LÀ DOVE GIUNGERÀ IL TORRENTE TUTTO RIVIVRÀ
MARTEDÌ 24 MARZO (Ez 47,1-9.12)
L’acqua è la vita. C’è acqua, si vive. Non c’è acqua, si muore. Nel giardino dell’Eden vi erano ben quattro fiumi. Essi erano segno dell’universalità, della pienezza, della completezza della vita che regnava in esso: “Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l’oro e l’oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d’ònice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d’Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate” (Gen 2,8-14). In quanto a vita nulla mancava all’uomo. Il Signore, nella sua divina ed eterna Provvidenza, lo aveva colmato di ogni abbondanza. Dio sempre lavora per dare vita all’uomo. L’uomo invece sempre si affatica per creare morte attorno a sé. Dio crea il giardino, l’uomo il deserto. Dio dona la vita, l’uomo si scava cisterne screpolate che non trattengono l’acqua: “Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità. O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore. Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua” (Ger 2,7.12-13). Dio ha stabilito di inondare la terra creando un nuovo fiume di vita. Questo fiume sgorga dal lato destro del Nuovo Tempio, che è Cristo Signore. Ora è Cristo il fiume della vita.
In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Qual è la natura e la verità eterna di questo fiume? Esso sgorga perennemente dal corpo di Cristo Gesù. Per essere fiume che inonda la terra e la vivifica, deve essere fatto sgorgare da ogni discepolo di Gesù, che con il battesimo è divenuto suo vero corpo. Se il discepolo di Gesù non è questo fiume di acqua viva e inesauribile, sempre in crescita e mai che diminuisce, la terra rimane un deserto. Il Padre celeste, nella sua sapienza eterna, ha affidato ad ogni discepolo una parte di mondo perché lui lo vivifichi facendo sgorgare l’acqua dal suo seno. Se il discepolo esaurisce la sua acqua, se la sua acqua non sgorga sempre nuova e abbondante dal suo costato squarciato dall’amore per Gesù Signore, il deserto rimane deserto, mai diventerà un giardino. Grande è la responsabilità del cristiano. Oggi nella storia è lui il fiume della vita. Per lui la terra diventerà un giardino. Per lui rimarrà un deserto. Così il Padre ha stabilito.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano diventi fiume colmo di acqua divina.