccolezza

 

Don Felice Raffaele ci aiuta a cogliere da un’interessante prospettiva la “straordinarietà” della vita cristiana

 

Viviamo in un mondo nel quale ciò che attrae è lo “straordinario”, il “fenomenale”, “l’eclatante”. Si pensa che per avere valore bisogna, a tutti i costi, farsi notare dagli altri; per farsi spazio nella società, si debba fare qualcosa di grande, fuori dal comune.
Spesso questa tentazione si ripercuote anche sul piano religioso. Molti vanno alla ricerca della “straordinarietà” del sovrannaturale, accentuando l’aspetto miracolistico della fede e rasentando, talvolta, il limite dell’esaltazione.
Quando non si cammina nella comunione con la Chiesa e non si concentra l’attenzione sulla Parola di Dio, sui sacramenti, sul cammino della santità, inevitabilmente, si devia dalla fede e si cade nella ricerca di aspetti esteriori, di forme che imbrigliano il cristiano in una spiritualità che possiamo definire dell’apparenza.


“Un vero cristiano considera
straordinario il dovere per le
piccole cose”


 

Il Vangelo non insegna tutto ciò, perché il Vangelo è principalmente verità pura, semplicità, umiltà.
Un vero cristiano, che imita il pensiero e lo stile di vita di Cristo, considera anzitutto straordinario il dovere per le piccole cose, poiché sono esse che incidono attraverso la quotidianità, nella storia e nel tempo.
Il cristiano è colui che vive l’ordinario in modo straordinario.


“Serietà, umiltà, semplicità,
camminano sempre insieme”


Un vero cristiano non si distingue perché compie opere grandiose, perché deve per forza stupire, ma si riconosce dal fatto che egli sa valorizzare, nella semplicità, nella cura, ogni responsabilità, mantenendo sempre uno stile di discrezione, di umiltà, capaci di portare frutti di fede nelle cose di ogni giorno.
“Serietà”, “umiltà”, “semplicità”, ricordiamo, camminano sempre insieme!

Ecco perché è importante cogliere una gioia e un entusiasmo che derivano dalla condivisione, con altri, di un’esperienza di fede, la quale ha potuto segnare, cambiare ed emozionare la vita di ciascuno.

 


“Gesù ai suoi discepoli ha chiesto
qualcosa di straordinario: la
straordinarietà della carità”


Però la verità e l’autenticità della fede, si rendono evidenti solo quando vi è la conversione della vita, quando si comprende il valore della formazione della fede cristiana, in primis l’attiva partecipazione alla vita della propria comunità parrocchiale.
Vorrei sottolineare, in ultimo, che anche Gesù ai suoi discepoli ha chiesto qualcosa di straordinario: la straordinarietà della carità. Un amore straordinario che possa trasparire in ogni piccola cosa e verso ciascuno, perché come dice il vangelo: «Chi è fedele nel poco sarà fedele nel molto» (Lc 16,10).
Questa deve essere l’autenticità della fede del vero cristiano: amare fedelmente tutto ciò che è ordinario con un cuore straordinariamente colmo della grazia e della verità di Cristo.