Io sono di lassù voi siete di questo mondo

Dinanzi ai Giudei, dinanzi al Padre, dinanzi a Pilato sempre Gesù fa differenza tra Lui e ogni altra persona o istituzione che è sulla nostra terra. Gesù è di lassù, non è di questo mondo. I discepoli sono nel mondo, ma non sono del mondo. Il suo regno non è di questo mondo. È un regno speciale che viene da Dio e si può costruire sono nel corpo di Cristo e per esso. Ecco cosa dice Gesù al Padre nella sua preghiera prima di lasciare il Cenacolo: “Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17,12-19).

Mentre nel beve dialogo con Pilato così parla: “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»” (Gv 18,33-38). Il mondo del quale parla Gesù non è quello fatto di materia. Ma è il mondo dello spirito che è fatto di ribellione a Dio e di idolatria, che è la sorgente di ogni immoralità. Così anche il regno di Dio non è fatto di materia, ma di cuori, di anime, che accolgono la Parola della Salvezza e si schierano per rendere testimonianza alla verità di Cristo, che è verità del Padre e dello Spirito Santo e di ogni altra verità che da questa verità di origine prende forma e vita. I Giudei non possono seguire Cristo, perché loro sono nel peccato. Non si tratta però del peccato di trasgressione di un qualche comandamento della Legge del Signore. Il loro peccato è infinitamente più grande. È il peccato contro lo Spirito Santo. È il combattimento contro la verità conosciuta, rivelata, attestata, testimoniata come purissima verità del Padre. Chi impugna la verità di Cristo mai potrà seguire Cristo. Morirà nel suo peccato contro lo Spirito Santo. Sarà escluso dalla salvezza eterna.

Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite» (Gv 8,21-29).

Ecco dove risiede il peccato contro lo Spirito Santo: “Se infatti non credete che Io Sono, morirete, morirete nei vostri peccati”. “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono”. Perché è necessario per la salvezza riconosce che Gesù è Dio? Perché solo dopo la sua risurrezione, se questa confessione di fede non viene fatta dall’uomo, non c’è salvezza per lui e morirà nei suoi peccati? La confessione della verità di Gesù Signore nasce dalle sue Parole. Come Dio ha detto “Io sono”, così anche Gesù dice: “Io sono”. Quando il popolo dei figli di Israele confessò che veramente Dio è “Io sono”? Dopo aver spaccato il Mare in due e aver fatto passare a piedi asciutti il suo popolo. Ma anche dopo aver travolto nel Mare cavalli e cavalieri. Quando potrà ogni uomo confessare che Gesù è “Io sono”? Dopo che avrà spaccato i sigilli della morte e sarà ritornato in vita con un corpo glorioso, immortale, incorruttibile, spirituale. Con la gloriosa risurrezione, ogni Parola di Gesù si sarà compiuta ed allora nessuno potrà dire che una sola sua Parola non sia vera. La Parola di Gesù che si compie nella storia, afferma la sua verità. La fede necessariamente deve nascere dalla storia che è annunziata da Dio, da Gesù e che infallibilmente si compie. Questa verità è anche solennemente affermata da Isaia, Geremia, Ezechiele, tutti i profeti. Tutto l’Antico Testamento è annunzio di una storia che si compirà in Gesù Signore. La Parola si compie, non vi sono più scusanti per colui che non crede. Oggi è la Parola annunziata dalla Chiesa che sempre si compie, la via della vera fede. Se però i figli della Chiesa annunziano falsità, mai nascerà fede.

Vergine Maria, Angeli, Santi, fateci annunziatori della purissima Parola di Dio e di Cristo Gesù.