La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie?

 Uscendo dalla Parola del suo Dio, Creatore e Signore, l’uomo è divenuto essere per la morte, non più per la vita. La morte è dell’anima, dello spirito, del corpo. Questa è ormai la sua natura. Poiché la natura è stata creata da Dio, non avendo l’uomo alcuna potestà su di essa, solo Dio può intervenire per ricostruirla e da natura verso la morte farla nuovamente ritornare ad essere natura verso la vita. Non vi è alcun altro essere né nei cieli, né sulla terra, né negli inferi che può prendere una natura di morte verso la morte e trasformarla in natura di vita verso la vita. È qui si manifesta il grande amore del Signore, Creatore, Dio dell’uomo. Lui scende nella nostra storia e con la sua divina pazienza non solo dice all’uomo che lo trasformerà un giorno in natura di vita verso la vita, gli dona anche la via perché possa iniziare ad incamminarsi per essere un giorno trasformato in natura di vita verso la vita. Questa via è la sua rivelazione, purissimo dono ininterrotto del Signore che percorre la storia dai giorni della creazione fino al Cristo Gesù. Oggi dinanzi a Gesù vi sono i sadducei. Costoro non credono nella rivelazione, anche se “obtorto collo” non possono negare l’autorità di certi Libri della Scrittura, come ad esempio l’Esodo, dei libri da essi accolti come “canonici”, negano però lo Spirito che regna nella Parole. Avvolgono ogni cosa con la loro profanità, non credenza, addirittura miscredenza, volontà risoluta a non credere in tutto ciò che è soprannaturale. Anche la risurrezione da essi è esclusa. Paolo sfrutta questa loro “fede strana” per salvarsi in un momento assai difficile della sua vita: “Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l’assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato». La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza. La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma»” (At 23,6-11). Fede veramente strana la loro. Mancando essi della luce della rivelazione, i loro pensieri altro non possono essere che pensieri di morte verso la morte, pensieri incapaci di creare qualsiasi vera speranza nella verità.

Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc 20,27-38).

Avendo escluso la rivelazione dalla loro vita, sono condannati a inventare pensieri di carne per giustificare il loro essere di morte verso la morte. Non può essere diversamente. La donna dai sette mariti è una loro eccelsa invenzione per giustificare le loro teorie malsane. Oggi i figli dei sadducei sono numerosissimi. Sono tutti coloro che avendo esclusa la rivelazione come unica fonte della verità – unitamente alla Tradizione e al Magistero, interpreti autentici della Parola della Rivelazione e quindi datori della sua più pura e santa verità – hanno posto i loro pensieri come unica sorgente di verità con l’intento di cancellare tutta la verità che viene dalla Rivelazione (Scrittura, Tradizione, Magistero). Costoro sono condannati ogni giorno a inventare nuove favole per giustificare i loro pensieri. Una cosa è evidente: la loro non fede nelle Scritture Profetiche. Senza Scritture Profetiche ogni affermazione è lecita: “Ogni tendenza sessuale è uguale dinanzi a Dio e di conseguenza tutte possono essere vissute, compresa la pedofilia”, “l’inferno è inconcepibile con la misericordia di Dio”, “il Paradiso è il luogo di approdo eterno per ogni anima”, “il peccato non è più una trasgressione oggettiva dei Comandamenti, ma uno stato soggettivo della coscienza”, “i Comandamenti non sono più necessari come via per il ritorno nella nostra vera umanità”, “il Vangelo e ogni altro libro di religione sono uguali”, “Cristo non è il solo Salvatore dell’uomo”, “Ogni religione è via di salvezza”.  Poiché l’idolatria e l’immoralità sono oggi la vera religione universale dell’uomo, secondo i moderni sadducei, anche idolatria e immoralità sono vie salvezza. Non potrebbe essere diversamente, dal momento che la salvezza è data a tutti nel regno eterno di Dio dalla sua infinita ed eterna misericordia. La Parola è morta.

Vergine Maria, Donna tutta obbedienza a Dio, Angeli, Santi, aiutateci a credere nella Parola.