Io sono la porta

Posto il principio che la verità di Cristo non può essere imposta a nessun cuore, a nessuna mente, a nessuna volontà, posto anche l’altro principio che la persona umana va rispetta in ogni sua fede, credenza, religione, urge affermare un terzo principio che riguarda la verità di Gesù. Chi crede in Gesù, o crede nel Gesù come Lui stesso si è rivelato, manifestato, annunziato, oppure crederà invano. Credere in un altro Gesù, fatto da noi, tradito e rinnegato nella sua verità, non giova né a noi e né al mondo. È un Gesù umano, non il Gesù di Dio.

Ma chi è in verità il Gesù di Dio? È il Gesù che il Padre ci ha donato come suo cuore, sua mente, sua luce, sua verità, suo desiderio, suo perdono, sua giustificazione, sua vita eterna, sua carità, sua misericordia, sua santità, sua Parola, sua Legge, suo Comandamento. Gesù il dono del Padre nel quale il Padre si dona. Non si dona ad un solo uomo. Ma vuole donarsi ad ogni uomo. Il Padre e Gesù sono un solo dono. Il Padre dona Gesù perché in Gesù vuole donare se stesso. Se Gesù non si dona, il Padre non si dona. Padre e Gesù sono un solo dono.

È questo il solo comandamento che Gesù ha dato ai suoi discepoli: Io mi dono a voi, come il Padre si è dato a me. Voi darete me come io ho dato il Padre. Come io mi sono dato al Padre per dare il Padre, così voi vi dovrete dare a me per dare me. Divenendo voi un solo dono con me, diventerete un solo dono con il Padre. Se voi sarete in me, come io sono nel Padre e il Padre in me, voi, donando me, sempre darete il Padre. Sarete in me, se sarete interamente nella mia Parola come io sono interamente nella Parola del Padre.

Il cristiano diviene così il dono di Cristo nel quale si dona Cristo, nel quale si dona il Padre. Se il cristiano non diviene dono di Cristo per il mondo, come Cristo è dono del Padre per il mondo, nessuna salvezza si compie e il mondo rimane nelle sue tenebre e nel suo peccato. Il discepolo di Gesù è venuto meno nella sua vocazione di essere dono di Cristo per dare Cristo nel quale si dona il Padre. Tutto questo avviene se il cristiano giorno per giorno si lascia muovere, condurre dallo Spirito Santo, allo stesso modo che Gesù si lasciava muovere dallo Spirito Santo.

«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10,1-10).

Il primo che deve credere nella sua verità è Cristo Gesù. Gli stolti dicono che Gesù non ebbe alcuna fede. Ogni parola del Vangelo testimonia che Gesù ha una fede. Le parole che oggi Gesù rivolge ai Giudei di ogni tempo sono chiare: È lui la porta delle pecore. Nessun altro è porta. Gesù dice queste parole a tutti coloro che si credevano porta, che vivevano con questa fede: “Io sono la porta delle pecore”. Gesù demolisce questa credenza. Per questa demolizione finì sul patibolo della croce. La sua fede non solo è vera, forte, è anche esclusiva.

Il primo che deve credere nella sua verità è il discepolo di Gesù Signore. Se il discepolo non crede in una fede esclusiva, se non crede che Lui è stato costituito da Cristo dono di Cristo per dare il Padre ad ogni uomo, la sua fede è falsa. Il mondo rimane nella morte. La responsabilità è sua perché ha abiurato alla sua fede. Gesù non obbliga gli altri a credere. Sono gli altri che lo obbligano a non credere nella sua unicità ed esclusività.

Non è Cristo che crocifigge i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo assieme a scribi e farisei. Sono invece costoro che crocifiggo Lui. Perché lo crocifiggono? Perché vogliono sotterrare la sua unicità ed esclusività. Il vero problema non è il dialogo interreligioso o ecumenico. Il vero problema è il dialogo con se stessi, con la propria verità, la propria unicità, la propria esclusività. Quando si compie un vero dialogo con se stessi, dinanzi a Cristo, come Cristo lo compiva ogni notte dinanzi al Padre suo, è allora che il cristiano sarà realmente, veramente discepolo di Gesù. Avrà compreso cosa Cristo ha fatto di lui. Questa unicità ed esclusività pesa, pesa più dell’universo sulle spalle del cristiano. Ma è questa unicità ed esclusività che salva il cristiano e con lui salva il mondo. Satana vuole l’alleanza con Lui per distruggere il cristiano.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù.