LA FEDE SENZA LE OPERE È MORTA
VENERDÌ 21 FEBBRAIO (Gc 2,14-24.26)
La fede non è credere in alcune verità rivelate. Essa invece è obbedire alla Parola data da Dio, da Cristo, dallo Spirito Santo, il cui fondamento è nella verità eterna del loro mistero divino a noi manifestato nella storia. Ancora la verità della Parola è nel suo compimento attraverso la nostra obbedienza. Dice la Lettera agli Ebrei: “La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri. Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone. Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile. Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti. Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti. Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni. Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori (Cfr. Eb 11,1-40). Se la fede è obbedienza, mai potrà essere morta. Se la fede è morta, essa non è più obbedienza. Se non è obbedienza non è fede. Un tempo si parlava di saldatura tra fede e vita. La fede sempre è vita. Se non è vita non è fede, perché non è obbedienza. L’obbedienza è l’essenza della fede.
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. E si compì la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia», ed egli fu chiamato amico di Dio. Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
L’Apostolo Giacomo ha dinanzi a sé un cristiano separato dalla Parola, che crede però in delle verità rivelate, ma che non toccano la sua vita. Questo cristiano pensa di essere salvato solamente perché sa che esiste Dio e il suo regno eterno. La sua vita è fuori della verità e della Parola. Oggi la condizione cristiana è peggiorata di molto. Non esiste alcuna verità fuori della persona che dice di credere. Verità è il suo cuore, la sua mente, i suoi desideri. Vi è separazione netta tra la fede e la Parola, tra la Parola e la verità, tra la verità e il mistero nel quale si dice di credere. L’oggettività è sparita.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che Parola, verità, obbedienza siano una cosa sola.