La buona notizia del regno di Dio anche alle altre città
Il vero umanesimo inizia quando l’uomo è capace di vivere il suo stato anche di malattia, sofferenza, solitudine, sapendo che la persona che è dinanzi a lui deve compiere un bene ancora più grande. E il bene più grande è uno solo: la salvezza delle anime. Un genitore vive di vero umanesimo quando rinuncia al conforto che gli può venire da un figlio, sapendo che se lui consegnerà il Figlio a Dio per una missione di salvezza, il Signore colmerà la sua solitudine e il suo momentaneo sconforto. Nulla gli mancherà, perché Dio prenderà il posto del Figlio nella sua casa e nella sua vita. Per un bene eterno per gli altri si rinuncia ad un bene immediato per noi. Per la salvezza delle anime rinunciano anche alla nostra vita del corpo.
Quale umanesimo vero Gesù deve costruire? Quello effimero, momentaneo di una guarigione fisica, o quello spirituale, eterno, della conversione dei cuore, con il loro ritorno nella più pura conoscenza e realizzazione della Parola del Padre suo? Deve curare i vizi di coloro che ormai abituati alla sua presenza, lo vogliono tutto per sé, ma in modo inutile, vano, senza più frutti, perché essi ormai sanno cosa devono fare, oppure lasciare tutti e dirigersi altrove, perché anche gli altri possano gustare la gioia della conoscenza della Parola che li salva? È questa una scelta di sempre della Chiesa: curare i vizi dei cristiani che hanno trasformato la fede in abitudine e la religione in una veste immodificabile, oppure lasciare i vizi al vizio e portare il lieto annunzio e la grazia dove vi è assoluta carenza? La scelta non è nostra.
Gesù non sceglie Lui dove andare, cosa fare, dove essere oggi o domani. Lui è sempre dalla volontà del Padre suo. Tempi, modalità, forme del suo ministero sono perennemente ispirate dallo Spirito Santo. Lui si reca di notte presso il Padre, si mette in ascolto. Riceve il comando di cosa fare e anche come farlo. Lui non sceglie cosa fare e come farla. Per Lui sceglie lo Spirito Santo. La vera pastorale e di conseguenza la costruzione del vero umanesimo non è scelta dell’uomo, ma sempre dello Spirito. La missione è sempre in tre che si compie: Padre, Spirito Santo, ministro in Cristo, con Cristo, per Cristo. Il ministro che opera da solo, mai potrà dirsi missionario, mai costruttore di vero umanesimo. Può anche fare cose umane. Ma queste non sono vero umanesimo. È vero umanesimo, se lui fa cose divine.
Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Spesse volte nel Vangelo Gesù dice: “È necessario, devo”. Non è una necessità e un dovere che sono dalla sua volontà. È invece un vero comando del Padre. Il Padre mi chiede questo e questo io devo fare. Il Padre questo vuole e io sono obbligato all’obbedienza al Padre. Il mio è un obbligo di amore eterno. Non si ama se non dalla volontà del Padre. È questa verità che noi oggi abbiamo dimenticato. Pensiamo che amare dal Vangelo basti. Il Vangelo ci dice se amiamo secondo la volontà del Padre, ma mai se amiamo dalla volontà del Padre. Ministero, carisma, grazia, illuminazione, ispirazione, mozione sono dal Padre, dal Padre devono essere sempre. È il Padre che dice cosa fare e a chi farla. È il Padre che dice a Gesù di rimanere in Gerusalemme. È il Padre che gli comanda di fermarsi al pozzo di Giacobbe, in Samaria. È il Padre che vuole che Lui consumi la sua vita sulla croce. È il Padre che fa di Paolo l’apostolo delle Genti. Sempre dal Padre, tutto da Lui. È obbligo del cristiano e di ogni ministro essere dal Padre sempre. Quando si è dalla nostra volontà, il Padre non governare la nostra vita e neanche può realizzare la salvezza che è nel suo cuore. Non può amare per nostra colpa.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal Padre sempre.